
Memoria di parte
Scuola intitolata a Ramelli, Sala insiste: “Poteva pensarci il centrodestra”. Gasparri: “Dovrebbe vergognarsi”
Il sindaco di Milano conferma il suo no alla proposta di La Russa di dedicare un istituto al militante di FdG ucciso 50 anni fa. Ieri ha parlato di scelta "divisiva", oggi fa lo scaricabarile. Il centrodestra: non è degno di portare la fascia tricolore, la memoria appartiene a tutti
Beppe Sala senza vergogna. Il sindaco di Milano non smentisce la sua verve militante, appena dissimulata dallo sguardo pensoso e bonario. Niente pacificazione nazionale e memoria condivisa. L’ultima dimostrazione arriva con il no alla richiesta di Ignazio La Russa di intitolare una scuola a Sergio Ramelli, lo studente del Fronte della Gioventù ucciso cinquant’anni fa a colpi di chiave inglese da un commando di Avanguardia operaia.
Ramelli, secondo no di Sala all’intitolazione di una scuola
Dopo il primo no, arriva il secondo. Dedicare a Ramelli l’istituto Molinari frequentato dal militante del FdG, costretto poi a cambiare scuola, sarebbe divisivo, aveva detto ieri il sindaco di Milano. Per Sala, simbolo di quella borghesia progressista che parla di inclusione ma seleziona accuratamente chi includere, il giovane di destra non merita un ricordo collettivo. Oggi insiste. “Il centrodestra ha governato a lungo la città, si svegliano adesso con la richiesta? Così è sempre comodo”. Così il primo cittadino di Milano, oltraggiando la memoria di una vittima di destra, lasciata sul selciato per avere scritto un tema contro le Brigate Rossa. Sala poi ha precisato che il compito del sindaco comunque è quello di “esprimere un parere” su queste questioni, e che se una scuola vuole intitolarsi a qualcuno “non ha alcun potere di veto”. Come a dire “a me non piace però…”. Ponzio Pilato non avrebbe saputo fare di meglio.
“Centrodestra ha governato per anni, si svegliano adesso?”
Tutto nasce dalla proposta del presidente del Senato, che, in occasioni delle commemorazioni per i 50 anni dall’assassinio di Ramelli, aveva immaginato l’intitolazione della scuola ricordando un’iniziativa simile per Claudio Varalli, giovane studente militante di sinistra ucciso nel 1975 durante alcuni scontri al quale è intitolato un istituto. Niente da fare. “L’intitolazione a Varalli – precisa Sala – fa seguito a un grande lavoro della scuola stessa durato anni”. Un percorso che secondo il sindaco potrebbe fare chiunque anche per Ramelli ma senza il suo via libera. “Se una scuola ha intenzione di intitolarsi a lui, avvii un percorso di riflessione, perché queste cose devono convincere tutti. Ma non è un atto che si può imporre o che si raggiunge da un giorno all’altro. Politicamente gli fa comodo buttarla addosso a me”.
Gasparri: si vergogni, non è degno di portare la fascia da sindaco
Durissima la reazione del centrodestra. “A quanto pare – dichiara Maurizio Gasparri – per il sindaco di Milano, Sala, la memoria collettiva ha un solo colore. Definisce ‘divisivo’ dedicare una scuola a Ramelli, militante ucciso dai comunisti, mentre nel ricordare le vittime di sinistra è sempre in prima linea. Ancora una volta, Sala si abbandona a dichiarazioni di parte, non degne di chi porta la fascia da sindaco. Fascia che, gli ricordiamo, è tricolore e non solo rossa. Qualcuno – prosegue il presidente dei senatori di Forza Italia – spieghi a Sala che la memoria appartiene a tutti, perché lui, preso dalla sua ideologia, continua a perdere di vista la realtà. Mette sullo stesso piano gli assassini e le vittime. Un comportamento indicibile per il quale si deve vergognare. Penso che, dopo le parole che ha detto, Sala abbia difficoltà a guardarsi allo specchio”.