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Migranti, la Cassazione dichiara legittimi i trattenimenti in Albania

Svolta dalla Suprema Corte

Migranti, scacco a clandestini e “molesti”, la Cassazione dà ragione al governo: legittimi i trattenimenti in Albania

Colpo doppio: il "Palazzaccio" che fa chiarezza su rimpatri e richieste d'asilo, equiparando il centro di Gjader ai Cpr italiani. Mentre il Viminale nel pomeriggio di ieri ha espulso i tre tunisini indagati per le molestie al Concertone del Primo maggio

Politica - di Martino Della Costa - 10 Maggio 2025 alle 09:46

Migranti, l’esecutivo incassa una vittoria importante  sul “modello Albania”. Doppio colpo a clandestinità e criminalità: la svolta definitiva arriva dalla Cassazione, che ha accolto un ricorso presentato dal ministero dell’Interno e dalla Questura di Roma e ribaltato le precedenti sentenze della Corte d’Appello di Roma, equiparando Gjader ai Cpr italiani, e dichiarando legittimi i trattenimenti in Albania. Pertanto, come riferisce La Verità tra gli altri, «dopo il provvedimento i giudici della Corte d’Appello di Roma si sono adeguati alla decisione del Palazzaccio e hanno già emesso due sentenze che recepiscono la linea della Cassazione». Non solo: come già dato conto in un precedente servizio, ieri il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha espulso i tre tunisini accusati delle molestie al Concertone del Primo maggio. Ma procediamo con ordine.

Migranti, la Cassazione ribalta tutto e il governo incassa una vittoria importante

Dunque, la Prima sezione penale della Suprema corte, presieduta da Giacomo Rocchi, ha accolto un ricorso presentato dal ministero dell’Interno e dalla Questura di Roma, stabilendo che il trattenimento è legittimo. Anche dopo la domanda di asilo. Pure in Albania, ergo finanche a Gjader. Perché quella struttura, ai sensi del Protocollo Italia-Albania, è «equiparata a tutti gli effetti» a un Cpr italiano. La Cassazione ha ribaltato pertanto le decisioni precedenti della Corte d’Appello di Roma. Di più: la Suprema Corte ha chiarito che, in base al Protocollo Italia-Albania, la struttura albanese è equiparata a un Cpr italiano a tutti gli effetti. Inoltre, ha precisato che la presentazione di una domanda di asilo non preclude il trattenimento e il trasferimento in Albania se sussistono fondati motivi per ritenere che la domanda sia strumentale al solo scopo di impedire l’espulsione o il respingimento.

Il caso del marocchino entrato illegalmente in Italia

Il caso specifico a cui si fa riferimento riguardava un cittadino marocchino entrato illegalmente in Italia e destinatario di un provvedimento di espulsione con trattenimento, successivamente trasferito a Gjader dove ha presentato domanda di asilo. Una richiesta ritenuta strumentale e respinta. La Corte d’Appello di Roma però aveva annullato la convalida del trattenimento. Ora la Cassazione ha accolto il ricorso del Ministero dell’Interno e della Questura di Roma, sancendo la legittimità del trattenimento anche per i richiedenti asilo in Albania in presenza di determinate condizioni.

Migranti, il punto di svolta del provvedimento della Cassazione

La decisione del “Palazzaccio” segna un punto di svolta cruciale nella gestione dei flussi migratori e nell’applicazione del protocollo siglato con l’Albania. Fino ad ora, le sentenze della Corte d’Appello avevano creato un’interpretazione restrittiva, generando incertezza giuridica sulla procedibilità dell’intesta tra Roma e Tirana e sull’operatività del centro di Gjader. Ma la Cassazione ha fatto chiarezza con un provvedimento che rafforza la strategia del governo Meloni in materia di gestione dell’immigrazione clandestina e che mira a rendere più efficace il sistema di rimpatri.

Migranti, la Cassazione sentenzia: e i giudici si adeguano

La risposta della Corte d’Appello di Roma non si è fatta attendere. I giudici, adeguandosi immediatamente al pronunciamento della Cassazione, hanno già emesso due nuove sentenze che recepiscono integralmente la linea tracciata dalla Suprema Corte. Un segnale di ritrovata unità di intenti tra le istituzioni giudiziarie e l’esecutivo su una materia delicata e di grande rilevanza per la sicurezza nazionale.

Non solo: Piantedosi rimpatria tre tunisini accusati di molestie sessuali al Concerto del 1° maggio

Parallelamente, il Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha dato un segnale tangibile della fermezza del governo nel contrastare gli ingressi illegali e la criminalità e garantire la sicurezza dei cittadini. Nella giornata di ieri, infatti, il titolare del Viminale ha firmato il decreto di espulsione nei confronti dei tre immigrati tunisini accusati di essere gli autori delle gravi molestie avvenute durante il Concertone del Primo Maggio a Roma.

Sicurezza, tolleranza zero contro chi delinque e controllo sul fronte dei flussi migratori

Un atto deciso che dimostra come l’attenzione del Ministero dell’Interno sia massima non solo sul fronte dei flussi migratori, ma anche nella risposta ferma e immediata a episodi di violenza e criminalità che minano la sicurezza pubblica. L’espulsione dei tre tunisini, individuati grazie alle indagini della Polizia di Stato, rappresenta un chiaro messaggio: chi commette reati sul territorio italiano non troverà impunità.

Sinergia rinnovata tra le istituzioni giudiziarie e l’esecutivo

La sinergia tra la decisione della Cassazione sul centro di Gjader e l’azione di espulsione del Ministro Piantedosi evidenziano dunque una strategia coerente e determinata del governo nel tutelare i confini nazionali e la sicurezza dei cittadini. Un approccio che punta a coniugare l’accoglienza con la fermezza nel contrasto all’illegalità e nella gestione ordinata dei flussi migratori. La strada tracciata dalla Cassazione e l’operato del Viminale sembrano andare nella direzione di una maggiore efficacia delle politiche migratorie e di una risposta più incisiva nei confronti di chi delinque.

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di Martino Della Costa - 10 Maggio 2025