
"Vogliono imporre la sharia"
Rapporto choc sui Fratelli musulmani: “Vogliono sottometterci, minano la coesione nazionale”. Il dossier che spaventa la Francia
Conservatore, cattolico, antitesi di Macron, il ministro dell’Interno Bruno Retailleau è stato eletto, domenica scorsa, presidente dei Repubblicani (la formazione gollista) con 72.600 voti su 121.617 iscritti, proponendosi come uomo forte della destra francese. Retailleau punta sulla stessa dinamica elettorale che favorì Nicolas Sarkozy (che da ministro dell’Interno represse, nel 2005, con successo la rivolta delle banlieues)nella presidenziale del 2007 contro Ségolène Royal.
Il capo di place Beauvau ha un ruolo privilegiato ed una buona gestione della sicurezza, tema molto sentito dai francesi, può essere un ottimo trampolino di lancio per la corsa all’Eliseo del 2027.
Con tempismo perfetto, Retailleau, appena eletto Presidente di LR, ha reso noto un rapporto di 73 pagine sulla diffusione della rete dei Fratelli Musulmani in Francia. Il documento svela che ben 139 luoghi di culto sono affiliati ai Fratelli Musulmani con una partecipazione di circa 91 mila fedeli ogni venerdì. Grazie a cospicui finanziamenti da parte del Qatar, fino al 2019, dell’Arabia Saudita e alla costante ricerca di “legittimità e rispettabilità”, la Fratellanza Musulmana avanza sotto mentite spoglie per creare veri e propri ecosistemi.
Secondo “Le Figaro” la fratellanza punta molto sull’Europa attraverso una rete strutturata di organizzazioni per fare pressione sulle istituzioni comunitarie con il Consiglio dei musulmani europei (CEM)come “fulcro”. Poi vengono le organizzazioni di attivisti, satelliti del CEM: il Consiglio europeo per la fatwa e la ricerca, il Forum delle organizzazioni giovanili musulmane europee (FEMYSO), gli Istituti europei di scienze umane, Europe Trust (il braccio finanziario), Islamic relief Worldwide (umanitario), il Consiglio europeo degli iman, senza dimenticare la strutturazione di une rete di donne. Una di questeassociazioni, Humani’terre, creata nel 2018 per raccogliere fondi a favore della popolazione palestinese, è oggetto di un’indagine preliminare per il finanziamento di un’impresa terrorista a favore di Hamas.
Questa base associativa consente “una strategia di entrismo nelle istituzioni europee” al servizio di “una visione singolare della libertà religiosa fatta di denuncia dell’islamofobia, di rivendicazioni di criminalizzazione della blasfemia o di implementazione dell’halal.” Nel rapporto si legge anche che le istituzioni europee “sono una fonte importante del finanziamento del movimento.”
Si fa notare che anche i finanziamenti europei ai programmi Erasmus+ sono nel mirino. Il Ministero dell’istruzione francese ha registrato “un aumento delle segnalazioni, negli ultimi due anni, relative al finanziamento di progetti contrari ai valori repubblicani e legati all’islamismo radicale”. La Fratellanza ha solide basi nazionali in Europa come in Belgio, descritto come “crocevia europeo del movimento della Fratellanza”.
Il dossier presentato dal ministro dell’Interno Bruno Retailleau
Bruno Retailleau, nel rendere pubblico questo rapporto, ha inteso replicare alle parole d’odio di Youssef al-Qaradawi, una delle più grandi figure dei Fratelli Musulmani, che nel 2022 dichiarò; “Con le vostre leggi democratiche, vi colonizzeremo. Con le nostre leggi coraniche, vi domineremo”.
Per Retailleau “tra islamismo politico e wokismo si è già stabilita una convergenza di odi, per creare un ponte tra i territori conquistati dal separatismo islamista e i bastioni conquistati dalla cancel culture. Il bersaglio sono le università e i luoghi della cultura. In tutto l’occidente, questi templi della libertà di pensierosono sotto attacco da parte di un nuovo modo di pensare totalitario. Preghiere nelle fabbriche, nelle scuole, nelle università, negli spogliatoi degli stadi e delle palestre, nel mondo associativo, strategia di influenza sui giovani sui social, sabotaggio dei fondamenti della Repubblica e della laicità, gravi attacchi alla coesione nazionale, frattura della società con l’aumento di atti antisemiti e anticristiani(mercoledì scorso è stata rovesciata e distrutta una statua della Vergine Maria nella chiesa di Notre-dame Auxiliatrice a Clichy). Per Retailleau l’islamismo ha prodotto l’intollerabile soprattutto verso le donne con il divieto per queste ultime di essere visitate da un uomo, con pratiche barbare come l’escissione, l’obbligo del velo per le bambine e i matrimoni forzati”.”
“Fratelli Musulmani un pericolo per l’unità nazionale”
L’attivismo di Retailleau ha irritato Macron, che secondo Paris Match, ha redarguito il ministro dell’Interno per aver reso noto il rapporto prima della riunione del Consiglio di difesa. In realtà il ministro dell’Interno, legittimato dal voto plebiscitario degli iscritti, intende mettere fine al lassismo e all’indecisione che ha contraddistinto la politica di Macron in materia di sicurezza.Nella decisione di Retailleau hanno sicuramenteinciso i sondaggi: l’indice di gradimento del ministro dell’Interno non è mai stato così alto, mentre la popolarità di Macron è ai minimi storici. Dopo la lunga intervista televisiva della scorsa settimana, “Le Figaro”, ha effettuato un sondaggio tra i suoi lettori e l’ottanta per cento si è dichiarato insoddisfatto delle risposte del Presidente. La strategia di Retailleau sembra delinearsi: ricompattare la destra rompendo con il macronismo.
Scontata la presa di posizione di Jean-Luc Mélenchon leader di LFI (la France Insoumise) principale beneficiario del voto musulmano che ha gridato all’islamofobia. A difesa di Retailleau si è schierato “Le Figaro” con un editoriale di Yves Thréard secondo cui “traingenuità, indecisione ed atteggiamento attendista, il Paese si è lasciato indebolire dall’interno dai Fratelli Musulmani. Questa organizzazione – prosegue Thréard- si batte contro il nostro stile di vita secolare ed occidentale, vuole distruggere la nostra identità ed imporre la legge coranica.” Thréard attacca duramente il clientelismo elettorale della sinistra, di LFI in particolare, e le pericolose connotazioni antisemite. Fino ad oggi chi osava criticare gli eccessi comunitari veniva immediatamente processato per “islamofobia” e tacciato di voler stigmatizzare la seconda religione di Francia.
Retailleau sembra intenzionato a contrastare i Fratelli Musulmani in nome dei due valori che hanno sempre contraddistinto la Francia e che oggi sono minacciati: la tolleranza e la libertà.