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Ilaria Salis

Il 24 giugno si avvicina

Ilaria Salis piangente: “Non revocatemi l’immunità, potrei essere arrestata”. Poi fa la martire: “L’Ue avrà la responsabilità morale” (video)

Supplica ed autoesaltazione si alternano nell'auroparlamentare che vacilla in vista della data che potrebbe cambiare tutto per lei: si erge a eroina di libertà, ma sui social la accusano: "Basta, ti credi di essere speciale"

Politica - di Gabriele Alberti - 16 Giugno 2025 alle 14:56

Non fatemi processare…La paura fa Novanta: man mano che si avvicina il 24 giugno Ilaria Salis imperversa con interviste e video social impartendo lezioni di democrazia e stato di diritto. Una faccia tosta come poche altre volte si è visto. Quel giorno potrebbe compiersi il suo destino. Si deciderà per la revoca dell’immunità parlamentare dell’eurodeputata di Avs, richiesta dall’Ungheria per procedere con il processo a suo carico. Salis inizia su X la sua “captatio benevolentiae” ricordando i “beati giorni” dello scorso anno: quando fu eletta in parlamento a Bruxelles grazie alla ciambella di salvataggio di Bonelli e Fratoianni. L’elezione con Avs le consentì la scarcerazione. Da allora Ilaria Salis con arroganza e sfrontatezza ha sempre difeso il proprio status. E , anzi, ha sempre continuato a sostenere le sue cause anti sistema: il sostegno agli occupanti abusivi di case, l’elogio dello svuotamento delle carceri. Ora sentirla parlare di difesa della democrazia sembra una barzelletta. Il fatto è che il quadro politico-giudiziario che la riguarda è mutato.

Ilaria Salis fa la vittima, la paura fa Novanta…

La revoca dell’immunità è dietro l’angolo: la ratio che è stata seguita in altri casi prima del suo ha ribaltato tutto: se l’accusa che viene contestata è antecedente all’elezione, non sussistono i presupposti dell‘immunità: che viene garantita ai politici per svolgere il mandato parlamentare serenamente. Pertanto rischia di andare a processo in Ungheria, ma non di decadere come parlamentare. Dunque ha intensificato i suoi interventi “persuasivi” per evitare una decisione a lei contraria da parte dei colleghi del Parlamento europeo. Ha iniziato con il vittimismo, con una lunga intervista alla Stampa piagnucolando che in Ungheria sarebbe possibile solo un processo farsa – dice l’europarlamentare- con un esito scontato: “la mia condanna a 24 anni di carcere; come auspicato tanto dal premier Orbán;  quanto da molti rappresentanti del suo governo che in tutti questi mesi hanno continuato a darmi della terrorista”. Per Salis “la magistratura ungherese non è autonoma. E non c’è alcuna garanzia che il processo a mio carico non sia influenzato dal governo, che mi vede come sua nemica”. L’ultima parola sulla decisione di revoca o conferma dell’immunità spetta al parlamento e Salis sa che non c’è certezza per lei di ottenere un esito favorevole. Salis piangente e piagnucolosa.

Ilaria Salis martire della libertà, l’ultimo delirio

Cosa fa? Nell’intervista gioca la carta della  persuasione, soprattutto con i parlamentari del Ppe, che a suo dire, sono spaccati. È convinta di avere dalla sua parte tutta la parte progressista, ma scommettere sui “partiti liberali” è frutto di presunzione. Salis sostiene che il Ppe “è il gruppo più numeroso dell’europarlamento, e non sono sicura che prenderà una posizione unitaria. Tuttavia, la coerenza alla loro storia politica dovrebbe portarli a stare dalla mia parte. Non si tratta di difendere valori di destra o di sinistra, ma principi fondanti dell’Unione europea e delle società democratiche”. Prende la strada dell’auto martirio, ergendosi a icona di libertà. In carriera si è fatta beffe delle libertà altrui– tipo quella di possedere una casa; di uno stato a difendere i confini- e adesso tenta di cambiare registro. Depone i panni per così dire “antagonisti”e si erge a simbolo di libertà.  “Il mio caso, dice, travalica Ilaria Salis, e pone una domanda chiara: può il baluardo delle democrazie europee consegnare una sua parlamentare a quella che viene definita dal suo stesso leader una democrazia illiberale?”. Che sia in una fase di narcisismo spinto lo evidenzia un utente su X: “Quando uno inizia a parlare in terza persona è la fine…”.

Il grido: “Non sulla mia pelle”

Una che in quest’anno ha volteggiato tra difesa degli occupanti,  libertà per i carcerati e frequentazione di centri sociali non sembra che abbia le stimmati di eroina democratica. Eppure ancora insiste su questa falsariga come si ascolta nel video su X: “L’Europa non si pieghi all’autoritarismo,n sia complice della ‘democrazia illiberale’ di Orbán. Non sulla mia pelle. Non dopo tutto quello che ho già subito”. Ilaria Salis è rimasta in carcere più di un anno in Ungheria con l’accusa di aver partecipato all’aggressione a due militanti di estrema destra. Ora lei ha paura, e l’arroganza con cui in passato ha attaccato le istituzioni lascia il posto alla supplica: “Non si tratta di destra o di sinistra, si tratta di democrazia. Difendere la mia immunità non significa difendere me, non si è trattato e non si tratta di sottrarsi alla giustizia. Difendere la mia immunità significa difendere la libertà di parola e di espressione: il diritto di opposizione, l’indipendenza del potere legislativo e lo stato di diritto; significa difendere la libertà politica”.

Utenti X in rivolta contro Ilaria Salis: “Ti credi un essere speciale…”

Gli utenti social che la seguono non ci cascano:  “Inutile fingersi vittima” scrivono in molti, “se i reati che ti vengono contestati sono precedenti alla tua elezioni, l’immunità va revocata”. Le regole e le leggi fanno parte della “democrazia”, di cui ultimamente si ammanta.  E molti notano che lei non dice nulla a sua discolpa, sui suoi capi d’accusa; dice solo che Orbàn è fascista, accusando il sistema giudiziario di quel paese. Altri utenti non vogliono sentir parlare di giochetti di equilibrismo politico: “”Gli italiani ti vogliono a processo. Speriamo tu finisca davanti al tuo giudice  a rispondere dei fatti contestati”. C’è chi la incolpa di “avere creato un pericoloso precedente”. Chi non sopporta questa sua modalità ad ergersi a “essere speciale”. “Se sei innocente non dovresti temere…”.

L’ultima supplica: “Potrei essere arrestata mentre sono al lavoro…”

L’ultima mozione degli affetti: “Da Budapest potrebbe venire emesso un mandato di cattura. E potrei essere arrestata in Italia o a Bruxelles, mentre sono al lavoro. Chi sarà chiamato a votare dovrà assumersi la responsabilità morale e politica di decidere se consegnare una collega nelle mani di un regime autoritario, la responsabilità storica di decidere se in Europa debba prevalere l’autoritarismo oppure la democrazia. a voi la scelta”.

 

 

 

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