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Gennaro Gattuso non ringhia ma sorride: “Abbiamo i talenti per andare ai Mondiali, e non accetto rifiuti per dolorini…”

Il ritorno e la promessa

Gennaro Gattuso non ringhia ma sorride: “Abbiamo i talenti per andare ai Mondiali, e non accetto rifiuti per dolorini…”

Sport - di Gabriele Caramelli - 19 Giugno 2025 alle 16:12

Per Gennaro Gattuso allenare la nazionale «è un sogno che si avvera». L’ha dimostrato oggi in conferenza stampa all’hotel Parco dei principi a Roma, con il sorriso sulle labbra. L’ex centrocampista del Milan, noto con il soprannome di “Ringhio” per la tenacia con cui intimoriva gli avversari in campo, è pronto ad affrontare una nuova sfida sulla panchina degli azzurri in qualità di commissario tecnico. «Ho ricevuto tanti messaggi che mi hanno colpito ma sentire papà e mamma emozionarsi ancora è stata l’emozione più grande», ha spiegato Gattuso. Quanto al nuovo impegno con la nazionale ha spiegato che «non sarà facile, ma c’è la consapevolezza che si può fare un grandissimo lavoro, c’è da lavorare, andare in giro, entrare nella testa dei giocatori». «Sento dire da tanto che non c’è talento, non ci sono giocatori – ha ripreso il mister – ma bisogna metterli nelle condizioni di esprimersi al massimo. L’obiettivo è riportare l’Italia ai Mondiali per il nostro calcio e la nostra nazionale è fondamentale».

Gennaro Gattuso sulla nazionale: «C’è bisogno di entusiasmo e della voglia di essere uniti»

Il nuovo commissario tecnico ha specificato che per affrontare i nuovi appuntamenti «C’è bisogno di entusiasmo, voglia di stare insieme, di essere uniti», per poi aggiungere che «in questi giorni nella mia testa ho ben chiaro di cosa bisogna fare, ritrovare entusiasmo e non pensare in modo negativo». Chi verrà ad allenarsi a Coverciano dovrà «avere grande entusiasmo e creare una famiglia, la tecnica e la tattica vengono dopo, prima di tutto c’è da ricreare il gruppo che ci ha contraddistinto per anni». «Abbiamo giocatori tra i primi 10 del mondo in alcuni ruoli, abbiamo una squadra forte – ha sottolineato Gattuso – ma non bisogna pensare ai singoli. Sono convinto che la squadra abbia dei valori e che si possa raggiungere l’obbiettivo». Poi ha svelato che «quando mi hanno chiamato (per allenare gli azzurri ndr) non ho esitato un istante».

In Serie A tanti stranieri e pochi italiani

Gennaro Gattuso ha poi affrontato un argomento molto discusso nel mondo del calcio contemporaneo, ossia lo squilibrio tra giocatori italiani e stranieri nella massima lega italiana. «In Serie A il 68% di giocatori stranieri e 32% di giocatori italiani è un dato che ci deve far riflettere, a livello giovanile è stato fatto un grandissimo lavoro ma dopo l’U19 i giocatori si perdono per strada. Questo è il problema più grande, il cambiamento da fare». «La parola paura non deve esistere – ha sottolineato – altrimenti non si va da nessuna parte». Dopo la nomina del nuovo ct, il presidente del Senato Ignazio La Russa aveva espresso qualche perplessità, ma “Ringhio” non ha colto la palla al balzo per condurre una campagna di vittimizzazione. Con la seconda carica dello stato «non c’è nessuna polemica», tanto che il nuovo ct spera soltanto di far cambiare idea a La Russa con il suo operato.

«I calciatori devono andare a mille all’ora»

Sull’impegno che la squadra dovrà mantenere per raggiungere lo standard adeguato, l’ex mediano del Milan non ha dubbi: «I giocatori devono andare a mille all’ora, 5-6 li ho allenati e sanno che bisogna pedalare, preferisco che quando scendono in campo la squadra lavori con serietà e massimo impegno». Invece, «fuori dal campo non do importanza, non posso fare il sergente di ferro o il poliziotto». Quanto a chi rifiuta la maglia azzurra, «bisogna vedere e capire perché rifiutano la nazionale, chi viene in azzurro lo deve fare anche se ha un problemino o dolorino, deve stare a Coverciano dove abbiamo fisioterapisti, dottori – ha rimarcato -. Abbiamo tutto per gestire i giocatori e se vogliamo essere credibili e non cercare scuse o un precedente, chi è convocato sta a Coverciano come si faceva quando giocavo io, e se non riusciamo a guarirlo torna al club». «È importante stare il più possibile insieme», ha ribadito Ringhio, per poi spiegare che se durante la sua carriera avesse ascoltato il fisico, avrebbe giocato «50 partite in meno» e quindi «bisogna stringere i denti» per ottenere il risultato. 

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di Gabriele Caramelli - 19 Giugno 2025