
Pressione diplomatica
Tajani: “Siamo amici di Israele, ma diciamo basta alla guerra. Hamas ha perso, è il momento di fare una tregua”
Il ministro degli Esteri e vicepremier azzurro a tutto campo su Gaza, Ucraina, Iran, dazi e Europa: "Grazie al lavoro diplomatico italiano e della premier Meloni si è riusciti ad agevolare il dialogo tra l’Ue e gli Usa. Roma è diventata centrale di pace"
«Siamo amici di Israele, ma ora diciamo basta guerra. È il momento di fare la tregua». Così Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli Esteri, intervenendo a ReStart questa mattina su Rai3. Una dichiarazione che pesa come una nota diplomatica ufficiale e segna una linea chiara: l’Italia, da sempre amica e alleata di Israele, ora chiede la pace perché «la popolazione civile di Gaza sta soffrendo troppo».
Tajani: “Hamas ha trascinato Israele in una guerra dove i civili sono usati come scudo”
Parole nette, scandite con l’ordine e la compostezza di chi non intende cedere né all’emotività né al calcolo politico. «La trappola di Hamas ha trascinato Israele in una guerra che la popolazione civile sta pagando». Il titolare della Farnesina non ha esitato a puntare il dito contro il gruppo terrorista: «Hamas ha un’enorme responsabilità rispetto al proprio popolo, che sta usando come scudo umano». E ancora: «È criminale costruire basi militari sotto gli ospedali».
Ucraina: “Trump è stato fermo con Putin”
Sullo scacchiere ucraino invece, Tajani ha escluso categoricamente un disimpegno degli Stati Uniti. «Non credo in un disimpegno dell’America», ha dichiarato, commentando le recenti dichiarazioni del presidente Trump. «Le parole di ieri di Trump sono state ferme nei confronti di Putin», ha sottolineato il ministro, ribadendo che Mosca non si arrenderà facilmente. «La Russia non chiuderà mai un accordo in tempi brevissimi», ha spiegato. «Anzi, cercherà di conquistare più terreno possibile», perché per il Cremlino «è difficile fare una marcia indietro repentina».
Iran: “Roma è diventata centrale per la pace”
Un’apertura significativa arriva poi sul fronte iraniano. «Roma è diventata centrale di pace», ha detto Tajani, riferendosi al quinto giro negoziale tra Washington e Teheran, con la mediazione dell’Oman, avvenuta lo scorso venerdì a Roma. «Siamo pronti a ospitare un nuovo round di colloqui», ha annunciato, raccontando di aver parlato con entrambi le parti in causa. «È emerso che si può disinnescare il rischio che l’Iran costruisca un ordigno nucleare».
Dazi: “Il dialogo Ue-Usa è merito dell’Italia”
Sulla questione dei dazi, Tajani ha riconosciuto il ruolo di Giorgia Meloni come figura chiave nella mediazione internazionale: «Grazie al lavoro diplomatico italiano e della presidente del Consiglio si è riusciti ad agevolare il dialogo tra l’Europa e gli Stati Uniti». E c’è già un primo risultato: nella telefonata tra Trump e von der Leyen è stato trovato «un accordo per ritardare fino al 9 luglio l’introduzione dei dazi», in modo da «usare questo lasso di tempo per trattare».
Tajani ha anche ammonito i catastrofisti: «Più la situazione appare complicata, più bisogna stare calmi. Mai farsi prendere dal panico». Sulla scure dei dazi «non dobbiamo spaventare i mercati, bisogna impedire la crescita dell’inflazione e i danni in Borsa. Occorre lavorare con grande prudenza e determinazione».
Europa: “Parlare contro l’Europa non serve a nulla”
Infine, un chiarimento politico diretto a quella sinistra radical chic che, in assenza di argomentazioni concrete, ricorre a fantasie grottesche pur di attaccare la maggioranza. «Se il governo italiano fosse antieuropeista non esiterei un attimo a lasciarlo», ha affermato Tajani. «La retorica antieuropeista lascia il tempo che trova», ha aggiunto. Nessuna ambiguità nel finale: «Senza l’Europa non si va da nessuna parte. Noi crediamo che l’Europa sia la soluzione ai nostri problemi».