
Il caso
Potere al Popolo scopre quant’è brutto quando ti spiano. E affida la sua lagna a Fanpage…
Il partito ha denunciato una presunta infiltrazione da parte di un poliziotto e puntato l'indice contro il governo: "Deriva autocratica, siamo un partito che si presenta alle elezioni". Ma per la sinistra se a infiltrarsi in partiti che si presentano alle elezioni sono giornalisti, allora è sana democrazia
Fermi tutti: spiare un partito che si presenta alle elezioni è un grave «attento alla democrazia», un evidente segno di deriva autocratica. Di più, un fatto «da vera e propria dittatura», uno scandalo che non si vedeva da anni e che si poteva ripresentare solo con il repressivo governo Meloni. Almeno lo è se il partito è di sinistra e a farlo sono presunti appartenenti alle forze dell’ordine. Se invece a finire spiato è un partito di destra a opera di giornalisti infiltrati che si fingono quello che non sono, allora quello è un servizio alla verità di alto valore democratico. È la morale che si evince dal combinato disposto di una denuncia di Potere al Popolo e dello spazio che gli ha dedicato Fanpage, la stessa testata che ha infiltrato i propri cronisti, sotto false identità, sia tra i militanti giovanili e i simpatizzanti di FdI sia tra quelli della Lega, anche durante la campagna elettorale.
Potere al Popolo scopre che essere spiati è una brutta cosa
I fatti sono questi: Potere al Popolo ha denunciato una presunta infiltrazione da parte di un poliziotto, che sarebbe durata dieci mesi. Un chiaro segno, è la loro denuncia, del fatto che «il governo Meloni non procede solo a botte di propaganda, contro il dissenso, ma usa gli strumenti repressivi degli apparati di sicurezza». La storia è stata rilanciata da Fanpage, che ha dato ampio spazio al video in cui il portavoce del movimento, Giuliano Granato, ricostruisce la vicenda, attribuendone la responsabilità all’esecutivo, rivendicando che Potere al Popolo è un partito che si presenta alle elezioni e opera alla luce del sole e dicendo che «la democrazia non esiste se lo Stato ti entra in casa, ti spia, ti infiltra».
Lo strano caso del “poliziotto infiltrato”
La vicenda presenta alcuni elementi anomali, a partire dal fatto che il presunto poliziotto infiltrato, un 21enne, si è presentato ai militanti con il suo nome e cognome e, da quanto si capisce, fornendo anche la sua vera data di nascita, visto che Granato spiega che è bastato digitare i dati anagrafici su google perché la sua copertura saltasse e venissero fuori le foto in divisa. La polizia, sentita da Fanpage, ha smentito che il giovane poliziotto fosse sotto copertura e, per quanto la testata si appelli a qualche minuzia per sostenere che «la versione non convince», parlare di operazione goffa sarebbe un eufemismo, se fosse stata davvero commissionata dagli «apparati di sicurezza» di un governo che non tollera il dissenso.
La solita amnesia selettiva della sinistra
Ma il punto non è questo. E non è neanche il fatto che, secondo Granato, «sono anni che non accadeva un tentativo di spionaggio e infiltrazione ai danni di una organizzazione che si presenta alle elezioni», come a dire che è una prassi riportata in voga da questo governo, mentre è notizia dell’altro giorno che Luca Casarini è stato spiato sotto il governo Conte e molti ancora ricordano la sconcertante audizione dell’allora ministro dell’Interno Luciana Lamorgese che, per coprire un agente infiltrato alla manifestazione No Green Pass sotto la Cgil, disse che era intento a verificare «il movimento ondulatorio» si un mezzo delle forze dell’ordine, mentre lo spingeva insieme ad altri manifestanti. Il punto è la morale che se ne trae: a sinistra se la raccontano sempre come vogliono, perché in fin dei conti ciò che conta davvero non sono né i meccanismi democratici né la verità, ma solo criminalizzare e in alcuni casi mostrificare l’avversario che non si riesce a battere diversamente.
SIAMO STATI SPIATI E INFILTRATI DALLA POLIZIA.
Per 10 mesi un giovane agente ha partecipato a riunioni, manifestazioni e assemblee.
Un attacco inaccettabile ad una organizzazione politica legittima e trasparente.
Che colpisce tutte e tutti noi. pic.twitter.com/Txzjxpoo1p
— Potere al Popolo (@potere_alpopolo) May 27, 2025