
"L'Italia dei Conservatori"
C’è sempre più voglia di Conservatorismo, anche in libreria: il saggio di Giubilei fra i dieci più venduti online
Il testo smonta l'idea che quella tradizione politica sia solamente anglo-sassone e ne ripercorre la storia italiana, dalle radici culturali all'affermazione di Giorgia Meloni
L’Italia dei Conservatori di Francesco Giubilei (Giubilei Regnani edizioni) risulta fra i libri più venduti. Soprattutto in rete. La dimostrazione di un interesse vivo e concreto per una tradizione politico-culturale erroneamente attribuita solo al mondo anglo-sassone. Il testo, pubblicato a fine marzo scorso, è nella decina di saggistica dei libri più letti online che comprende Amazon e tutti i canali di vendita in rete.
Il Conservatorismo, da Roma a Prezzolini
Nel libro, il direttore scientifico della Fondazione An e presidente di Nazione Futura, affronta proprio la questione delle radici italiane del Conservatorismo. Individuandone la genesi già nell’antica Roma e riscontrando nel cattolicesimo, nel Medioevo, nell’esperienza della Serenissima e nel contrasto alle derive giacobine della Rivoluzione francese i suoi tratti salienti. Da Catone il Censore e Cicerone a Giambattista Vico, da Vincenzo Cuoco e Giacomo Leopardi fino a Giuseppe Prezzolini arrivando a Leo Longanesi e Indro Montanelli, l’autore individua le figure ascrivibili a una tradizione di conservatorismo italiano e si sofferma sulle cause della mancanza nel Novecento.
L’Italia dei Conservatori e il pensiero filosofico
Il testo di Francesco Giubilei smonta anche l’idea del conservatorismo come espressione di un sentimento reazionario. La sua identità filosofica, soprattutto attraverso l’opera vichiana, non è nostalgismo o retroguardia, ma attenzione sociale e rispetto della tradizione. Una constatazione valoriale che vuole confutare l’assioma che il concetto di destra liberale e politica appartenga a un’Europa totalmente distante dall’Italia.
Da Prezzolini sino a Giorgia Meloni
Le figure contemporanee, come quella di Giuseppe Prezzolini, autodefinitosi “anarchico-conservatore” toccano Giovanni Papini, Leo Longanesi, Indro Montanelli. Ma anche un’identità cristiana che non lambisce la laicità e il rispetto per ogni credo religioso.
Si arriva sino ai giorni nostri e all’ascesa di Giorgia Meloni, tracciando nel suo percorso politico e nella sua esperienza di governo i contenuti di un conservatorismo illuminato, che riporta tracce di una cultura illuminata che, nel Novecento, è stata via via trascurata dal pensiero unico dominante. Giubilei esalta la specificità italiana e restituisce una verità storica che era stata celata per troppo tempo.