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Consiglio d’europa Polizia

Report diffamatorio dell'Ecri

“Polizia razzista”, il Consiglio d’Europa getta ancora fango sull’Italia. Meloni: “Accuse vergognose”

FdI insorge: l'organismo si è trasformato in un centro sociale istituzionalizzato. Il Coisp: "Gli agenti non ‘fermano’ le persone in base al colore della pelle, ma sulla base di comportamenti sospetti e dinamiche operative che nulla hanno a che vedere con il razzismo"

Politica - di Gabriele Alberti - 28 Maggio 2025 alle 15:30

La Polizia italiana xenofoba e razzista. Ci risiamo. Il Consiglio d’Europa torna vergognosamente alla carica contro le nostre forze dell’ordine tramite la “Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza” (Ecri) che  fa all’Italia un proposta indecente. “Abbiamo raccomandato al governo italiano di condurre uno studio indipendente sulla profilazione razziale per valutare la situazione, il livello di profilazione razziale nelle sue forze di Polizia”. E’ la richiesta giunta dal presidente dell’ente, Bertil Cottier.  In particolare – ha aggiunto in conferenza stampa Tena Simonovic Einwalter, vicepresidente dell’Ecri – è un fenomeno crescente in molti Paesi europei: agenti di polizia fermano le persone basandosi sulla base del colore della pelle; o sulla loro presunta identità o religione. Tutto ciò viola i valori europei”. Il report ha suscitato sdegno immediato in tutto il  centrodestra. Ricordiamo che il medesimo tentativo di screditare le forze di polizia fu tentato l’ottobre scorso. Suscitando le ire anche del Capo dello Stato. Così, allo stesso modo, anche in questa ennesima circostanza, Mattarella ha voluto invitare per domani il capo della polizia Pisani, confermando stima e fiducia nelle Forze dell’Ordine.

Ricordiamo inoltre che l’Ecri è un’organizzazione internazionale con sede a Strasburgo, ma che non appartiene alle istituzioni Ue.

Meloni: “Parole semplicemente vergognose”

“Le parole pronunciate dalla Commissione contro il razzismo e l’intolleranza del Consiglio d’Europa, che accusano le Forze di Polizia italiane di razzismo, sono semplicemente vergognose”. L’indignazione del premier Meloni: “Tutti conoscono i numerosi episodi in cui agenti delle Forze dell’Ordine vengono aggrediti: spesso da immigrati irregolari, mentre svolgono il proprio dovere con coraggio, dedizione e rispetto della legge. Purtroppo non è la prima volta che alcuni organismi del Consiglio d’Europa – finanziato anche con i soldi dei cittadini italiani – si abbandonano a giudizi infondati: frutto di un approccio ideologico e di pregiudizi evidenti”. Aggiunge il premier: “L’Italia fu, nel 1949, tra i dieci Stati fondatori del Consiglio d’Europa. Nato nel dopoguerra per difendere la democrazia, i diritti umani e lo Stato di diritto. Eppure oggi quello spirito originario sembra smarrito. Sostituito da dichiarazioni sempre più faziose e lontane dalla realtà. Noi continueremo a difendere chi, ogni giorno, garantisce la sicurezza dei cittadini italiani. Con orgoglio”.

Procaccini e Fidanza: “Consiglio d’Europa ridotto a una Ong politicizzata”

Il presidente del Senato, Ignazio La Russa ha espresso tutta la sua stima e la sua gratitudine alle nostre donne e ai nostri uomini in divisa. L’organismo non si smentisce, ragiona l’europarlamentare di Fratelli d’Italia, Nicola Procaccini, co-presidente del gruppo dei conservatori al parlamento europeo: “Anche oggi il Consiglio d’Europa con la sparata contro le forze dell’ordine italiane accusate di razzismo, ha perso l’occasione per smentire chi lo ritiene un organismo ormai piegato ai propri pregiudizi ideologici. Spiace che un organismo nato con così buoni propositi sia adesso ridotto a una Ong politicizzata come molte altre. E come altre Ong pagato con soldi pubblici, anche italiani; malgrado non abbia in realtà alcuna istituzionalità”.

