
Amnesie sinistre
Camusso, Cofferati, D’Antoni e compagni: quei leader sindacali che sono andati a comandare prima di Sbarra
L'ex segretario Cisl entra nel governo Meloni e la sinistra lo accusa di tradimento, mentre per decenni ha portato i sindacalisti della Triplice in Parlamento o al governo
Sbarra il traditore! Il Sindacato ha perso la sua autonomia! Sono queste le reazioni del centrosinistra e dei suoi organi editoriali all’ingresso dell’ex segretario Cisl nel governo Meloni. Una narrazione che è essenzialmente ipocrita, perché se c’è una cosa che ci ha insegnato la storia della prima e seconda Repubblica è il rapporto contiguo fra la Triplice e il mondo della sinistra. Lungo l’elenco dei sindacalisti diventati parlamentari o ministri di partiti e governi biancorossi.
Il lungo elenco da Lama a Cofferati passando per Bertinotti
Fare un elenco dei sindacalisti passati a Montecitorio, Palazzo Madama e Palazzo Chigi è quasi impossibile. Tanto è lungo. Basta citare i casi più evidenti. Luciano Lama, storico leader della Cgil, fece più volte il gioco dell’oca. Deputato comunista per alcune legislature, il 1969 si dedicò al sindacato. Conclusa l’esperienza alla Cgil il ritorno in Parlamento, dal 1987 al 94, come senatore del Pci e del Pds. Fausto Bertinotti dalla Cgil passò a fare il deputato e leader di Rifondazione Comunista e poi il presidente della Camera. Per non parlare di Sergio D’Antoni, segretario nazionale della Cisl, passò dal fronte berlusconiano all’Ulivo entrando in Parlamento, diventando viceministro nel governo Prodi.
Marini, Benvenuto, Del Turco: i “compagni” che non sbagliano
Fare il leader sindacale e poi diventare parlamentare o ministro del centrosinistra è sempre stato ritenuto “fisiologico” dai compagni. È successo con Giorgio Benvenuto, segretario Uil e poi ministro con Ciampi, Sergio Cofferati e Susanna Camusso, passati dalla Cgil a Montecitorio. Franco Marini, leader della Cisl, diventò presidente del Senato ma prima fece il ministro del lavoro. Fino ad Ottaviano Del Turco, segretario aggiunto della Cgil e socialista, ministro delle finanze e deputato e poi presidente della Regione Abruzzo.
Furlan e il medice cura te ipsum contro Sbarra
Ancora più singolare che a criticare Luigi Sbarra sia stata la sua predecessore. Annamaria Furlan è infatti senatrice dal 2022. Eletta nel Partito Democratico è passata nelle fila di Italia Viva. Ed è stata la prima ad accusare di “tradimento”, Sbarra. Merita senza dubbio il premio all’incoerenza.
La falsa autonomia del Sindacato e il coraggio di Sbarra
Il Sindacato è sempre stato organico al centrosinistra. La Cgil era la costola del Pci, la Uil del Psi e la Cisl della Dc. Nella seconda Repubblica c’è stata una vera e propria annessione, operata dal Pds, dalla Margherita e poi dal Pd. Che i sindacati fossero autonomi era una favola a cui non credeva nessuno, al punto da registrare una forte crisi di iscritti. Luigi Sbarra, l’unico che ha fatto una scelta diversa, oggi viene esposto al pubblico ludibrio da chi ha scarsa memoria. Con qualche isolata eccezione, come l’ex ministro Andrea Orlando, che parla di operazione intelligente.
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