
La decisione del gip
Corruzione a Prato, “gravi elementi” contro l’ex sindaco del Pd. Va ai domiciliari l’imprenditore che ha pagato
C’è una nuova svolta nell’inchiesta per corruzione a Prato, che ha scosso la vita politica cittadina senza risparmiare le conseguenze sullo scenario regionale. Stamattina i carabinieri del Ros hanno eseguito l’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari per l’imprenditore pratese Riccardo Matteini Bresci, in qualità di corruttore dell’ex sindaco del Pd Ilaria Bugetti, che ha rassegnato le dimissioni dall’incarico venerdì scorso. Nonostante ciò, il primo cittadino non ha ricevuto gli arresti domiciliari, visto che si è dimesso, ma resta comunque indagato per corruzione a piede libero. Intanto, il gip del tribunale di Firenze Angelo Moneti ha ha riconosciuto la sussistenza di “gravi indizi di colpevolezza per il reato di corruzione” a carico sia di Riccardo Matteini Bresci che di Ilaria Bugetti, secondo quanto emerso nel provvedimento a carico dell’imprenditore.
Corruzione a Prato: l’ex sindaco del Pd resta indagato per corruzione a piede libero
Per il gip, tutti gli episodi contestati dalla procura fiorentina, che ha condotto le indagini, restano confermati. L‘ex sindaco pratese si sarebbe “uniformata alle richieste dell’imprenditore sulla base di un rapporto personale fondato su amicizia e gratitudine, sviluppatosi nel tempo per via dei benefici ricevuti negli anni”. Nei confronti di Matteini Bresci è stata applicata la misura cautelare, anche se la procura di Firenze diretta da Filippo Spiezia aveva chiesto l’arresto in carcere. Nel frattempo, il giudice Moneti ha ritenuto che nell’imprenditore sussiste “il pericolo di reiterazione del reato”, evidenziando come Riccardo Matteini Bresci dimostri “una tendenza ad utilizzare persone in cariche pubbliche per ottenere vantaggi personali, piegando ai propri interessi la loro funzione istituzionale”.
La posizione della sindaca è diversa
La posizione del sindaco di Prato è diversa rispetto a quella dell’imprenditore. Non a caso, il gip ha rifiutato la rchiesta di misura cautelare degli arresti domiciliari avanzata dalla Procura nei confronti di Ilaria Bugetti. La decisione non è collegata all’assenza di indizi: il giudice, infatti, ha riconosciuto la presenza dei “gravi elementi” a carico anche per lei. Le dimissioni diventeranno irrevocabili solo dopo i venti giorni previsti dall’art. 53, comma 3 del D.lgs. 18 agosto 2000 n. 267 nel Testo unico degli enti locali, ma secondo il gip “non si può dubitare della loro serietà”. Le dimissioni, secondo il magistrato, “eliminano il pericolo di reiterazione del reato”. Se invece Bugetti avesse deciso di mantenere l’incarico, “avendo adottato per anni un comportamento penalmente rilevante” come si legge nel provvedimento, allora il rischio sarebbe stato immanente.