
L'intervista
Il volto gentile della Romania che cambia: Ilinca Simion racconta chi è davvero suo marito George: “Un patriota con il cuore in mano”
Mentre al ballottaggio si affrontano due visioni opposte del Paese, la moglie del leader di Aur rompe il silenzio e offre un ritratto privato, lontano dalle caricature mediatiche
Bucarest, in un ristorante appartato a due passi dal centro. Mentre George Simion è circondato da microfoni e telecamere accorse da mezza Europa, sua moglie ci riceve con naturalezza. Nessuna scorta, nessun addetto stampa. Solo un sorriso sincero e lo sguardo di chi ha scelto la verità come unica strategia. Ilinca Simion ha 27 anni. È madre, scrittrice, e compagna di vita del leader di Aur, dato da molti come il possibile prossimo presidente della Romania. Ma prima di tutto è una giovane donna che ha scelto, con consapevolezza, di stare accanto a un uomo che certa stampa descrive come «una minaccia». Lei, con grazia e lucidità, ci offre un racconto diverso. Il loro.
Come risponde a chi, nei media mainstream, continua a etichettare suo marito come un ‘ultranazionalista’ e un ‘estremista’? Qual è la verità che non viene raccontata?
Rispondo che si sbagliano. George ama profondamente la Romania. Non l’ha mai messa dopo, mai tenuta in fondo a qualche lista d’interessi personali. Per lui, la Patria viene prima di tutto. Sono convinta che anche certi media conoscano questa verità. Ma preferiscono ignorarla: seguono altri interessi, talvolta opachi.
Forse sono troppo diretta, ma penso che sia meglio dire le cose come stanno, anziché nascondersi dietro comode convenienze. E sono certa che, da presidente, George userà ogni fibra del suo essere per servire la sua Nazione.
E com’è George, lontano dai riflettori?
È un uomo semplice, normale. Ama la sua famiglia, gioca con suo figlio, sa ridere, scherzare e sa ascoltare. È il tipo di persona che ti prende per mano e ti propone una passeggiata nel cuore della notte, solo per parlare o guardare il cielo. George crede che la pace domestica sia la condizione necessaria per servire bene il Paese. E io condivido questa visione.
Lei è molto giovane, è una mamma, ed è anche autrice. Ha scritto un libro, “Eu Sunt Ilinca”. Come vive questo ruolo pubblico che la vita le ha consegnato?
Io non lo vivo come un’esposizione pubblica. Lo vivo come una forma d’amore e di lealtà: verso mio marito, padre di nostro figlio, e verso il futuro Presidente della Romania. Il mio ruolo è quello di consigliera, di presenza discreta ma salda. Il mio compito è aiutarlo a scegliere sempre il bene del Paese, anche nei momenti più difficili.
Possiamo dire che oggi George è diventato il simbolo di una Romania che vuole tornare alle sue radici, anche attraverso il vostro esempio familiare?
Sì, lo possiamo dire, e con lettere maiuscole. George è l’unico che oggi ha la forza e la lucidità per riportare la Romania alla sua essenza, ai suoi valori, al suo potenziale. Non si tratta di nostalgia, ma di radici: chi ha radici forti può crescere alto. L’Europa ha bisogno proprio di questo.
Potrebbe presto ricoprire il ruolo di ‘First lady’, figura simbolica ma centrale. Sente già la responsabilità di essere un riferimento per le nuove generazioni?
In Romania, non esiste formalmente la figura della ‘First lady’. Ma esiste la ‘Moglie del Presidente’: una guida morale, un riferimento positivo, soprattutto per i giovani. Io ho scelto di esserlo già da tempo, non per protocollo, ma per vocazione. Insegno educazione civica e sociale, perché credo che il cambiamento inizi dalle aule, non solo dai palazzi.