
Attacchi e ritorsioni
Arriva la risposta di Putin ai droni ucraini, missili sul centro di Kiev: 4 morti e oltre 40 feriti
Mosca e Kiev? Per Trump: "Due bambini che si picchiano". Ma Meloni fa notare che "il Cremlino gioca alla pace solo per propaganda e continua a bombardare le strutture civili"
Dieci droni ucraini abbattuti in volo sopra la regione di Mosca. Lo ha annunciato il sindaco Sergei Sobyanin, mentre i tre aeroporti principali della capitale russa venivano chiusi temporaneamente. Un altro episodio di guerra tecnologica nei cieli, che alimenta la catena senza fine di ritorsioni reciproche. Ma è a Kiev a pagare il prezzo più alto in termini di vite umane.
Kiev in fiamme: “L’offensiva più grande dall’inizio della guerra”
Ma il vero terremoto si è abbattuto stanotte sull’Ucraina, e non solo in senso figurato. Quella che l’aeronautica di Kiev ha definito «la più massiccia offensiva aerea dall’inizio del conflitto» ha colpito la capitale e altre città del Paese: 407 droni e oltre 40 missili balistici e da crociera russi sono piombati su sei quartieri di Kiev, provocando almeno quattro morti — tre secondo il ministro dell’Interno Ihor Klymenko — e più di quaranta feriti, tra cui nove soccorritori. Tre di loro, operatori dei servizi d’emergenza, sono rimasti uccisi mentre tentavano di prestare aiuto durante un precedente attacco. «Lavoravano sotto i bombardamenti per aiutare la gente», ha riportato Klymenko.
BREAKING: Russia strikes back.
Russia has bombed Ukraine’s capital Kiev.
pic.twitter.com/kOzAyOu0ds— ADAM (@AdameMedia) June 6, 2025
Incendi si sono propagati in un condominio di 16 piani, un hangar e una struttura civile. Danneggiati anche i binari della metropolitana. A ovest, nella regione di Lutsk, a ridosso del confine polacco, si contano almeno cinque feriti. A Ternopil si registrano ulteriori danni. Il racconto peggiore arriva per dalla città di Pryluky, nell’Ucraina centrale, dove il capo dei vigili del fuoco, giunto sulla scena dell’attacco, ha trovato i corpi della moglie, della figlia e del nipotino appena nato. «Tre generazioni… non ci sono parole che possano alleviare questo dolore», ha affermato la polizia nazionale alla Cnn.
Zelensky chiede l’intervento dell’Occidente
Nel cuore del Paese, mentre si raccolgono i detriti, si consuma anche il duello mediatico tra chi denuncia e chi nega. Il presidente Volodymyr Zelensky ha chiesto su X un intervento deciso da parte dell’Occidente: «La Russia deve rispondere. È questo il momento perché Stati Uniti ed Europa agiscano in modo decisivo per fermare la guerra. Coloro che non esercitano pressioni sufficienti sono complici dell’aggressione di Mosca».
Dall’altra parte del fronte, Mosca alza la voce con la retorica della madrepatria. Il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, ha parlato di «discriminazioni e terrore aperto contro tutto ciò che è russo» da parte del «regime di Kiev», e ha ribadito che «la Russia non lascerà in difficoltà i russi e i russofoni» e insisterà sul «pieno ripristino dei diritti» come condizione irrinunciabile per una soluzione pacifica. Il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov ha rincarato la dose: «Questa è una questione esistenziale, una questione di interessi nazionali, sicurezza, il nostro futuro e quello dei nostri figli».
Trump: “Lasciamoli picchiare un altro po’”
E mentre la guerra bussa con forza alle porte dell’Europa, da Washington il presidente Donald Trump adotta un’altra metafora: «A volte vedi due ragazzini che si picchiano nel parco, a volte è meglio lasciarli fare prima di separarli», ha dichiarato, paragonandosi ad una sorta di un arbitro di hockey. «Il cattivo sangue e il profondo odio fra le due parti, insieme all’impegno del presidente Putin di rispondere per l’attacco dei droni ucraini di domenica contro le basi strategiche in Russia rendono difficile raggiungere un cessate il fuoco a breve».