
Presente il sindaco Salis
La sinistra celebra i moti di Genova e la caduta del governo Tambroni: tutto per coprire il nulla con l’antifascismo
65 anni dopo nel capoluogo ligure si festeggia la ricorrenza di un'azione illiberale. I progressisti dimostrano ancora una volta di essere retroguardia nostalgica
La sinistra dovrebbe pensare alla giustizia sociale, alle guerre nel mondo, a un riformismo moderno. In mancanza di idee, però, l’antifascismo di maniera serve a mantenersi vivi. E così ecco arrivare addirittura le celebrazioni dei moti di Genova che, nel 1960, esplosero per la decisione del Msi di celebrare il congresso nel capoluogo ligure. E che portarono alla caduta del governo Tambroni.
La linea dettata dalla Cgil: Landini concluderà l’evento
È fissato per lunedì 30 giugno in Piazza della Vittoria l’appuntamento organizzato da Camera del Lavoro e Anpi Genova per ricordare i fatti del 30 giugno 1960.
È la Cgil a dettare la linea e in un comunicato ricorda che: «Molti di coloro che parteciparono allo sciopero e alla manifestazione del 30 giugno avevano vissuto sulla propria pelle gli orrori della guerra e della dittatura e avevano combattuto per pace e libertà, rivendicazioni ancor oggi attuali e portate avanti dal mondo del lavoro che chiede di fermare le guerre e rilanciare la strada del dialogo e dei principi democratici per tutti i popoli».
Dopo il saluto di Silvia Salis Sindaca di Genova, si alterneranno gli interventi di Igor Magni, segretario generale della Camera del Lavoro di Genova, e di Massimo Bisca, presidente Anpi Genova. Le conclusioni saranno affidate a Maurizio Landini, segretario generale Cgil. Introduce gli interventi Vanda Valettini, Cgil Genova.
Genova e la morte di Ugo Venturini dieci anni dopo
Ugo Venturini era un operaio genovese e militante del MSI (Movimento Sociale Italiano) che fu ucciso a Genova durante un comizio il 1970. Era padre di famiglia e aveva 30 anni quando fu colpito da una bottiglia piena di sabbia lanciata da contestatori durante un comizio del Msi, a seguito del quale morì. Il suo omicidio è considerato una triste storia mai raccontata. Un omicidio politico per il quale nessuno ha mai veramente cercato i colpevoli.
La tristezza di una sinistra vuota
Indro Montanelli diceva che l’Italia era il Paese fondato sul, “reducismo”. Ricordare quella manifestazione oggi che senso ha? Il Movimento Sociale, definito nel comunicato della Cgil, «l’erede del fascismo», era un partito repubblicano, che eleggeva parlamentari democraticamente e stava nella Costituzione. Ma se ciò che accadde il 1960 poteva avere un senso, ciò che succede oggi sfiora il ridicolo. Nutrirsi di un antifascismo senza fascismo, come ricordava Pasolini, è una distrazione di massa che serve solo a nascondere il vuoto. Magari servirà a Maurizio Landini, reduce dalla scoppola del referendum, con un sindacato che ha sempre meno iscritti. Ma di certo non serve ai giovani, e a capire il futuro.