
Il dolore di una Nazione
Carabiniere ucciso, la commovente lettera di moglie e figlie di Carlo Legrottaglie: «L’Italia si è fermata per lui. Non siamo rimaste sole»
I familiari ricordano il brigadiere capo e ringraziano per la vicinanza ricevuta da istituzioni e cittadini: «In quel vuoto così grande, ci siete stati»
«In questi giorni che ci hanno cambiati per sempre, ci siamo trovati in un silenzio fatto di assenze, di stanze vuote e di parole che non escono. In un istante, la vita che conoscevamo non c’era più. Ma in quel vuoto così grande, non siamo rimasti soli. Ci siete stati. Con una carezza, un abbraccio, infiniti messaggi e tanti sguardi. Ci siete stati con la vostra presenza, vera e sincera. Ci avete fatto sentire meno soli». Così in una lettera aperta la moglie Eugenia Pastore, le due figlie gemelle di 15 anni e tutta la famiglia di Carlo Legrottaglie, il brigadiere capo dei carabinieri di 59 anni, in servizio nel Nucleo radiomobile della Compagnia di Francavilla Fontana, in provincia di Brindisi, ucciso la mattina di giovedì scorso durante un conflitto a fuoco.
La commovente lettera dei familiari di Carlo Legrottaglie
«Non avremmo mai pensato di scrivere queste parole», aggiungono. «Non per raccontare la morte di Carlo. Non così. Ma oggi sentiamo il bisogno di dire grazie. Un grazie che non è una formalità, è un filo che tiene insieme le macerie del nostro dolore. È l’unico modo che abbiamo per restituire un po’ di quello che abbiamo ricevuto da tutta l’Italia. Carlo – continuano – era un uomo semplice e profondo. Non cercava applausi, non amava apparire. Ma sapeva esserci. Per i colleghi, per la divisa, per le persone e per le comunità. E più di tutto – sottolineano i familiari del brigadiere – per noi. Per la sua famiglia».
Il ritratto dell’uomo: «Ti faceva sentire al sicuro con la sola presenza»
«Era uno di quei padri – ricordano ancora i familiari di Carlo Legrottaglie – che ti fa sentire al sicuro solo con la sua presenza. Quando abbiamo ricevuto la notizia, il mondo si è fermato. Tutto è diventato buio. Pensavamo di essere soli. Ma poi è successo qualcosa. Le strade – affermano – si sono riempite di silenzio e di rispetto. Gli occhi della gente erano pieni di lacrime sincere. Da ogni parte d’Italia. Come se tutti avessero capito chi era davvero Carlo. E poi, la presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. La sua mano, il suo sguardo e il suo conforto. Non servivano parole. È stato un gesto che ha detto tutto. Non era solo un atto istituzionale. Per noi è stato come sentire che l’Italia intera si è stretta intorno a Carlo. E intorno a noi».
Il grazie a Mattarella, Meloni e all’Arma dei carabinieri
I familiari del brigadiere ringraziano la «Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il Governo per la vicinanza, i ministri presenti Guido Crosetto e Matteo Piantedosi, il vicepresidente della Commissione europea Raffaele Fitto, il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, i numerosi rappresentanti delle istituzioni e le autorità tutte. Grazie alla Città di Ostuni e al sindaco Angelo Pomes, alla Città di Francavilla Fontana e al sindaco Antonello Denuzzo, ad ogni comunità e ai sindaci venuti da ogni parte della Puglia. Grazie di cuore all’Agenzia funebre “Fratelli Ciola”, per il rispetto e il garbo».
Carlo Legrottaglie «viveva per la divisa, per il dovere fatto con rispetto»
«Il ringraziamento della nostra famiglia va a tutta l’Arma dei Carabinieri – sottolineano la signora Eugenia e le figlie – che in questi giorni ci ha abbracciati come una vera famiglia. Sempre presenti, silenziosi, forti e uniti. Carlo avrebbe detto con orgoglio: “Sono uno di loro”. E noi lo diciamo oggi, con commozione: siete stati la sua seconda casa e adesso siete anche la nostra. Grazie al Comandante Marco Guardo e ai colleghi di Carlo. Al comandante Massimo Cicala e al comandante Vito Sacchi, rispettivamente delle compagnie di Fasano e San Vito dei Normanni. Grazie a tutti i vertici e ai componenti delle forze dell’ordine per l’immancabile sostegno. A Sua Eccellenza Monsignor Gian Franco Saba e a Sua Eccellenza Monsignor Giovanni Intini. Carlo amava quella divisa».
La «gratitudine immensa» per la vicinanza ricevuta da tutta Italia
«Viveva per gli stivali, per il dovere fatto con rispetto. Era sempre impeccabile. Ma sotto quella divisa c’era un cuore grande, silenzioso e buono. A chi ci ha scritto anche solo una frase, a chi ha acceso una candela, a chi ha pianto senza conoscerci: vi abbiamo sentiti. E questo ci ha aiutati. Non toglie il dolore. Ma gli dà senso. Ci dice che Carlo non è morto invano. Che la sua vita è stata un dono. Per noi e per tanti. L’Italia – scrivono i familiari del brigadiere capo – si è fermata per il nostro Carlo. E per noi, questo non sarà mai dimenticato. Quando sentiremo che andare avanti sarà troppo difficile, ci ricorderemo di voi. Di questa immensa onda di affetto. E allora capiremo che Carlo non se n’è mai andato davvero. Con gratitudine immensa».