CERCA SUL SECOLO D'ITALIA

rapisarda referendum sinistra

Voto 8/9 giugno

“Grottesco”. Rapisarda smaschera la sinistra ad Agorà: “È un congresso del Pd mascherato da referendum”

Il direttore: "Il paradosso è che stanno usando un referendum per abolire se stessi. Mi sembra assurdo che sia necessario chiamare in causa gli italiani per dirimere i nodi interni di un partito"

I Video del Secolo - di Ginevra Lai - 3 Giugno 2025 alle 15:33

È bastato un minuto. Antonio Rapisarda, direttore del Secolo d’Italia, ha gelato il salotto di Agorà con una lezione chiara e tagliente che ha lasciato muti i paladini della sinistra radical chic, tutti pronti a marciare verso le urne l’8 e il 9 giugno. «Spetta a chi propone un referendum mobilitare gli italiani, non certo a Giorgia Meloni», ha ribadito Rapisarda, sbugiardando l’ennesimo attacco strumentale mosso alla premier a seguito della sua dichiarazione: «Vado a votare ma non ritiro scheda».

L’affondo che smonta la narrativa della sinistra

E poi l’affondo: «Il paradosso è che stanno usando un referendum per abolire se stessi. Mi sembra grottesco che sia necessario chiamare in causa gli italiani per risolvere questo eterno congresso del Partito democratico».

Visualizza questo post su Instagram

 

Un post condiviso da Antonio Rapisarda (@antonio.rapisarda)

Astensione legittima

Parole che cadono come una pietra tombale su un tentativo ormai patetico di nascondere la crisi d’identità di un centrosinistra incapace di parlare alla Nazione e arroccato in un litigioso eterno scontro. Rapisarda ha messo in fila tutto: la legittimità dell’astensione, le parole della premier alla parata del 2 giugno — “chiare, nette, un atto politico”, non certo un invito ad andare al mare — e la verità taciuta da chi oggi finge di scandalizzarsi: «Tutti i governi, anche di sinistra, si sono astenuti in passato. E nessuno gridava al golpe».

Quando anche Mattarella disse che astenersi è legittimo

Basterebbe rileggere cosa dichiarava nel 1999 il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, all’epoca ministro: «Ogni elettore può scegliere cosa fare: votare, non votare, votare Sì o votare No. È una scelta di ciascuno, una scelta nella quale il governo non può intervenire in un modo o nell’altro». Parole cristalline, archiviate pure da l’Unità, la Bibbia della sinistra che oggi finge evidentemente di non saper leggere.

Rapisarda: “È grottesco dover chiamare in causa gli italiani”

Insomma, mentre la sinistra arranca in cerca di bersagli per mascherare il proprio vuoto, il direttore del Secolo inchioda la verità con una frase che riassume tutto: «È grottesco dover chiamare in causa l’Italia intera per dirimere i nodi interni di un partito». Qui crolla l’ennesima impalcatura dell’ipocrisia progressista.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

di Ginevra Lai - 3 Giugno 2025