
Confusione sinistra
Piero Pelù più stonato che mai: per promuovere i referendum attacca La Russa e sventola la bandiera palestinese
“Che ci azzecca?”: ci vorrebbe il mitico Antonio Di Pietro con uno dei suoi interrogativi più noti per capire che cosa frulla nella testa di Piero Pelù, che al limite dello stato confusionale, al concerto della Cgil a Firenze prima ha attaccato direttamente il presidente del Senato Ignazio La Russa e poi ha sventolato la bandiera palestinese. Il tutto per promuovere i referendum sul lavoro e sulla cittadinanza agli immigrati. Poche idee, confuse e decisamente stonate.
Piero Pelù contro La Russa prova che questi referendum non appassionano neanche la sinistra
«Se uno che ha i busti di Mussolini in casa mi dice di non andare al voto, io ci vado a votare i referendum, eccome se ci vado! Ognuno è libero di votare quel che gli pare, però ci deve andare in un momento in cui c’è lo sfascio generale della democrazia in Italia, ogni giorno viene fatta a pezzi», attacca l’ex frontman dei Litfiba. Poi, per gettare altre carne al fuoco della polemica, ha tirato fuori una bandiera della Palestina, l’ha mostrata al pubblico e ha annunciato che l’appenderà da oggi alla finestra di casa sua.
Appare chiaro che il comizio canterino di Piero Pelù è l’autocertificazione dello scarso appeal dei referendum proposti dalla Cgil. Se sono costretti a tirare in ballo il presidente del Senato e la questione mediorientale, sanno loro per primi che i quesiti non scaldano i cuori degli elettori. Neppure di quelli collocati a sinistra.
Perché chiaramente, l’8 e il 9 giugno non si vota sulla Palestina né si tiene un referendum sui gusti di La Russa in fatto di arredamento. Ma poco importa al cantante toscano, più bravo a far vibrare le corde vocali che ad argomentare coerentemente un ragionamento politico, al di là del furore ideologico.