
Tensione in Medio Oriente
Israele-Iran, Tajani: “L’Europa sia più forte per mobilitarsi con i Paesi arabi moderati che vogliono la pace”
"Come Italia manteniamo un canale aperto sia con Israele che con l’Iran. Incrociamo le informazioni", ha detto il titolare della Farnesina, sottolineando che dal ministro iraniano ha avuto "un primo segnale positivo: mi ha detto che l’Iran non ha intenzione di ostacolare il traffico commerciale nello Stretto di Hormuz"
Sul conflitto tra Israele e Iran la preoccupazione è alta. “Certo non siamo alla vigilia di uno scontro mondiale generalizzato, ma il rischio che la guerra si allarghi ad altre aree, ad altri Paesi del Medio Oriente non si può escludere”. Così il ministro degli Esteri Antonio Tajani in un’intervista rilasciata al Corriere della sera, sottolineando che per raggiungere la cessazione delle ostilità, «noi europei dobbiamo mobilitarci immediatamente, chiedendo il sostegno degli Stati arabi moderati della regione, che hanno interesse come noi alla pace per ragioni evidenti». Poi ha aggiunto: “I contatti che sto avendo servono a comprendere quali sono le posizioni dei nostri alleati, dei Paesi della regione. Solo ieri ho parlato con i ministri dell’Iran, di Israele, con il saudita, l’emiratino e con altri».
Tajani mantiene il contatto con Israele e Iran
«Come Italia manteniamo un canale aperto sia con Israele che con l’Iran. Incrociamo le informazioni», ha detto Tajani, precisando che «dal ministro iraniano ho avuto un primo segnale positivo: mi ha detto che l’Iran non ha intenzione di ostacolare il traffico commerciale nello Stretto di Hormuz». «Un obiettivo che l’Italia vorrebbe raggiungere è far ripartire negoziati fra Usa e Iran, la sede giusta per far ripartire un confronto diplomatico», ha svelato il titolare della Farnesina, evidenziando che il fine è quello di «arrivare presto alla fine di questa guerra pericolosissima. Dobbiamo portare tutti i Paesi responsabili a influire sui contendenti per fermare la guerra».
Tornare a un dialogo politico e diplomatico
Tutti i Paesi più vicini a Israele hanno chiesto di tornare a un dialogo politico e diplomatico, ma comprendono le ragioni di Israele – ha spiegato – l’Iran da anni minaccia di cancellarlo dalla carta geografica. Secondo la Aiea, l’Iran potrebbe avere presto la bomba nucleare. “Questo per noi è inaccettabile”. Il titolare della Farnesina ha rimarcato che «Il governo iraniano deve offrire un segnale per la pace. L’unica condizione possibile è rinunciare al nucleare militare».
La sicurezza degli italiani in Israele e Iran
Tajani ha spiegato anche che per gli italiani in Iran «i pericoli ci sono, in Israele come in Iran, perché i missili possono cadere ovunque». Per questo motivo «abbiamo chiesto a tutti i nostri connazionali di seguire le istruzioni che danno loro le autorità locali in coordinamento con le nostre ambasciate e con l’Unità di crisi. Partirà da Teheran un convoglio via terra per evacuare un primo gruppo di nostri connazionali».
Sulla possibile mediazione di Mosca Tajani è molto scettico. «Non credo che la Russia possa avere ruoli di mediazione in questo caso. Sarebbe importante che Putin si sedesse al tavolo del negoziato per mettere fine agli attacchi all’Ucraina».
«Israele ha il diritto di difendersi»
«Questa è una guerra drammatica e pericolosa, ma Israele deve difendersi, deve sopravvivere a qualsiasi minaccia che possa mettere fine alla sua esistenza prima finirà la guerra e meglio sarà». Gli attacchi missilistici, condotti dallo Stato ebraico verso l’Iran, potrebbero mettere in difficoltà il regime di Khamenei. A tal proposito, Tajani ha spiegato che « il nome che gli israeliani hanno dato all’operazione, “Il Leone nascente”, lascia aperta questa ipotesi: il leone era il simbolo dello Scià. E il leone che impugna la spada era nella bandiera del vecchio Iran. Certo è che Israele ha dichiarato che il suo obiettivo è colpire i siti nucleari, quelli dei missili balistici e di quelli strategici».
Il ruolo degli Usa per il raggiungimento della pace
«Il ruolo degli Stati Uniti è fondamentale per raggiungere la pace. Ma non da soli – ha ripreso il ministro -. I Paesi europei, a cominciare da quelli del G7, hanno l’obbligo di lavorare insieme per raggiungere questo obiettivo. L’Alleanza transatlantica resterà sempre un punto fermo nella nostra struttura di sicurezza». E ancora :«Penso che l’Europa debba riformare il suo modo di agire, offrendo ai suoi cittadini uno strumento più decisivo nel campo della sicurezza e della difesa. In questa partita gli Stati nazionali devono assegnare all’Europa un ruolo decisivo. È inutile dire “l’Europa è assente”: l’Europa è la nostra casa».
Esiste un rischio di attentati?
Il rischio di attentati . ha detto ancora Tajani “c’è sempre, ma il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi segue con responsabilità ogni momento di questa crisi internazionale, e ne prevede assieme all’intelligence le possibili conseguenze sul territorio nazionale”. «Casi di terrorismo possono esserci, ma gli apparati tengono la guardia molto alta. Ho anche confermato al ministro Sa’ar la nostra massima attenzione alla protezione delle sedi diplomatiche israeliane in Italia e i luoghi di culto ebraici».