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Energia e nucleare: l’Italia punta sulla neutralità tecnologica e rafforza la sua strategia per l’indipendenza

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Energia e nucleare: l’Italia punta sulla neutralità tecnologica e rafforza la sua strategia per l’indipendenza

Energia - di Villy de Luca - 29 Giugno 2025 alle 07:00

Il 95% degli italiani ritiene l’indipendenza energetica una priorità, ma oltre la metà della popolazione dichiara di avere difficoltà a orientarsi nel complesso scenario dell’energia. In parallelo, il 62% si aspetta aumenti in bolletta, mentre solo il 14% prevede una diminuzione dei costi. Questo quadro riflette un’esigenza chiara: costruire una strategia energetica nazionale più autonoma, stabile e comprensibile. In questa direzione si muove il governo italiano, che ha recentemente aderito ufficialmente all’Alleanza nucleare europea, dopo una prima fase di osservazione. La decisione, comunicata a Lussemburgo in occasione del Consiglio Energia del 16 giugno, rappresenta un passaggio importante verso una politica energetica fondata sul principio della neutralità tecnologica. Si tratta di una scelta strategica che consente all’Italia di accedere a strumenti, sinergie e filiere europee fondamentali per lo sviluppo del nucleare civile, in particolare quello di nuova generazione.

Energia e nucleare: il governo ha una strategia

Parallelamente, il governo ha già avviato una strategia nazionale che punta a una rivalutazione pragmatica del ruolo dell’energia nucleare come fonte decarbonizzata, sicura, affidabile e programmabile. L’obiettivo è duplice: rafforzare la sicurezza energetica del Paese e contenere i costi per famiglie e imprese, favorendo allo stesso tempo la transizione ecologica. I dati più recenti confermano che il consenso sul nucleare è in crescita: il 46% degli italiani si dichiara favorevole, una quota che sale al 54% tra coloro che ricevono una corretta informazione. Questo indica che l’opinione pubblica è aperta a un approccio razionale e informato, soprattutto se sostenuto da una visione istituzionale chiara e coerente.

Quali sono gli strumenti favorevoli?

Tra le soluzioni più promettenti spiccano i reattori modulari di piccola taglia (SMR). Questi impianti presentano vantaggi strutturali rilevanti: sono più compatti, meno costosi da costruire, più rapidi da mettere in esercizio e perfettamente integrabili in un sistema industriale come quello italiano, caratterizzato da un’alta densità di piccole e medie imprese distribuite sul territorio. Inoltre, gli SMR sono adatti a garantire continuità di fornitura e stabilità della rete, anche in scenari di produzione energetica decentralizzata. L’Italia dispone già oggi di competenze avanzate nel settore nucleare, essendo il secondo Paese europeo per capacità industriale nella filiera. Una nuova stagione di investimenti mirati potrebbe rafforzare il ruolo delle imprese italiane nella supply chain europea, generando occupazione qualificata, innovazione tecnologica e ritorni economici concreti.

Partenariati industriali e scelte importanti

Il governo ha già messo in campo scelte operative importanti e molto altro è in cantiere: dallo sviluppo di nuovi partenariati industriali all’attivazione di progetti pilota, passando per l’allineamento normativo e la definizione di una roadmap di lungo periodo. In questo contesto, è essenziale evitare un eccessivo ricorso al debito pubblico, puntando piuttosto su investimenti sostenibili, fondi europei già esistenti e capitali privati. L’Italia è tornata a essere protagonista nel dibattito energetico europeo. Adesso ha tutte le carte in regola per costruire una transizione sicura, tecnologicamente avanzata ed economicamente sostenibile, all’altezza delle sfide del nostro tempo.

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di Villy de Luca - 29 Giugno 2025