CERCA SUL SECOLO D'ITALIA

Lacrime e sgomento ai funerali del carabiniere ucciso. Crosetto: “La famiglia di Carlo è anche la nostra famiglia”

L'ultimo saluto

Lacrime e sgomento ai funerali del carabiniere ucciso. Crosetto: “La famiglia di Carlo è anche la nostra famiglia”

Il feretro di Carlo Legrottaglie avvolto nella bandiera italiana è stato accolto con l'applauso dei presenti all'uscita dalla Chiesa. I colleghi affranti: "Vedere le figlie piangere è inaccettabile"

Cronaca - di Gabriele Caramelli - 14 Giugno 2025 alle 14:40

Grande commozione per i funerali del brigadiere capo dei carabinieri Carlo Legrottaglie, ucciso durante uno scontro a fuoco. Alcune centinaia di persone, dietro le transenne sistemate lungo il tragitto per la parrocchia Santa Maria Madre della Chiesa di Ostuni, hanno atteso l’arrivo del feretro. Presenti anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il ministro della Difesa Guido Crosetto, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, il vicepresidente esecutivo della Commissione europea Raffaele Fitto, il ministro del Lavoro Maria Elvira Calderone e il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano.

Monsignor Gian Franco Saba, ordinario militare per l’Italia, ha tenuto l’omelia, ricordando che «il nostro fratello Carlo, come Gesù, ha dato tutto. Ha dato la sua vita così come aveva deciso di fare, di dare tutto il suo tempo ed energie sino all’ultimo nonostante i tempi di riposo previsti». Poi la bara, avvolta dalla bandiera tricolore, è stata accolta da un lungo applauso della folla all’uscita dalla chiesa. Le autorità hanno salutato i parenti, la moglie Eugenia Pastore, le figlie Paola e Carla e i genitori anziani del brigadiere. Monsignor Gian Franco Saba, ordinario militare per l’Italia.

Il funerale del carabiniere Carlo Legrottaglie e l’omelia

«Nella sua ferialità e nella quotidianità Carlo ha offerto la sua vita, adempiendo al proprio dovere con generosità e amore. Un amore tanto profondo sapendo che è beato solo l’uomo che cerca l’autentica felicità». Queste le parole di monsignor Saba su Carlo Legrottaglie, che ha poi aggiunto: «Tutto ciò che di fronte alla ragione umana può apparire complesso e difficile da accettare è quanto in questo momento riecheggia nei nostri cuori. Vi è più gioia nel dare che non nel ricevere». E ancora: « Il nostro dovere di fare memoria è un dovere di fedeltà e riconoscenza a chiunque offra la propria vita, affinché gli insegnamenti non vadano dispersi, le esperienze, i sacrifici compiuti anche a nostro vantaggio siano sempre ricordati e siano uno sprone per una vita all’insegna del buono».

«In un mondo lacerato da discordie e contese, vi è una via d’amore attraverso la quale la creatura umana può realizzare se stessa – ha concluso – ai nostri occhi terreni la felicità di Carlo potrebbe sembrare lacerata, eliminata. In un certo senso è vero, perché la sua vita terrena si è conclusa ma egli ha varcato la porta della felicità eterna, quella felicità che nessuno può più togliergli, in nessuna forma e in alcun modo. Quando l’uomo cerca la propria felicità e attenta a quella dell’altro, compie un atto disumano».

Il cordoglio e l’ultimo saluto dei colleghi

I veicoli della Polizia di Stato, della Guardia di finanza, della Polizia penitenziaria, della Polizia locale e dei Vigili del fuoco si sono posizionati davanti alle caserme di Ostuni, a sirene spiegate, come ultimo saluto al militare morto nell’adempimento del dovere. Tanti carabinieri si sono recati oggi ad Ostuni per salutare un’ultima volta il collega. Anche a Potenza e Matera, davanti ai comandi provinciali dei Carabinieri, le forze dell’ordine hanno reso gli onori a Carlo Legrottaglie.

«Carlo amava gli stivali, diceva ‘con questi me ne devo andare in pensione’. Amava la Radiomobile e il Pronto Intervento, un senso della giustizia veramente fuori dal comune. Sarà questa la nostra forza, un esempio per tutti noi». L’ha detto il luogotenente Marco Guardo, comandante del nucleo radiomobile della compagnia di Francavilla Fontana, in provincia di Brindisi, parlando con i giornalisti a Ostuni. «Vedere le ragazze piangere e chiamare il papà è una cosa inaccettabile – Carlo mancherà tanto ma resterà con noi, è con noi e ci guiderà: questa è la speranza».

Crosetto: «La famiglia di Legrottaglie sarà anche la nostra famiglia»

«Gli ultimi giorni di servizio di un dipendente pubblico, di solito, sono giorni di saluti, di pacche sulle spalle, di bilanci e di preparativi per una nuova vita», ha scritto su X Guido Crosetto, rammentando che per il brigadiere capo Legrottaglie «purtroppo quel giorno è stato diverso. Non è rimasto in ufficio a sistemare documenti. Non si è concesso una pausa. Carlo sarebbe andato in pensione a luglio. Il conto alla rovescia era iniziato. Qualche giorno di licenza e poi via, verso la pensione». Nonostante ciò, «Carlo non ha contato i giorni, perché per i servitori dello Stato ciò che conta è il dovere che deriva dal giuramento, dall’uniforme. Perché quella, lui, non l’ha mai indossata per abitudine. Carlo è uscito in pattuglia, come in ogni altro giorno della sua carriera, è salito sulla ‘gazzella’, per fare semplicemente il suo dovere». «Alla sua famiglia non posso offrire parole che leniscano il dolore – ha spiegato Crosetto – posso solo fare una promessa, solenne: la famiglia di Carlo sarà anche la nostra famiglia. Come lo sono per noi tutte le famiglie di coloro che hanno sacrificato la vita servendo l’Italia in uniforme»

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

di Gabriele Caramelli - 14 Giugno 2025