
Re Mida degli affari
Affari a gonfie vele per D’Alema tra consulenze, agriturismo e vini: da politico aveva sbagliato mestiere
Vuoi vedere che Massimo D’Alema ha sbagliato mestiere e che anziché il politico avrebbe fatto meglio a coltivare il suo senso degli affari? Viene da pensarci leggendo l’articolo di Fosca Bincher, pseudonimo di Franco Bechis, che su Open ha sottoposto ai raggi X i bilanci delle aziende dell’ex premier. Risultati lusinghieri, il resconto dettagliatissimo, al limite del pedante, degno di un quotidiano economico, dipinge una sorta di Re Mida della imprenditoria italiana.
Un campione del Made in Italy: a cominciare dalla sua ormai nota produzione di vini, grazie alla consulenza del mago dell’enologia, quel Riccardo Cotarella che “firma” i vini di altri vip come Sting e Bruno Vespa. Ma anche consulenza geopolitica e ora anche hospitality.
D’Alema e gli affari: London calling
“La cassaforte principale per i guadagni si chiama DL&M advisor. L’Srl con cui dal 2019 D’Alema conduce la sua attività di consulenza strategica, ben oltre i confini nazionali, macina per il secondo anno di fila guadagni di tutto rispetto”, premette l’articolo di Bechis. Se “nel 2023 gli utili erano quasi quadruplicati, balzando da meno di 400mila a 1.358.662 euro. Nel successivo 2024, come emerge dal bilancio depositato a fine maggio, è andata ancora meglio, con utili a fine esercizio per 1.578.170 euro”. E ancora: “dal bilancio 2024 emerge poi un altro dato interessante sulle attività di consulenza di D’Alema – nella maggior parte dei casi mediazioni di alto livello e raccomandazioni su investimenti sfruttando il network di conoscenze internazionali costruito negli anni: la crescente «sprovincializzazione».
D’Alema si è poi specializzato in affari con clienti nel Regno Unito. Gli hanno fruttato ricavi quasi pari a quelli fatti in Italia: 1.220mila euro a fronte di 1.277.668. Balzo notevole se si considera che nel 2023 gli incassi «londinesi» si erano fermati a quota 300mila.
Insomma, Baffino negli affari non sbaglia un colpo: una deriva decisamente diversa alla politica, che ha lasciato 17 anni, dove da leader dei Ds, premier e ministro degli Esteri, ha preso solenni cantonate. Con il senno di poi avrebbe fatto meglio a occuparsi solo di affari: sarebbe stato un bene per il suo portafoglio e (visto da destra) anche per gli italiani.