
Alla Sala Nassiriya
Al convegno sul femminismo di destra, Verini apre al governo: “La legge sul femminicidio va votata da tutti”
Sul ddl femminicidio maggioranza e opposizione potrebbero trovare una convergenza più unica che rara. L’anticipazione che non ti aspetti arriva in un torrido pomeriggio di giugno, alla sala Nassiriya del Senato, in occasione della presentazione del libro “L’altro Femminismo” (Eclettica edizioni) curato da Annalisa Terranova e Cristina Di Giorgi.
Femminicidio, mano tesa di Verini alla maggioranza
Davanti a una platea a stragrande maggioranza di donne, il senatore dem Walter Verini lancia l’avviso ai naviganti: «Non sono un fanatico della cultura woke, non sono per la gpa, sono un vecchio comunista degli anni ’70, che ancora ricorda con sgomento una scritta sui muri di Perugia ‘Castrarne uno, per educarne cento’. Fatto salvo il bipolarismo, su certi terreni è giusto confrontarsi e la legge sul femminicidio d’iniziativa del governo Meloni, pur con tutte le criticità costituzionali, è una legge che a mio avviso dobbiamo votare tutti insieme per dare un segnale al Paese».
All’evento organizzato dalla senatrice di Fratelli d’Italia Susanna Campione, che sul ddl femminicidio è relatrice a Palazzo Madama, l’apertura di Verini è un sasso nello stagno della logica delle contrapposizioni sterili. La presentazione del libro è l’occasione per ragionare sulle donne di destra per anni ignorate dalla narrazione ufficiale che, al massimo, spiega Annalisa Terranova, «le ha dipinte le donne della destra a metà strada tra le dame di San Vincenzo e delle signore annoiate che parlano di parrucchiere e aperitivi. L’ex vicedirettore del Secolo, oggi firma di Libero rivendica una storia antica del femminismo di destra. «A destra abbiamo scritto Eowyn, rivista delle donne. Abbiamo anticipati tanti temi, avevamo già i gruppi di studio sulla bioetica e parlavamo di condizione femminile nel terzo mondo cinquant’anni fa».
Bocchino: l’unica volta d’accordo con Travaglio sul patriarcato
Un concetto ribadito dall’altra curatrice del libro, la giornalista e saggista Cristina Di Giorgi: «La storia di Giorgia Meloni conferma che noi donne di destra non abbiamo bisogno delle quote rosa che reputo delle quote panda. Vogliamo arrivare senza aiutini ma per merito». A portare un’altra prospettiva dal punto di vista maschile Italo Bocchino. Il direttore editoriale del Secolo d’Italia ricorda che l’unica volta che si è trovato d’accordo in tre anni di confronti con Marco Travaglio quando si parlava di “patriarcato”. «Entrambi lo abbiamo escluso. Questa roba in Italia non esiste, esiste in alcune comunità di immigrati. Concordavamo ma fummo aggrediti dalle donne in studio. In Italia c’è un residuo di maschilismo, nei fatti e nei modi. Una battaglia culturale che dobbiamo condurre da genitori». «Il nostro Pantheon – aggiunge Bocchino – è fatto dalle nostre madri e dalle nostre donne, che avevano un ruolo attivo». Ci è stato trasmesso un grande rispetto nei confronti delle donne. Una delle grandi vergogne è il divario retributivo tra donne e uomini. E per fortuna con il premier donna abbiamo il record di occupazione femminile».
Campione (FdI): oltre il femminismo di destra un’occasione di dialogo
Sulla parità di genere, per la promotrice del convegno, Susanna Donatella Campione, «ognuno di noi, dalla sua cultura politica, può dare un contributo importante a questo tema e io credo che oggi forse abbiamo iniziato a fare quest’operazione culturale importante».
A proposito di dialogo e di contributo di tutti, si è parlato anche della legge che dovrebbe istituire il reato di femminicidio, e della proposta di legge a prima firma Campione che riguarda proprio la violenza sulle donne nei teatri di guerra. «In Commissione Giustizia di Palazzo Madama Senato – spiega la senatrice di FdI – c’è una grande convergenza tra maggioranza e opposizione e questo ci fa veramente ben sperare in una collaborazione su temi che non hanno colore politico, ma devono essere di tutti». Oltre alla politica, si parla di cultura spesso come elemento mancante per un efficace contrasto alla violenza e alle disparità di genere: su questo terreno forse le divergenze tra destra e sinistra sono ancora marcate, ma Campione sottolinea: «È forse il punto nevralgico per noi. Per me esistono due concetti: empatia e rispetto. Per l’opposizione diciamo che l’ottica è un po’ diversa, però insomma, si dialoga. Quello che è importante secondo me è portare il dibattito su questi temi».
L’altro femminismo oltre a quelli delle curatrici Terranova e Di Giorgi raccoglie gli interventi di Simonetta Bartolini, Brunella Bolloli, Nausica Cangini, Monica Dimonte, Dounia Ettaib, Madina Fabretto, Manuela Lombardi, Francesca Notargiovanni, Germana Pigliucci, Gloria Sabatini, Alessia Serrao.