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Littizzetto Meloni

Comizio di fine stagione

Littizzetto, l’ultima velenosa lettera di insulti a Meloni e a tutto il governo. La sparata pro migranti (video)

A chiusura di stagione di "Che Tempo che fa" sul Nove la comica torinese coglie l'occasione per dare l'ultima bordata polemica a premier e governo, facendo un comizio pro referendum e pro migranti

I Video del Secolo - di Gabriele Alberti - 19 Maggio 2025 alle 15:28

L’ultima velenosa e insultante lettera di Luciana Littizzetto a chiusura di stagione di “Che Tempo che fa”. Nella sua missiva conclusiva cerca di attaccare tutto e tutti. Ma il peggio lo dà sulla premier Meloni già insultata in modo volgare un mese fa a proposito dell’incontro importante avuto dalla premier con Trump negli Usa. In quella occasione fu un profluvio di battutacce intorno al deretano di Trump. Nella puntata del 18 maggio è sempre Meloni oggetto di strali. L’affondo è diretto sul premier: “E grazie anche a Giorgia Meloni, trumpiana con Trump, europea con l’Europa… orba con Orban! Non una donna con il piede in due scarpe, bensì un millepiede in un negozio di scarpedonia”. Naturalmente parla l’applauso…

Littizzetto contro Meloni “millepiede”

Capiamo – come spesso affermano- che i comici devono far ridere, ma da tempo “Lucianina” non ci riesce più. La Meloni “millepiedi” non fa ridere. E non perché non abbiamo il senso dell’umorismo, ma due anni e mezzo di comizi anti governativi sono stucchevoli. E poi ha stufato l’invettiva unidirezionale sempre contro il governo. Non si accorge di quanto faccia ridere l’opposizione? Dopo un po’ la satira si spegne. Infatti ci prova ancora una volta con un altro bersagio prediletto: il ministro dell’Agricoltura Lollobrigida : “Grazie Lollo, cognato d’Italia, ministro nostro dell’Agricoltura e delle gaffes. Io senza di te sarei perduta, sarei muffa senza muro, asino senza carota, mc bacon senza pancetta. Ogni tua intervista per me è acqua di fonte, non smettere mai. Tu, come dice Lucio Corsi, per me sei la mia porta su Marte”. Ecco, non volendo, la Littizzetto ha “confessato” la sua ripetitività. E infatti, scorrendo i commenti social, ne sembra che gli utenti gradiscano.

Littizzetto attacca tutto il governo

Così come stantia è la sua costante polemica contro Salvini. Vabbè che siamo alla fine di “CTCF”, ma avrebbe potuto sforzarsi con un po’ più di creatività, invece, siamo alle solite battutine di mesi fa: “Grazie a Salvini. L‘uomo dei Trasporti che sta rendendo le ferrovie così lente da farci sognare di nuovo il calesse: la barca a remi e le biciclette di inizio novecento, quelle con le ruotone grandi davanti usate da Buster Keaton!”. Un altro classico della letterina di Littizzetto è stata la presa di posizione politica. O meglio il comizio in diretta. Tema, il l referendum del prossimo 8 e 9 giugno: ancora lontano ma la Littizzetto tenta ugualmente di dare una spallata contro il governo e un endorsment ai referendari, con una sparata pro-migranti.

La sparata pro migranti

“Grazie anche ai referendum dell’8 e 9 giugno. Quelli di cui nessuno parla tranne i fantasmi che aleggiano in Parlamento”. Anche qui l’attacco a una presunta TeleMeloni, colpevole secondo il suo punto di vista di nascondere il prossimo appuntamento referendario. Poi si atteggia a Landini dei comici: “Ma grazie ai referendum possiamo dire la nostra sui licenziamenti illegittimi, la sicurezza sul lavoro, sulla concessione della cittadinanza a chi vive e lavora in Italia da anni. Sì, perché se uno ha resistito 5 anni di fila a burocrazia, scioperi dei mezzi e si è pure guardato tutto Sanremo un passaporto italiano se lo merita eccome. Perché l’identità non è un timbro, è una storia condivisa e se uno ha scelto di scriverla qui, con noi, forse è il caso di dargli una penna vera”. Non poteva man care una polemica contro il ministro Giuli, irriso per il suo eloquio, ma che originalità. E poi passa a parlare della comicità che secondo lei sarebbe “minacciata”. Ma quando mai? Ognuno può insultare chi vuole, non ne è anche lei la dimostrazione plastica? La critica è legittima non è una minaccia. E poi, quando afferma che “sbeffeggiare è la ragione sociale di chi fa satira”, ci chiediamo. Giusto, ma la satira dovrebbe essere a 360 gradi e colpire un po’ tutti. Non sembra sia questa, invece la ragione sociale di “Che tempo che fa…”.

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di Gabriele Alberti - 19 Maggio 2025