
Passo falso delle toghe
Italia-Albania e dl sicurezza, altro che invasione di campo. FdI: la Cassazione fa il copia e incolla da Articolo 21
Continua l'eco delle polemiche sul pronunciamento del Massimario della Suprema Corte. Gasparri: "Sembra l'esercizio di un contropotere, spero di sbagliarmi". Urzì: "La Cassazione fa 'il copia e incolla' dall'appello di Articolo 21. Un segnale gravissimo"
Non si ferma l’eco della polemiche per il pronunciamento della Cassazione sul protocollo Italia-Albania sui migranti. Un altro colpo a effetto sferrato dai magistrati a poche ore da quello contro il dl sicurezza. Le toghe militanti, una minoranza ma rumorosa, continuano a ‘disturbare’ il governo e il suo operato, approvato dal Parlamento, con eccezioni di costituzionalità che mandano in brodo di giuggiole la sinistra a corto di argomento e di consensi.
Cassazione, Gasparri: una valutazione preventiva che sa di condizionamento
Tra i più duri Maurizio Gasparri. Dopo il decreto sicurezza, il Massimario della Cassazione critica anche il protocollo Italia-Albania sul trattenimento dei migranti. In una lunga intervista – riassume il presidente dei senatori di Forza Italia – la presidente della Corte, Margherita Cassano, ne difende l’operato, affermando che ‘si tratta di analisi di carattere tecnico scientifico. Da queste relazioni non deriva alcun automatismo né alcuna incidenza sulla libera autonoma interpretazione della legge da parte di alcun giudice’. Ma una simile valutazione preventiva – continua Gasparri – che nessuna norma risulta aver attribuito alle competenze del Massimario, non costituisce già, se non un condizionamento? Un suggerimento ai giudici di merito, invitandoli ad esempio a sollevare questioni di legittimità costituzionalità nei processi? E visto che il Massimario è l’organo interno alla Cassazione preposto a trarre i principi di diritto dalle sentenze di legittimità, è ammissibile che divenga anche un giudice preventivo delle leggi, sotto la foglia di fico del contributo analitico?”. A Gasparri sembra piuttosto l’esercizio di un contropotere. “Ma spero di sbagliarmi. L’uso politico della giustizia prosegue e si estende ad altre strutture”.
Urzì: il Massimario ha copiato l’appello di Articolo 21
Alessandro Urzì, capogruppo di Fratelli d’Italia in commissione Affari Costituzionali, invita la sinistra a rassegnarsi.. E lancia una denuncia pesante sul parere dell’Ufficio del Massimario della Cassazione sul Dl sicurezza. Non fa giurisprudenza, ma il segnale che è grave. “La relazione poggia in modo esplicito sull’appello ‘per una sicurezza democratica’ di Articolo 21″. Un’associazione non proprio neutra visto che è coordinata dall’ex deputato Pds e Ds Giuseppe Giulietti. La Cassazione – dice Urzì – ha operato per copia/incolla attingendo a piene mani dall’appello di Articolo 21. Con una chiusura del cerchio perfetta. Uscita la relazione in Cassazione, Articolo 21 sempre a firma di Giulietti chiosa ‘La Cassazione ha fatto a pezzi nel metodo e nel merito il decreto sicurezza. La maggioranza ormai, ritiene di essere proprietaria dello Stato e delle istituzioni’. Una valutazione sull’indipendenza degli uffici studi e di supporto all’attività dei magistrati di Cassazione – conclude l’esponente di FdI – probabilmente si renderebbe utile se non necessaria”.
Sisto: è il parere di 6 magistrati su 9600
Dai microfoni di Sky tg24 il viceministro alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto, ridimensiona la portata dell’operazione applaudita dalle sinistre. “Diciamolo con franchezza. Quello dell’ufficio del massimario della Cassazione è un parere scritto da sei magistrati su 9600. Si crea il rischio di un’invasione di campo nei processi di interpretazione della legge. Qualcuno potrebbe utilizzare questi pareri, infatti, contro le norme del governo, sostenendo, erroneamente, che ‘la Cassazione dice’. I pareri devono essere pacati e di puro approfondimento. Utilizzabili per facilitare le scelte degli interpreti, non per condizionarle. Sarebbe sempre auspicabile – conclude Sisto – una maggiore misura. Altrimenti l’ulteriore rischio è che traspaia l’idea di un ‘nervosismo da riforme costituzionali’”.