
Bye bye gufi e disfattisti
Il Ceo di Intesa Sanpaolo “ringrazia” Meloni e Giorgetti: «Con loro stabilità e reputazione, l’Italia si trova in una posizione unica»
Messina ha illustrato agli analisti risultati e prospettive del gruppo, accendendo un faro sui «solidi fondamentali del Paese» che aiutano le imprese a crescere e i mercati ad avere fiducia
«In Italia ci troviamo in una posizione unica nel proprio genere in termini di stabilità e anche in termini di capacità da parte del governo, con Giorgetti e Meloni che stanno gestendo il debito pubblico e la reputazione del Paese». A dirlo è l’amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, in una call con gli analisti finanziari, presentando risultati e prospettive di crescita del gruppo, che inevitabilmente sono stati inseriti nella cornice complessiva della situazione economica italiana.
Il Ceo di Intesa Sanpaolo, Messina, loda Giorgetti e Meloni: «Con loro in Italia stabilità e reputazione»
Il giudizio che emerge da quanto trapelato è di piena fiducia da parte del Ceo del gruppo bancario, il più grande del Paese, che ha riferito anche gli indicatori che parlano di un clima positivo nel tessuto produttivo italiano. «L’economia italiana continua a a mostrare una forte resilienza» e «le aziende italiane stanno riprendendo a fare investimenti, lo vediamo anche dal fatto che gli impieghi stanno crescendo». «Ci attendiamo una ripresa degli impieghi nella seconda parte dell’anno», ha aggiunto Messina, spiegando poi che «per le famiglie vediamo che i mutui stanno andando bene, sulle commissioni siamo molto positivi».
L’importanza di «solidi fondamentali» per l’economia del Paese
«Le imprese italiane sono molto più forti rispetto al passato, sono molto resilienti con buffer di liquidità elevati e leva finanziaria migliorata. Ci aspettiamo che il Pil cresca quest’anno e il prossimo», ha proseguito Messina, che, secondo quanto riferito da Teleborsa, oltre alla stabilità del governo, ha citato tra «i solidi fondamentali dell’Italia» anche «la spesa legata al Pnrr», sottolineando che sono questi elementi che supportano la resilienza dell’economia, rafforzando l’ipotesi di crescita del Pil dello 0,7% nel 2025 e dell’1% nel 2026.