
Ancora odio
Ramelli, Pd senza vergogna a Milano: “No al minuto di silenzio, allora facciamone 25 per i compagni”
Una consigliera dem si rifiuta di rispettare il minuto di raccoglimento per i 50 anni dall'uccisione del militante del Fronte della Gioventù. Ennesimo sfregio alla memoria. De Corato: "Spettacolo indecoroso"
Dopo lo sciacallaggio, gli atti vandalici contro le targhe, le immagini di chiavi inglesi sui social a opera dei bravi ragazzi dei centri sociali cresciuti a pane e antifascismo militante, arriva altro fango di sinistra sulla memoria di Sergio Ramelli. Sempre a Milano, la città d’origine dello studente 19enne, militante del Fronte della Gioventù, massacrato a morte sotto casa il 29 aprile di 50 anni fa da un commando di Potere Operaio. Tra le file del Pd c’è chi si rifiuta di rispettare il minuto di silenzio in memoria di Ramelli. La denuncia arriva da Riccardo De Corato, parlamentare milanese di Fratelli d’Italia.
Ramelli, De Corato: il Pd dice no al minuto di silenzio
“Mentre questa mattina, il presidente del Senato Ignazio La Russa ha ricordato tutte le persone tragicamente morte, tra cui appunto Sergio Ramelli e Fausto-Iaio in occasione del ‘Giorno della Memoria’ dedicato alle vittime del terrorismo e delle stragi, quanto avvenuto ieri sera in Municipio 6 a Milano è l’ennesimo gesto indegno nei confronti di un povero ragazzo, Sergio Ramelli, ucciso 50 anni soltanto per aver scritto un tema sulla Brigate Rosse ed aver espresso un proprio pensiero”. Così De Corato che racconta sdegnato la dinamica.
Una consigliera dem protesta e chiede 25 minuti per i compagni
“Ieri sera, nell’aula consiliare municipale, è andato in scena uno spettacolo a dir poco indecoroso. Alla richiesta, infatti, di rimanere 60 secondi in silenzio per Sergio, una consigliera del Pd molto accanita, e supportata dai suoi colleghi, non solo ha detto no ma ha anche contro ribattuto chiedendo 25 minuti di silenzio per le vittime, analoghe, di sinistra”. Una provocazione becera e indegna che allontana quella pacificazione nazionale auspicata che, evidentemente, non soltanto la sinistra estrema ma anche il partito di Elly Schlein non vuole perseguire, nostalgico del totem dei morti di serie A e di serie B e del triste slogan degli anni di piombo “uccidere un fascista non è reato”. “Alla fine -sottolinea De Corato- si è osservato il minuto di silenzio ma soltanto per la morte di Papa Francesco. Sarebbe stato, finalmente, un gesto di rispetto di tutte le istituzioni verso le vittime di violenza, indipendentemente dalla loro appartenenza politica. Purtroppo il clima d’odio degli anni ’70-‘80, che noi della destra tanto speravamo e auspicavamo fosse finito, è ancora in corso e non è affatto cessato”.
“Negare un minuto di silenzio all’interno di un’istituzione democratica a un ragazzo barbaramente ucciso con l’unica motivazione del colore politico non è accettabile”, così la parlamentare di FdI Grazia Di Maggio. “Alla vigilia del Giorno della Memoria, dedicato appunto alle vittime del terrorismo e delle stragi, è inaccettabile un simile comportamento che aumenta il clima di odio invece di quello della lotta alla violenza di ogni colore politico”.