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Espresso macchiato, ma non di rosso: Tommy Cash si rifiuta di cantare “Bella ciao” (video)

Il cantante in Italia

Espresso macchiato, ma non di rosso: Tommy Cash si rifiuta di cantare “Bella ciao” (video)

I Video del Secolo - di Gabriele Caramelli - 2 Maggio 2025 alle 16:16

Il cantante estone Tommy Cash ha rifiutato di cantare «Bella ciao» davanti alla telecamera di un inviato dei The Journalai. L’autore della canzone intitolata “Espresso macchiato”, candidata all’Eurovision, non ha alcuna simpatia nei confronti del brano partigiano. «Conosci ‘Bella ciao’?», chiede l’intervistatore a Tommy Cash nel video, che risponde: «Certo». «La canteresti per me?», incalza ancora l’inviato che però si vede rifilare il «No» secco del cantante ora in gara all’Eurovision. «Tommy Cash dice ‘No’ a “Bella ciao’. E noi capiamo benissimo perché – scrivono i ragazzi della Lega giovani su Instagram – quando vieni da un paese come l’Estonia, che ha davvero conosciuto l’oppressione comunista, certi ‘inni di libertà’ italiani suonano un po’…stonati». «Un grazie a Tommy Cash per averci ricordato che la libertà non è mai ideologica», ha proseguito la nota dell’organizzazione giovanile leghista.

Tommy Cash e il no al brano dei partigiani: «Non è la mia canzone»

«Non è la mia canzone», ha rimarcato ancora Tommy Cash, quando l’intervistatore gli ha fatto notare che nella sua canzone è presente la frase: «Ciao bella». Il cantante estone non è stato ingenuo ed ha capito immediatamente di cosa si trattasse, senza cadere nel trappolone del proselitismo e continuando a servire il caffè all’evento in cui stava presenziando, come pubblicità della sua partecipazione all’Eurovision. Ci saranno rimasti male sicuramente gli antifascisti, chiaramente delusi per aver perso un possibile baluardo della lotta contro i “Mulini a vento”.

Dopo l’occupazione sovietica dell’Estonia avvenuta nel 1949, il 29 gennaio dello stesso anno Josif Stalin firmò un documento segreto intitolato «Operazione Priboi», con cui diede inizio alla deportazione di ventimila e più cittadini nei campi di concentramento noti come “Gulag”. Il ricordo è ancora vivo nella memoria del popolo estone, come rammenta Linkiesta, ed è quindi comprensibile che uno come Tommy Cash non voglia cantare una canzone cara ai comunisti in generale.

 

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di Gabriele Caramelli - 2 Maggio 2025