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Nell’incontro con i cardinali, Papa Leone XIV ha spiegato le ragioni della scelta del nome

La questione sociale

Papa Leone XIV: «Il mio nome scelto per la Rerum Novarum. L’Ai è la nuova rivoluzione industriale»

Il Pontefice ha incontrato i cardinali per due ore. A loro ha esplicitato il richiamo a Leone XIII. Nel pomeriggio la visita al Santuario della Madonna del Buon Consiglio a Genazzano. Diffuso lo stemma: "In illo uno unum", "In Cristo siamo una sola cosa"

Cronaca - di Agnese Russo - 10 Maggio 2025 alle 17:12

C’è la Rerum Novarum di Leone XIII alla base della scelta del nome adottato da Papa Prevost. Il legame era apparso chiaro a tutti fin da subito, ma ora a esplicitarlo è stato lo stesso Pontefice. «Diverse sono le ragioni, però principalmente perché il Papa Leone XIII con la storica Enciclica Rerum Novarum, affrontò la questione sociale nel contesto della prima grande rivoluzione industriale; e oggi la Chiesa offre a tutti il suo patrimonio di dottrina sociale per rispondere a un’altra rivoluzione industriale e agli sviluppi dell’intelligenza artificiale, che comportano nuove sfide per la difesa della dignità umana, della giustizia e del lavoro», ha detto Papa Leone XIV, nell’incontro con i cardinali nell’Aula nuova del Sinodo, durato due ore e aperto con la recita dell’Ave Maria.

Lo stemma e la visita a sorpresa al santuario della Madonna del Buon Consiglio

Oggi la segreteria di Stato vaticana ha diffuso sui social lo stemma ufficiale di Papa Leone XIV. Vi si legge: “In illo uno unum”, “In Cristo siamo una sola cosa”. Il Pontefice, inoltre, secondo quanto emerso, a sorpresa nel pomeriggio è andato al santuario della Madonna del Buon Consiglio a Genazzano, fuori Roma. Si tratta di un santuario degli agostiniani. Papa Prevost ha una grande devozione per la Madre del Buon Consiglio. Ad accoglierlo, vescovo, sindaco e la banda.

Papa Prevost: «Il mio nome perché Leone XIII affrontò la questione sociale»

Prima di lasciare spazio ai liberi interventi, il Pontefice ha spiegato le ragioni della scelta del nome. «Vorrei che insieme, oggi, rinnovassimo la nostra piena adesione, in tale cammino, alla via che ormai da decenni la Chiesa universale sta percorrendo sulla scia del Concilio Vaticano II». «Papa Francesco – ha ricordato – ne ha richiamato e attualizzato magistralmente i contenuti nell’Esortazione apostolica Evangelii gaudium, di cui voglio sottolineare alcune istanze fondamentali: il ritorno al primato di Cristo nell’annuncio; la conversione missionaria di tutta la comunità cristiana; la crescita nella collegialità e nella sinodalità; l’attenzione al sensus fidei, specialmente nelle sue forme più proprie e inclusive, come la pietà popolare; la cura amorevole degli ultimi, e degli scartati; il dialogo coraggioso e fiducioso con il mondo contemporaneo nelle sue varie componenti e realtà».

«Si tratta – ha sottolineato papa Prevost – di principi del Vangelo che da sempre animano e ispirano la vita e l’opera della Famiglia di Dio, di valori attraverso i quali il volto misericordioso del Padre si è rivelato e continua a rivelarsi nel Figlio fatto uomo, speranza ultima di chiunque cerchi con animo sincero la verità, la giustizia, la pace e la fraternità. Proprio sentendomi chiamato a proseguire in questa scia, ho pensato di prendere il nome di Leone XIV».

Il discorso ai Cardinali e l’ascolto di «consigli, proposte, cose molto concrete»

Il Papa, ringraziando tutti i cardinali e chiamando un ringraziamento speciale per il cardinale decano Giovanni Battista Re, ha spiegato che, se la prima parte dell’incontro sarebbe stata dedicata a «un piccolo discorso», la seconda parte sarebbe stata dedicata all’ascolto, «per poter sentire quali consigli, suggerimenti, proposte, cose molto concrete, di cui si è già parlato un po’ nei giorni prima del Conclave». «Voi, cari Cardinali – ha detto – siete i più stretti collaboratori del Papa, e ciò mi è di grande conforto nell’accettare un giogo chiaramente di gran lunga superiore alle mie forze, come a quelle di chiunque. La vostra presenza mi ricorda che il Signore, che mi ha affidato questa missione, non mi lascia solo nel portarne la responsabilità».

L’omaggio a Francesco e il richiamo al Papa come «umile servitore di Dio e dei fratelli»

«Il Papa, a cominciare da San Pietro e fino a me, suo indegno Successore, è un umile servitore di Dio e dei fratelli, non altro che questo», ha sottolineato Leone XIV, citando «gli esempi di tanti miei predecessori, da ultimo quello di Papa Francesco stesso, con il suo stile di piena dedizione nel servizio e sobria essenzialità nella vita, di abbandono in Dio nel tempo della missione e di serena fiducia nel momento del ritorno alla Casa del Padre». «Raccogliamo questa preziosa eredità e riprendiamo il cammino, animati dalla stessa speranza che viene dalla fede», ha proseguito. «Abbiamo visto qual è la vera grandezza della Chiesa, che vive nella varietà delle sue membra unite all’unico Capo, Cristo, “pastore e custode” delle nostre anime», ha poi sottolineato, parlando dell’«affetto» e della «devozione» mostrati dalla comunità cristiana in occasione del saluto a Papa Francesco.

La citazione di Paolo VI: «Passi su tutto il mondo come una grande fiamma di fede e amore»

Oltre a Leone XIII e Francesco, Papa Prevost ha poi concluso il suo intervento citando il messaggio di Paolo VI all’intera famiglia umana del 22 giugno 1963: «Fratelli carissimi, vorrei concludere questa prima parte del il nostro incontro facendo mio – e proponendo anche a voi – l’auspicio che San Paolo VI, nel 1963, pose all’inizio del suo Ministero petrino: “Passi su tutto il mondo come una grande fiamma di fede e di amore che accenda tutti gli uomini di buona volontà, ne rischiari le vie della collaborazione reciproca, e attiri sull’umanità, ancora e sempre, l’abbondanza delle divine compiacenze, la forza stessa di Dio, senza l’aiuto del Quale, nulla è valido, nulla è santo”».

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di Agnese Russo - 10 Maggio 2025