Un’accusa infondata e intollerabile, affonda Carlo Fidanza. L’europarlamentare di Fratelli d’Italia (Ecr) rileva come “il Consiglio d’Europa ha smarrito la sua funzione originaria. E si è trasformato in una sorta di centro sociale istituzionalizzato, che prende di mira gli Stati membri in base a pregiudizi politici” Non è una novità. “Lo abbiamo visto con le ultime strampalate sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo in materia di immigrazione: che hanno portato alla sacrosanta iniziativa Meloni-Frederiksen. E lo vediamo ancora oggi con gli attacchi di un suo organismo tecnico-politico di dubbia legittimità contro le forze dell’ordine italiane: tacciate di essere responsabili addirittura di profilazione razziale”. Il Consiglio d’Europa trasformato in un osservatorio ideologico.

Bignami: “Tesi diffamatoria”. Malan: “Inaccettabile”

Il contenuto del report del Consiglio d’Europa configura “una tesi diffamatoria e poco lucida, offensiva, scorretta”, attacca il capogruppo alla Camera di FdI Bignami. “Alle raccomandazioni e consigli non richiesti dell’Ecri, che assomigliano più ad infamanti accuse, rispondiamo: che mai come oggi l’encomiabile operato dei nostri agenti è al centro dell’interesse di un governo. Non permetteremo che le nostre Forze dell’ordine siano oggetto di speculazioni politiche che minino la loro reputazione e onorabilità”. “Le nostre forze dell’ordine rappresentano un presidio per la democrazia e la libertà di tutti gli italiani- commenta Lucio Malan. È inaccettabile, perciò, che qualcuno sollevi perplessità o addirittura metta in dubbio la correttezza del loro operato”: è l’indignazione del capogruppo al Senato di FdI.

Gardini: “Le forze dell’ordine orgoglio per l’Italia”

Attacca Elisabetta Gardini, il vicecapogruppo di FdI alla Camera, Presidente della delegazione parlamentare italiana al Consiglio d’Europa. Si tenta di interpretare la realtà con le lenti dell’ideologia progressista. Ignorando lo straordinario e pericoloso lavoro dei nostri agenti “Chiedere all’Italia uno studio sulla presunta profilazione razziale da parte delle forze di polizia è una scelta miope e profondamente ingiusta. Le nostre forze dell’ordine sono un presidio di legalità; un punto di riferimento per i più deboli e i più fragili. Sono proprio loro a salvare vite in mare;  ad assistere le donne vittime di violenza; a intervenire nei quartieri più difficili;  a tutelare i cittadini onesti e chi è rimasto indietro. Il loro impegno quotidiano è motivo di orgoglio per l’Italia”.  Il vicecapogruppo in Senato di FdI, Marco Scurria, componente della delegazione del Consiglio d’Europa, definisce il report “un’offesa, una deriva ideologica inaccettabile”.

Gasparri: “Il Consiglio d’Europa si conferma struttura vaniloquente e indegna”

“Il Consiglio d’Europa, ancora una volta, si abbandona a dichiarazione fuorvianti e consigli inutili”, interviene secco e sdegnato Maurizio Gasparri– . Tornare ad accusare di ‘razzismo’ le nostre Forze di Polizia è assurdo e inaccettabile. Non permetteremo che un organo, che dovrebbe essere super partes, di offendere e delegittimare ripetutamente chi ogni giorno garantisce la nostra sicurezza”. Il Consiglio d’Europa si conferma una struttura “vaniloquente e indegna. Schierati sempre dalla parte sbagliata. E dovremmo dire ‘basta’ conclude il capogruppo di FI al Senato- con lo spreco di risorse pubbliche per un organo che si dimostra sempre più ridicolo”. Lo dichiara il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri.

Polizia, Coisp: accuse di profilazione razziale infondate e offensive

“È inaccettabile che si continui a costruire una narrazione distorta basata su pregiudizi ideologici e senza alcun dato concreto;  mettendo perfino in discussione il lavoro di chi opera in prima linea contro criminalità e illegalità”. Rispedisce al mittente le accuse Domenico Pianese, Segretario Generale del sindacato di Polizia Coisp. “Le Forze dell’Ordine italiane non ‘fermano’ le persone in base al colore della pelle, alla religione o all’apparenza – chiarisce forte e chiaro-. Ma agiscono sulla base di comportamenti sospetti e dinamiche operative che nulla hanno a che vedere con il razzismo. Chi insinua il contrario dimostra di non conoscere la realtà italiana e neppure il contesto di crescente complessità e rischio in cui oggi si muovono i nostri operatori”. E conclude: “Pretendere ‘indagini indipendenti’ come se fossimo un Paese fuori controllo non solo è offensivo; ma alimenta una retorica che rischia di delegittimare le istituzioni; e indebolire la fiducia dei cittadini nella giustizia e nella sicurezza”

 

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di Gabriele Alberti - 28 Maggio 2025