
Gabinetto di sicurezza
Israele prepara l’invasione massiccia a Gaza. Il piano di Netanyahu: sfollamento dei civili e aiuti in mano ai privati
Il piano prevede un'intensa espansione dopo la visita di Trump nella zona. Proteste e scontri a Gerusalemme contro l'escalation militare. La Ue invita Israele alla moderazione: i negoziati sono l'unica via, basta sofferenze e nuove vittime
Cessate il fuoco sempre più lontano, l’offensiva militare nella Striscia di Gaza si intensifica: Israele prepara una massiccia invasione, come annunciato dal premier Benjamin Netanyahu. Nella notte il Gabinetto di sicurezza israeliano ha approvato “il piano di espansione”. La notizia è stata confermato da un funzionario israeliano al Times of Israel. Il piano – ha precisato – sarà attuato solo dopo la visita del presidente Usa Donald Trump nella regione la prossima settimana (Trump visiterà l’Arabia Saudita, il Qatar e gli Emirati Arabi Uniti dal 13 al 15 maggio). Fino ad allora, ha spiegato la fonte, si cercherà di raggiungere un accordo con Hamas su un cessate il fuoco e sugli ostaggi. Il piano, presentato dal capo di stato maggiore delle Idf, Eyal Zamir, prevede ”la conquista di Gaza” e il ”mantenimento dei territori”.
Israele prepara un massiccia invasione a Gaza
Nessuno spazio di interpretazione. L’operazione militare, nel caso falliscano i negoziati sugli ostaggi, “sarà intensa e la popolazione dell’enclave palestinese sarà spostata per la sua stessa protezione”. Così Netanyahu ha in un video postato sul suo account X. “Abbiamo deciso, su consiglio del capo di stato maggiore, un’azione intensa per la sconfitta di Hamas, che ci aiuterà anche nella liberazione degli ostaggi. Non entreremo nei dettagli, ma abbiamo discusso a lungo su cosa fare per gli ostaggi e per la vittoria. Una cosa è chiara. Non ci saranno più ingressi e uscite, non ci saranno più incursioni”. Netanyahu non ha specificato quanto territorio dell’enclave sarà occupato nell’ambito della nuova offensiva: “I soldati israeliani – ha precisato – non entreranno a Gaza per condurre raid e poi ritirarsi. L’intenzione è l’opposto”. Il ministro della Sicurezza Nazionale Itamar Ben Gvir è stato l’unico a votare contro l’escalation militare.
Occupazione della Striscia e sfollamento dei civili verso sud
Una fonte politica israeliana citata da Ynet ha affermato che il piano prevede, tra le altre cose, l’occupazione della Striscia e il mantenimento dei territori, lo spostamento della popolazione verso sud, la negazione ad Hamas della possibilità di distribuire rifornimenti umanitari e attacchi violenti contro i miliziani palestinesi. Il capo di stato maggiore israeliano Eyal Zamir ha avvertito i ministri che la nuova operazione a Gaza potrebbe mettere in pericolo gli ostaggi ancora nell’enclave. “Israele potrebbe perdere gli ostaggi se lancia un’operazione su larga scala nella Striscia”, ha detto, come riferisce Channel 13.
Ue: “preoccupati per estensione operazioni di Israele”
Forte preoccupazione è stata espressa dall’Unione europea. Bruxelles invita Israele a esercitare moderazione. “L’estensione delle operazioni delle forze israeliane a Gaza porterà a ulteriori vittime e nuove sofferenze per la popolazione palestinese”. Così un portavoce della Commissione Ue che ha aggiunto: “L’Alto rappresentante ha chiaramente indicato che i negoziati sono l’unica via. È essenziale un ritorno al cessate il fuoco, che conduca alla liberazione degli ostaggi e alla fine delle ostilità”. Infine l’Unione chiede lo sblocco della distribuzione degli aiuti umanitari e il ripristino dei servizi essenziali a Gaza.
Centinaia in protesta a Gerusalemme contro Netanyahu
Intanto continuano e si intensificano le proteste in Israele. Centinaia di persone, che contestano il governo Netanyahu, si sono radunate per un sit-in di fronte agli uffici del primo ministro a Gerusalemme contro il piano militare. Lo riferisce il giornale israeliano Haaretz, aggiungendo che la polizia è poi intervenuta per sgomberare i manifestanti. Si sono verificati scontri e arresti. I dimostranti, spiega il giornale, si sono così messi in marcia in direzione della Knesset.
L’agenzia dell’Onu respinge il piano di Israele
L’agenzia delle Nazioni Unite, responsabile del coordinamento dell’ingresso degli aiuti umanitari, ha respinto il piano israeliano che intende cambiare radicalmente le modalità di ingresso e distribuzione degli aiuti umanitari a Gaza. Il piano prevede che venga abbandonata la distribuzione all’ingrosso e l’immagazzinamento degli aiuti. Saranno organizzazioni internazionali e appaltatori di sicurezza privati a distribuire il cibo alle singole famiglie, rappresentate ognuna da una sola persona. Che sarà controllata dall’Idf e raggiungerà i luoghi di distribuzione, dopo che la popolazione del nord e del centro della Striscia sarà evacuata nella zona tra i corridoi Morag e Filadelfia.
Iran nega aiuto a Houthi per missile contro aeroporto Tel Aviv
L’Iran, intanto, ha negato di aver fornito aiuto ai miliziani yemeniti Houthi per il lancio del missile balistico verso l’aeroporto internazionale di Ben Gurion a Tel Aviv. “Le azioni degli yemeniti – si legge in una nota del ministro degli Esteri di Teheran – a sostegno del popolo palestinese sono state una decisione indipendente, nata dal loro sentimento di solidarietà”. Dopo l’attacco Netanyahu aveva promesso che avrebbe colpito l’Iran per il sostegno fornito ai miliziani dello Yemen.