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Tajani illustra l’impegno italiano per il ripristino degli aiuti umanitari a Gaza

Medio Oriente

Pressing dell’Italia su Israele: consenta gli aiuti a Gaza. Tajani: «No al Piano Netanyahu, ci riconosciamo in quello egiziano»

Il governo è impegnato in un complesso sforzo diplomatico, attraverso tutti i canali a sua disposizione. Anche dal Consiglio supremo di Difesa è arrivata una presa di posizione netta: «Indispensabile il ripristino urgente da parte di Israele delle condizioni per l’assistenza umanitaria»

Politica - di Federica Parbuoni - 9 Maggio 2025 alle 16:46

«Noi dobbiamo ottenere un risultato che è quello di arrivare a un cessate il fuoco, far liberare gli ostaggi israeliani che sono dal 7 ottobre nelle mani dei terroristi e permettere alla popolazione civile di avere tutti gli aiuti umanitari di cui ha bisogno». A ribadirlo è stato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che ieri ha avuto un lungo colloquio di ieri con il suo omologo israeliano, Israel Katz, «perché Israele apra le porte all’operazione italiana “Food for Gaza”». Anche il Consiglio supremo di Difesa, che si è tenuto nella serata di ieri al Quirinale, ha espresso una forte presa di posizione in questo senso: fra gli atti «indispensabili», infatti, è stato indicato «il ripristino urgente da parte di Israele delle condizioni che consentano l’assistenza umanitaria alla popolazione civile di Gaza». Tajani, inoltre, ha anche ribadito il sostegno dell’Italia al piano egiziano per la ricostruzione di Gaza, approvato dai Paesi della Lega Araba e alternativo a quello israeliano.

Tajani: «Israele apra le porte a Food for Gaza»

Ospite di Start Sky TG24, il vicepremier ha ricordato che “Food for Gaza” «ha avuto già successo» e l’Italia lo sta realizzando «con il sostegno del governo di Israele e con quello dell’Autorità Nazionale Palestinese» e ha annunciato una telefonata con il primo ministro palestinese Mohammad Mustafa «per far sì che possano entrare i beni alimentari». Tajani ha quindi spiegato la complessità della situazione e, a caduta, dello sforzo diplomatico italiano, che si dispiega su tutti i fronti possibili.

Il complesso sforzo diplomatico italiano

«Da un lato, Israele tentenna, dall’altro – ha spiegato Tajani – Guterres non vuole che le organizzazioni delle Nazioni Unite si impegnino in operazioni che possano coinvolgere i privati. Noi non siamo mai passati attraverso Hamas, non abbiamo lavorato con l’Unrwa, ma con il Programma Alimentare Mondiale, attraverso i nostri rappresentanti diplomatici, a Tel Aviv, a Gerusalemme, il nostro console che parla con l’Anp, l’ambasciata d’Italia presso la Fao e a New York, l’ambasciata d’Italia presso le Nazioni Unite. Stiamo cercando di far sì che si possano aprire le porte agli aiuti umanitari italiani».

Un impegno concreto: 7,5 milioni per il soccorso ai civili

Nel Consiglio dei ministri di oggi, inoltre, su proposta di Tajani e previa relazione del ministro per la Protezione civile Nello Musumeci, è stata deliberata la proroga di 12 mesi dello stato di emergenza nella Striscia di Gaza, per consentire la prosecuzione degli interventi di assistenza alla popolazione, ed è stato integrato il precedente stanziamento di 5 milioni di euro, con ulteriori risorse pari a 2 milioni e 500 mila euro. Il provvedimento è necessario anche per effettuare i trasferimenti di pazienti in Paesi dove possano ricevere le cure necessarie, soprattutto persone, spesso bambini, affetti da serie patologie che non possono essere curati e assistiti in loco. Le risorse sono a valere sul Fondo per le emergenze nazioni. «Con la nostra Protezione civile – ha spiegato il ministro Musumeci – continuiamo a operare per la assicurare tempestiva assistenza e il necessario soccorso alla popolazione di Gaza. Con la risorsa finora erogata dal governo Meloni, 7,5 milioni, puntiamo essenzialmente ad effettuare ulteriori trasferimenti di persone bisognose di cure mediche e a fornire beni e mezzi di sostentamento ai civili palestinesi».

Il no al Piano di Netanyahu per Gaza: «L’Italia si riconosce in quello egiziano»

Il titolare della Farnesina si è poi soffermato sul Piano per Gaza, chiarendo che «l’Italia si riconosce nel Piano egiziano, appoggiato da tutti i Paesi arabi, per la ricostruzione e raggiungere l’obiettivo “due popoli, due Stati”». «Sono andato a ribadirlo al presidente al Sisi una decina di giorni fa», ha ricordato Tajani, sottolineando che «il nostro pensiero è diverso da quello presente nel piano Netanyahu». «Il governo italiano sostiene il progetto dei Paesi arabi che è stato preparato dagli egiziani, quindi il nostro progetto è diverso. Siamo molto preoccupati per le condizioni della popolazione palestinese».

Le «gravi responsabilità di Hamas» e la necessità di «rafforzare» l’Anp

«Detto questo anche Hamas ha grandi responsabilità perché non fa nulla, soprattutto per proteggere la popolazione palestinese, perché anzi la usa», ha precisato Tajani, sottolineando che «ci sono già molte manifestazioni di malcontento dei palestinesi nei confronti di Hamas». «Noi – ha chiarito – diciamo che deve stare fuori dal futuro della Palestina e dobbiamo invece rafforzare l’Anp con la quale siamo in contatto e che stiamo aiutando, pronti ad aiutarla ancora di più. Lo stiamo facendo, lo abbiamo fatto anche da un punto di vista finanziario, oltre che con la formazione che i nostri carabinieri danno alla polizia dell’Anp per il controllo della popolazione palestinese».

Il Consiglio supremo di Difesa: «Indispensabile il ripristino urgente dell’assistenza umanitaria»

La questione mediorientale e quella di Gaza in particolare è stata affrontata anche nel corso del Consiglio supremo di Difesa. «L’Italia ritiene indispensabili il pieno rispetto del diritto internazionale umanitario e della legalità internazionale, la immediata e duratura cessazione dei combattimenti, la liberazione degli ostaggi ancora crudelmente nelle mani di Hamas, il ripristino urgente da parte di Israele delle condizioni che consentano l’assistenza umanitaria alla popolazione civile di Gaza», si legge nel comunicato emesso al termine della riunione, dove si sottolinea anche che «occorre, con determinazione, lavorare ad una soluzione negoziata tra Israele e Palestina che, con il concorso della comunità internazionale, miri alla creazione di due Stati riconosciuti sovrani e indipendenti». Il Consiglio, si legge ancora nella nota, inoltre, «condanna gli attacchi dei ribelli Houthi nei confronti di Israele e la minaccia portata alla sicurezza del traffico navale nel Mar Rosso e nello stretto di Bab el-Mandeb».

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di Federica Parbuoni - 9 Maggio 2025