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I guai del Nazareno

Il Pd travolto dai casi Puglia, Marche e Prato: gli amministratori simbolo coinvolti in inchieste e scandali

Regione che vai, gatta da pelare che trovi: sono tempi sempre più difficili per Elly Schlein, stretta tra sconfitte politiche e grane giudiziarie dei suoi

Politica - di Giuliano Galdi - 13 Giugno 2025 alle 15:06

Giustizialisti con gli altri, garantisti con se stessi. È il mantra del Pd, che usa le inchieste giudiziarie degli avversari per farne motivo di polemica politica ma tace sui fatti che riguardano i suoi esponenti. Dalla Puglia alle Marche, fino alla vicenda odierna di Prato.

I casi che imbarazzano il Pd: la Puglia

Sono diversi i casi di inchieste giudiziarie e scandali che imbarazzano il Partito democratico. Partendo dalla Puglia, governata da dieci anni da Michele Emiliano e prossimamente chiamata alle urne.

In principio fu la vicenda dei presunti voti comprati a 50 euro dall’assessore regionale Anita Maurodinoia, accusata di corruzione elettorale e voti di scambio, con le conseguenti dimissioni e l’uscita dalla giunta da parte dei Cinquestelle.

Poi, l’inchiesta sulle municipalizzate di Bari con l’incredibile comizio di Emiliano che, per difendere Decaro, disse che era andato a casa della sorella di un boss, per “affidarle” il sindaco.

Poche settimane fa lo scandalo che ha travolto Carmela Fiorella. La moglie del consigliere dem Filippo Caracciolo (uomo forte del Pd) aveva vinto una selezione lampo come manager delle risorse umane di Aeroporti di Puglia presentando una laurea in Economia invece di quella effettivamente conseguita in Scienze dell’amministrazioni.

E poi la richiesta di arresto per l’assessore Alessandro Delli Noci, altro fedelissimo di Emiliano, che nei giorni scorsi si è dimesso.

Le Marche e affidopoli

Un altro problema serio e che agita il sonno di Largo del Nazareno è quello delle Marche, regione nella quale ad ottobre si andrà a votare. Per sfidare l’uscente governatore di centrodestra, Francesco Acquaroli, si è autocandidato Matteo Ricci, già sindaco di Pesaro e vicepresidente Anci e oggi parlamentare europeo. Il problema è che a Pesaro (Ricci non è indagato) è scoppiata la vicenda “affidopoli”, che riguarda una serie di affidamenti diretti operati dall’amministrazione Ricci. Con il suo successore, Andrea Biancani, che ha colto l’attimo per prendere nettamente le distanze da quanto accaduto. E con Ricci che oggi sembra poter pagare il prezzo politico delle vicende comunali.

L’ultimo caso: Prato

È di oggi, poi, la notizia dell’avviso di garanzia alla sindaca di Prato, Ilaria Bugetti, anch’essa del Pd.

A Bugetti, si spiega nel comunicato diffuso dalla Procura, è contestato il reato di corruzione in relazione «anche a condotte che sarebbero state commesse nel periodo in cui l’indagata, per la quale vige la presunzione di non colpevolezza in tale fase del procedimento investigativo, rivestiva la carica di consigliere della Regione Toscana».

È l’ennesima gatta da pelare per Elly Schlein.

Il garantismo a corrente alternata del Pd

Per tutte le persone citate vale realmente la presunzione di innocenza. Principio che il Pd usa unicamente quanto ad essere indagati sono i suoi rappresentanti, mentre organizza le marce contro Giovanni Toti o chiede chiarezza sul caso Roberto Occhiuto. Un problema che dura dai tempi di Tangentopoli. E che è culturale oltre che politico. Quella vena socialista e riformista è sempre mancata. In fondo, nelle arterie dei “democratici” scorre forte il sangue di Robespierre. Nonostante la pessima fine che fece.

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di Giuliano Galdi - 13 Giugno 2025