
Altro che prof a Firenze
Conte smentito anche dall’archivio youtube: al vertice Nato s’impegnava ad aumentare le spese militari (video)
«Facevo il professore a Firenze, quando è stato firmato l’aumento delle spese militari per la Nato per portarle al 2% del Pil», sentenzia Giuseppe Conte in aula. L’ex premier lo ha ripetuto con tono convinto e apodittico anche a L’aria che tira, su La 7. Purtroppo per lui, nell’epoca digitale “verba volant, video (e non solo scripta) manent”.
Lettera a uno statista mai NATO: ecco cosa dichiarava Conte
Basta attingere ai filmati ancora reperibili su Youtube: è il luglio del 2018, a poco più di un mese dal suo insediamento il presidente del Consiglio, al posto della pochette ha una spilla della Nato. Quando all’epoca Trump lo trattava come sappiamo, storpiandogli pure il nome e chiamandolo “Giuseppi”. Conte all’epoca non era professore a Firenze, era capo del governo italiano e diceva: «Vorrei dichiarare pubblicamente che nel momento in cui gli Stati Uniti dicono che loro contribuiscono alle spese per la difesa in modo eccessivamente gravoso per la loro Nazione rispetto ai contributi degli altri paesi, è qualcosa che corrisponde alla realtà. (…) Il problema posto (…) di un riequilibrio economico, non possiamo dire che non esiste. (…)» riconoscendo che «giustamente» gli Stati Uniti evidenziavano che l’Alleanza fosse molto concentrata anche sulla difesa degli interessi europei.
Affermava inoltre: «L’Italia ha ereditato degli impegni di spesa per quanto riguarda il contributo alla NATO. Impegni di spesa che noi non abbiamo alterato, quindi nessuna spesa aggiuntiva” . Si giustificava, poi, sostenendo: “in particolar modo nell’ambito della NATO ci sono degli impegni assunti che ovviamente non si cambiano dall’oggi al domani».
“Non abbiamo alterato”, una frase che non lascia margini di ambiguità. Tradotto in parole povere: non sono state apportate modifiche in nessun senso. Molto semplicemente ed evidentemente significa che non sono stati concordati, in tale sede, aumenti ulteriori rispetto al 2% ma non significa che l’Italia non fosse intenzionata a raggiungerlo quel 2%. Cambiare le carte in tavola, 7 anni dopo, per lucrare qualche beneficio elettorale, suona davvero offensivo per gli italiani e in particolare per gli elettori del Movimento 5 Stelle.
I pacifinti del M5s hanno votato l’aumento delle spese militari coi governi Conte
Al video va aggiunta anche la dichiarazione NATO di Bruxelles firmata anche da Conte, nella quale, tra l’altro, i leader riaffermavano «il nostro incrollabile impegno su tutti gli aspetti del Defence Investment Pledge concordato al Summit del 2014 e di presentare piani nazionali credibili per la sua attuazione, incluse le linee guida di spesa per il 2024, le capacità pianificate e i contributi. Un’equa condivisione degli oneri sostiene la coesione, la solidarietà, la credibilità e la capacità dell’Alleanza di rispettare i nostri impegni». Il professore Conte stava a Firenze nel 2014, ma nel 2018 era a Palazzo Chigi: a meno che non abbia mandato il suo gemello sprovveduto, quello che Trump chiamava Giuseppi.
E se qualcuno degli elettori grillini vuole ostinatamente credere a quello che dice Conte oggi, si vada a leggere gli aridi numeri delle spese per la difesa. Gli esecutivi guidati da Conte hanno incrementato le spese per la difesa con ben 22 schemi di decreto ministeriale nella fase tra il 2019 e il 2022, con spese di 10 miliardi, con un altro fondo di 12 miliardi e mezzo, che hanno innalzato a 25 miliardi le spese per la Difesa.
E tanto per essere chiari, il Movimento 5 Stelle, nel 2021, 4 anni prima delle manifestazioni in piazza per la pace e per il disarmo, ha votato in Parlamento a favore di un aumento delle risorse del fondo per la Difesa fino a 25,5 miliardi. Anche in quel caso, Conte era a Roma e non “a fare il professore a Firenze”.