
Nessuna "isola del tesoro"
Meloni pubblica l’elenco dei regali istituzionali. Bignami: “Bene, ora un’interrogazione sui doni ricevuti da Renzi, Gentiloni e Conte”
Si è favoleggiato su molti quotidiani come se si fosse in presenza di un forziere stile Conte di Montecristo. Sono omaggi ricevuti in qualità di presidente del Consiglio e che per legge devono rimanere nelle disponibilità di palazzo Chigi. Ora che sono sotto gli occhi di tutti, FdI chiede la stressa trasparenza sui regali ricevuti dai premier del passato
Non è molto chiaro dagli articoli del Fatto quotidiano e di altri organi di stampa che i regali a Giorgia Meloni non sono “di” Giorgia Meloni. Ossia, i doni che il premier riceve durante i viaggi di Stato ma anche in Italia e in giro nei suoi incontri istituzionali non sono proprietà personale del presidente del Consiglio, ma appartengono a Palazzo Chigi. Per questo fa ridere leggere nella titolazione di molti articoli il tono scandalistico, come se si fosse in presenza di uno scoop sui beni nascosti del presidente del Consiglio. Abbiamo letto di tutto: “i forzieri” di Giorgia Meloni. “Il tesoro” di Giorgia Meloni. Il “tesoretto” della premier. Neanche fosse il Conte di Montecristo. Neanche si trattasse di caveau nascosto.
L’elenco dettagliato dei regali istituzionali di Meloni
A Palazzo Chigi c’è una stanza dove sono stipati i regali ricevuti da Giorgia Meloni in 31 mesi di governo: ebbene, la premier per mettere a tacere fantasie romanzesche non ha avuto dubbi nel rendere nota la lista degli omaggi. Trasparenza sì, ma che valga per tutti. Di qui la nota del capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Galeazzo Bignami. “Complimenti a Giorgia Meloni per aver pubblicato l’elenco dettagliato dei regali istituzionali ricevuti in qualità di presidente del Consiglio. E che per legge devono rimanere nelle disponibilità di palazzo Chigi e non del premier che li riceve. Non ricordiamo una tale trasparenza in passato. Per questo Fratelli d’Italia – ha aggiunto- presenterà a breve una interrogazione parlamentare. Per chiedere che siano pubblicati anche i doni ricevuti dai premier degli anni passati: in particolare da Renzi, Gentiloni e Conte, al fine di valutare se vi siano anomalie in termini di numero di doni ricevuti e soprattutto di valore degli stessi rispetto all’elenco pubblicato da Giorgia Meloni”.
Bignami: “Interrogazione sulle liste di doni degli ex premier”
“Siamo certi che anche i predecessori dell’attuale presidente del Consiglio sono stati ligi nel rispettare la legge. La nostra interrogazione parlamentare potrà confermarlo“, conclude Bignami. Questi regali non possono essere portati a casa se superano i 300 euro di valore. Ma possono finire in beneficenza. Nell’elenco c’è un po’ di tutto: i cappelli da alpino e bersagliere, il foulard grigio che Edi Rama le donò il giorno del compleanno lo scorso 15 gennaio. Ma anche vasi alti, vasi bassi e preziose mattonelle. Il primo regalo – del presidente indiano Narendra Modi – risale al G20 di Bali di novembre 2022: si tratta della veste tradizionale delle donne del Kerala. L’ultimo è del 7 marzo scorso quando la direttrice generale del Cern di Ginevra, Fabiola Giannotti, ha donato alla premier una chiavetta usb e un cavo ad alta conduzione.
L’elenco completo è stato reso noto dal governo dopo un’interrogazione parlamentare di Italia viva depositata a inizio gennaio. Il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani ha risposto, il 18 marzo, annunciando che la lista era stata depositata presso l’ufficio della presidenza. Non a disposizione del pubblico, ma dei parlamentari sì. E oggi diverse testate hanno riportato alcuni dei regali più particolari.
Dal foulard di Rama alla veste indiana al riso pakistano
Si va dalla statuetta di Javier Milei con la motosega in mano, gentile omaggio del presidente argentino in visita a Roma. C’è poi un sacco di riso del Pakistan, dei piccoli cammelli libici. C’è anche una statua di pezza, il regalo del dem Michele Emiliano. Poi un po’ di tutto: un set di tappeti, due bracciali in metallo, quattro quadri e un piattino in metallo. Qualche gioiello: una collana, un altro bracciale, un anello, orecchini. Il primo ministro uscente della Romania Marcel Ciolacu ha donato una tipica camicia di lino. Peter Pellegrini, presidente della Slovacchia, ha portato una parure con una spilla, orecchini, anello e porta gioielli. E una catenina di diamanti, oro e citrino è arrivata dal presidente dell’Uzbekistan Shavkat Mirziyoyev nel gennaio 2023. Accompagnata da un mazzo di fiori. Poi c’è Volodymyr Zelensky. Che le ha regalato un iPad. L’egiziano Al Sisi si è invece dedicato ai quadri. Il presidente pakistano Sharif si è presentato con una confezione di riso, il re del Bahrein Hamad bin Isa Al Khalifa ha pensato a un vaso di fiori, con uno scrittoio contenente una valigetta rossa con cofanetto e cintura con oro e perle. Infine, uno skateboard made in Montesilvano. Ecco tutto, tutto limpido, rendicontato.
La rabbia di Raffaella Paita: Ora pubblichino fatture della casa di Meloni
Aspettiamo con curiosità l’esito della liste di doni – o “tesori”- degli altri premier. La trasparenza deve valere per tutti. Eppure non basta mai. Ecco saltare su Raffaella Paita stizzita: “La richiesta di Bignami di controllare anche la lista dei regali del passato ci pare corretta”, dice la capogruppo di Italia viva al Senato. Ma la rabbia prende il sopravvento, visto che vine chiamato in causa Renzi: “Chiederemo a questo punto accesso agli atti anche per verificare tutte le numerose discrepanze che abbiamo già rinvenuto dall’elenco pubblicato quest’oggi da alcuni quotidiani. Chiederemo inoltre che siano pubblicate tutte le fatture e i bonifici dell’abitazione privata della Premier. Perché tanta acredine? Speranzon ha un’idea: “Mi sorprende la reazione della capogruppo di Italia viva- dice il vicepresidente dei senatori di Fratelli d’Italia- . Perché la senatrice si sente punta nel vivo? È vero che Renzi non ha mai pubblicato i doni ricevuti, ma non credo ci sia motivo di risentirsi per una richiesta di trasparenza. Oppure la senatrice Paita sa qualcosa che noi non sappiamo?”.