
"L'impegno per la verità"
A Montecitorio la borsa di Paolo Borsellino, Meloni: “Scritta una pagina di storia del Parlamento”. L’intervento della premier
Nel Transatlantico di Montecitorio, la cerimonia in memoria di Paolo Borsellino, si è arricchita della prima esposizione della borsa che il giudice aveva con sé il giorno della strage di Via D’Amelio, il 19 luglio 1992. “Scriviamo una pagina di storia del Parlamento” , scandisce la premier alla presenza del presidente della Repubblica e delle istituzioni. In quella valigetta c’era l’agenda rossa del magistrato, poi scomparsa. Oggi il testimone di Borsellino è ancora “nelle mani di tanti”, ha detto il presidente del Consiglio, ricordando come il suo impegno politico iniziò proprio dopo quella maledetta strage. Il sacrificio del giudice Paolo Borsellino “ha motivato non solo me ma tanti altri”, ha ricordato. Dalle stragi di mafia è partito “un movimento di popolo”, un popolo che “ha detto no alla violenza”. Le stragi, ha rimarcato Meloni, hanno rappresentato “un errore” di Cosa Nostra, che sottovalutò la reazione dell’opinione pubblica italiana.
Meloni: “Il testimone di Borsellino è nelle mani di tanti”
Sono passati 33 anni e conservo ancora un’immagine estremamente nitida di quel giorno, di quel momento, delle immagini al telegiornale di quella devastazione e di quell’improvviso senso di urgenza, di quella sensazione che non avesse senso provare rabbia se non si riusciva anche a trasformare quella rabbia in qualcosa di concreto, in un impegno, in una mobilitazione“, ha proseguito Meloni. Per questo è necessario “sostenere” tutti gli sforzi per arrivare “alla verità” sulle stragi di mafia. Questo l’appello rivolto dalla premier. Una cerimonia commovente, presenti il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il presidente della Camera Lorenzo Fontana, il presidente del Senato Ignazio La Russa, la Presidente della Commissione Antimafia Chiara Colosimo. Partecipano i figli di Paolo Borsellino e di Manuela Canale, figlia del tenente colonnello Carmelo Canale, tra i più stretti collaboratori del giudice ucciso. “Quella borsa è il simbolo della dedizione al lavoro e della sacralità con cui concepiva servizio”, commenta la figlia di Borsellino, Lucia.
Solo due mesi prima dell’attentato- ricorda La Russa- ”durante la votazione per l’elezione del presidente della Repubblica, all’11ma votazione, insieme a tutti i parlamentari del Movimento sociale italiano, ebbe 47 voti: avevamo votato simbolicamente come presidente della Repubblica Paolo Borsellino. Nella nostra intenzione vi era l’indicazione di un uomo al di sopra delle parti”; un uomo che ”rappresentava l’amore per la patria, l’indefessa volontà di servire la nazione”; ”l’impegno coraggioso contro la criminalità organizzata e la sua caparbietà di non indietreggiare davanti al pericolo”.
Colosimo: “La borsa di Paolo Borsellino è l’insegnamento di un uomo solo”
La borsa di Paolo Borsellino “dentro è intatta come intatto è l’insegnamento di un uomo che – solo – ha incarnato il senso del dovere più profondo, il rispetto assoluto per le istituzioni, la sete di giustizia per Palermo e la sua patria tutta”. Lo afferma Chiara Colosimo, presidente della Commissione Antimafia, durante la cerimonia, nel Transatlantico di Montecitorio, in memoria del giudice, nel corso della quale è stata presentata la prima esposizione della borsa che aveva con sé il giorno della strage di Via D’Amelio.
Un discorso bellissimo che viene dal cuore e testimonia un altissimo impegno civile. Grazie, Presidente Meloni!