
L'attore siciliano
Francesco Benigno scatenato: “Danno finanziamenti e premi solo ai comunisti sinistroidi”. E attacca Claudio Amendola
Sui “fondi rossi” al mondo del cinema è intervenuto anche Francesco Benigno, l’attore di “Mery per Sempre”, “Milano-Palermo solo andata”, recente partecipante all‘Isola dei famosi. Benigno ha espresso la sua opinione contro il carrozzone rosso dei “comunisti sinistroidi” che spadroneggiano nel mondo del cinema.
Francesco Benigno: “Finanziamenti solo ai comunisti sinistroidi”
«Nel 1989/1990 ai David di Donatello – ha scritto Benigno nel suo post incendiario – tutti avrebbero voluto che venisse dato a me per la mia interpretazione in Mery per sempre, oppure al mio amico e collega Marco Leonardi per il film Nuovo Cinema Paradiso. Era una gara tra noi, due film che sono stati in lizza fino all’ultimo per andare agli Oscar. Poi, come tutti sappiamo, andò a Cinema Paradiso e vinse l’Oscar. Mentre Mery per sempre vinse il gran premio speciale della giuria a Cannes. In questi due film, ancora oggi attuali a distanza di 36 anni, c’eravamo noi due e la scelta era scontata visto il successo dei film e l’interpretazione da ‘attori non protagonisti’. Ma cosa successe alla fine? Quello che succede da sempre, e cioè che sia io che Marco, non facendo parte della solita minestra di comunisti sinistroidi che lavorano e ricevono finanziamenti a gogò e che si spartiscono i David tra loro, nessuno dei due viene candidato».
Hanno candidato l’unico romano di un film siciliano
«E chi candidano alla fine? Claudio Amendola, l’unico romano nel film Mery per sempre, nota stonata imposto da Claudio Bonivento a Marco Risi (perché sotto contratto con lui) e che senza sarebbe saltato il film, ma che con lui ha rovinato la perfezione di quel film. Ovviamente non ha vinto Amendola. Nulla contro di lui, riconosco le sue capacità, ma pubblico e addetti ai lavori avrebbero voluto o io o Marco vincere il premio. Questo per farvi capire che i David presi da certi attori non sono perché meritevoli di ruoli interpretati egregiamente, ma regali di una cinettopoli oramai giunta al capolinea. Povera Italia – conclude Francesco Benigno il suo post al veleno – e poi si lamentano che i nostri film non varcano i confini, e vedi un po’!».