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Giordano (FdI-Ecr) spiega la crisi iraniana ad Appendino (M5s): “C’è chi si difende e chi vuole annientare” (video)

A Coffee Break, il deputato di Fratelli d'Italia replica alle obiezioni della grillina sull'Iran: "L’Italia deve restare salda nelle alleanze, senza cedere alla propaganda"

I Video del Secolo - di Luca Nelson - 25 Giugno 2025 alle 08:52

Oggi a Coffee Break su La7, il dibattito tra il deputato di Fratelli d’Italia e segretario generale di Ecr party Antonio Giordano e Chiara Appendino, deputata del Movimento 5 stelle, ha mostrato con chiarezza due visioni opposte del mondo e del ruolo dell’Italia. Alla presenza di altri ospiti in studio, il confronto ha fatto emergere divergenze profonde sul senso della sovranità, della difesa e della pace.

Giordano dà una lezione alla grillina Appendino

La grillina Appendino ha accusato Giorgia Meloni di pavidità, affermando che «ha perso ancora una volta l’occasione di stare dalla parte giusta» e avrebbe dovuto definire Netanyahu un criminale di guerra. Ha definito l’operazione congiunta Usa-Israele «una nuova escalation voluta da Trump» e ha ammonito: «Se gli Usa chiederanno di usare le basi militari in Italia noi dovremo dire no». Ha paventato «nuove tensioni, nuovi attentati, nuovi profughi e un caro energia che torna a salire».

“L’Iran sogna di annientare un altro Stato”

Giordano ha risposto punto per punto. Innanzitutto, ha ricordato che nessuna richiesta è stata fatta all’Italia sull’uso delle basi e che, in ogni caso, la decisione spetterebbe al Parlamento, non ai talk show. Poi, i puntini sulle “i”. L’esponente di FdI ha distinto nettamente tra un regime come quello iraniano, che perseguita donne e dissidenti, e uno Stato democratico come Israele, dove si può manifestare e dissentire.

«Non possiamo confondere chi difende il proprio popolo con chi sogna di annientare un altro Stato», ha detto. Seguire l’esempio spagnolo verso l’isolazionismo, secondo Giordano, non è la strada corretta né quella sperata. Il premier socialista Pedro Sanchéz ha infatti deciso di interrompere i rapporti con lo Stato ebraico e ha rifiutato di adeguarsi ai nuovi impegni Nato richiesti dagli Stati Uniti — condivisi da tutti gli altri partner europei — inclusi quelli di aumento della spesa per la difesa. «Il giorno in cui avremo bisogno di aiuto, non troveremo nessuno che risponde al telefono. L’alleanza si costruisce oggi, nella responsabilità e nella coerenza».

L’orologio del terrore: simbolo di odio

Nel cuore di Teheran, fino a pochi giorni fa, incombeva un sinistro orologio digitale che scandiva un conto alla rovescia per la distruzione dello Stato d’Israele. È stato abbattuto dai missili israeliani, ma resta come simbolo della dottrina di odio e annientamento su cui si fonda il regime degli ayatollah.

Popoli oppressi e regimi sanguinari

Giordano ha tracciato una distinzione netta tra popoli e regimi: iraniani e palestinesi sono popoli meritevoli di rispetto e di un futuro, ma ostaggio di regimi che uccidono e opprimono. Come Hamas a Gaza, che rifiuta il diritto all’esistenza di Israele e alimenta il terrorismo. L’Iran, oltre a finanziare Hezbollah, Hamas e gli Houthi, ha fornito droni da guerra alla Russia, utilizzati contro infrastrutture civili ucraine, e minaccia l’Europa con cellule terroristiche dormienti.

La corsa per fermare la bomba

Non si tratta di fantasie complottiste: l’Aiea ha documentato arricchimenti di uranio sopra il limite stabilito in bunker a 90 metri di profondità. Non era, dunque, ma questione di anni, ma di mesi. L’attacco preventivo israeliano è stato probabilmente il tentativo di fermare Teheran prima che giungesse alla bomba atomica.

Opposizioni catastrofiste

Il governo Meloni, ha ricordato ancora il deputato, non gioca a Risiko con la sicurezza nazionale. Piuttosto ha mantenuto, e continua a mantenere, salde le alleanze, rispondendo con chiarezza diplomatica e riaffermando che l’eventuale uso delle basi Nato sarà deciso dal Parlamento.

Chi oggi grida alla “terza guerra mondiale” sono proprio gli attori che la minacciano: Putin, Khamenei, i vertici di Hamas. L’Italia, invece, vuole pace con fermezza, sicurezza con responsabilità, senza cadere nella trappola dell’equidistanza morale.

Giordano vs Appendino: responsabilità contro ideologia

Il confronto andato in scena oggi supera di gran lunga il puro dibattito televisivo. Mentre l’esponente dell’M5s cercava di incanalare la discussione sull’antiamericanismo, Giordano ha riportato il tema alla realtà strategica dell’Italia. In un mondo dove deterrenza e credibilità delle alleanze contano più dei trattati, l’Italia non può permettersi ambiguità. La puntata di oggi lo ha chiarito: il governo sta dalla parte della responsabilità. Non della propaganda.

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di Luca Nelson - 25 Giugno 2025