
Amicizia e amore
Pasolini, dopo 60 anni esce il carteggio inedito con Maria, la ragazza segreta del Poeta corsaro
Un rapporto importante rimasto segreto per decenni. Una corrispondenza “segretata” per 60 anni racconta l’inaudito legame tra Pier Paolo Pasolini e la friulana Maria Seccardi, tra affetto, incomprensione e poesia. Ne esce un dialogo epistolare delicato e potente, una storia d’amicizia e d’amore rimasta in silenzio fino a oggi. A San Vito al Tagliamento (Pordenone) è stato presentato il volume di inediti pasoliniani “Lettere a Maria Seccardi” (Ronzani Editore, pagine 88, euro 18) che raccoglie quindici lettere e un telegramma di Pier Paolo Pasolini inviati tra il 1948 e il 1959 a una ragazza friulana.
Il rapporto segreto di Pasolini con Maria Seccardi
Dell’amore giovanile al femminile nella vicenda biografica di Pasolini non si conosceva nulla fino a oggi: Maria Seccardi di San Vito al Tagliamento, nata nel 1928 e morta nel marzo 2022, visse l’innamoramento per il futuro scrittore, poeta e regista come un sogno intenso e fugace. Si conobbero nel 1948 e per lei fu amore a prima vista e lo rimase per anni; lui era affezionato a lei ma non poteva essere altro che un suo amico. Pasolini infine le confessò la sua omosessualità in una lettera ma continuarono a vedersi e scriversi fino alla fine degli anni ’50. Lo scambio epistolare ha avuto una vicenda editoriale travagliata. Nel 1986, quando Nico Naldini, cugino di Pasolini, curò il primo volume delle Lettere Maria rifiutò di renderle pubbliche. Soltanto dopo la sua scomparsa, nel 2022, la figlia Valentina ha deciso di rispettare la volontà materna e affidare il materiale al Centro Studi Pasolini di Casarsa, consentendone la pubblicazione. “Un atto di intesa sentimentale tra Maria e Pasolini che oggi si trasforma in un’opera di grande valore documentario”, spiega il Centro Pasolini.
Un tassello nella complessa personalità di Pasolini
Lo studioso Franco Zabagli nella prefazione sottolinea come la corrispondenza inedita “aggiunge un tassello fondamentale alla complessa personalità di Pasolini. Racconta un intreccio di affetti che attraversa gli anni giovanili in Friuli fino alla sua affermazione nel cinema con Accattone. L’incontro fra Pasolini e Maria avvenne nei giorni di festa e dei balli narrati in Il sogno di una cosa. Insieme passeggiavano, andavano in bicicletta, parlavano per ore, lui le regalava libri, lei era incantata e leggeva tutto. La loro relazione proseguì anche dopo il clamore suscitato dai cosiddetti fatti di Ramuscello nell’agosto del 1949 alla sagra di Santa Sabina (Pasolini pagò tre minori per dei rapporti di masturbazione).
Le passeggiate in bicicletta e lo scambio di libri
Il poeta corsaro fu denunciato per corruzione di minori e atti osceni in luogo pubblico, scoppiò lo scandalo. Prima ancora del processo e la condanna Pasolini abbandonò l’insegnamento e fu espulso dal Pci per “indegnità morale”. E nel gennaio 1950 partì con la mamma per Roma. La loro relazione si trasformò in un dialogo scritto, di cui Maria, diventata nel frattempo maestra, conservò il ricordo come una ferita silenziosa e profonda. Nonostante la distanza e gli eventi, Pasolini mantenne con Maria una corrispondenza intensa fino alla fine degli anni Cinquanta.
La condanna e l’espulsione dal Pci per indegnità morale
Il rapporto fra Maria e Pier Paolo è puro e tormentato, con lui che si mostra affettuoso e si spende in confidenze intime. Racconta della fuga dal Friuli verso la Capitale, del processo, della “gente che mi circondava, nemica sia a destra che a sinistra”. Ma anche della vita intensa a Roma (“Un’ora a Roma corrisponde a dodici ore friulane”); dell’assenza di nostalgia per il Friuli, che ormai rappresenta “tutto il finito, il morto della mia esistenza”. Pasolini racconta a Maria dei suoi progetti letterari, dei libri che sta scrivendo e arriva a dirle che “tu sei stata tanto più poeta di me”.
La confessione intima dell’omosessualità
Il carteggio ha il suo culmine drammatico nella lettera del 30 ottobre 1957 in cui Pasolini confessa a Maria la sua diversità.