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piano di Israele occupare Gaza

Medio Oriente

Israele annuncia l’operazione per occupare Gaza: “Conquisteremo altri territori”. Ma Netanyahu aspetta il via libera di Trump

Dalla Cina alla Francia, dall’Onu all’Ue, pioggia di condanne contro il piano "Carri di Gedeone": "Inaccettabile, una violazione del diritto internazionale"

Esteri - di Alice Carrazza - 6 Maggio 2025 alle 13:34

Dopo 577 giorni di guerra e sette ore di riunione, Israele ha dato un nome nuovo e un mandato esteso all’operazione militare a Gaza: si chiamerà «Carri di Gedeone», evocazione biblica. L’obiettivo, stavolta, non è solo un’ulteriore incursione. Lo ha detto chiaramente Benjamin Netanyahu: «Questa volta conquisteremo altri territori e li occuperemo per un lungo periodo». Ma l’invasione dovrà attendere. Il premier, secondo i media israeliani, non vuole disturbare l’agenda del presidente Donald Trump, in visita nei Paesi del Golfo per una missione di pace e affari. Il via libera all’offensiva, dunque, non scatterà prima della fine del suo tour tra Arabia Saudita, Emirati e Qatar.

Un piano d’occupazione a tempo indeterminato

Il Gabinetto di sicurezza israeliano ha approvato il piano proposto dai generali: si tratta di un’operazione che mira a schiacciare Hamas e a modificare l’assetto territoriale di Gaza. Non un intervento temporaneo, ma un’occupazione prolungata, militare, gestita direttamente da Israele. I territori conquistati, ha ribadito Netanyahu in un videomessaggio, «non verranno restituiti». Il governo vuole «trasferire la popolazione di Gaza per proteggerla», ma le organizzazioni internazionali si indignano e c’è chi parla di «pulizia etnica».

Il ministro delle Finanze e leader dei coloni, Bezalel Smotrich, non usa mezzi termini: «Israele deve far sua la parola occupazione. Non ci ritireremo nemmeno se ci sarà un’intesa per i rapiti». L’obiettivo non è nascosto: premere «la maggior parte» della popolazione palestinese verso il Sud della Striscia, sotto la fascia sorvegliata dai militari dove un tempo sorgeva la colonia di Morag. I più zelanti tra gli alleati del premier sognano già di ricostruirle, le colonie.

Israele: “Spingere i terroristi a rilasciare i sequestrati”

Il nuovo capo di Stato Maggiore, Eyal Zamir, ha avvertito: l’espansione del conflitto mette a rischio la vita dei 59 ostaggi rimasti a Gaza, di cui pare che meno di 24 sarebbero ancora in vita. Ma Netanyahu sembra ignorare l’allarme. Il governo punta tutto sulla pressione militare per «spingere i terroristi a rilasciare i sequestrati», ribadisce il premier nel suo video social.

I familiari degli ostaggi protestano ogni giorno davanti alla Knesset. Chiedono una tregua, temono che «l’invasione massiccia» – parole di Zamir riportate dall’inviato del Corriere Gaia Cesare – porti solo nuovi funerali. Il generale si è anche scontrato con il ministro Ben-Gvir sugli aiuti umanitari: «Non affameremo i palestinesi», ha detto. Per ora, la distribuzione – ferma da due mesi – dovrebbe riprendere, ma solo nel sud di Gaza, e affidata a compagnie di sicurezza straniere. Nessuna data.

Trump guarda, Netanyahu attende

La guerra resta appesa ai ritmi della “diplomazia personale“. Trump ha dato il suo assenso, ma ha chiesto di non essere distratto. Il tycoon vuole concludere accordi nel Golfo, in particolare con l’Arabia Saudita. Si parla di F-35 e F-15 Ex in vendita, che potrebbero mettere in crisi le commesse europee, compresi i Typhoon.

Il piano israeliano, ribattezzato «piano Trump», contempla scenari che non sembrano piacere all’Onu: una conquista totale della Striscia, 2 milioni di persone costrette al trasferimento, e l’ipotesi che “gli Stati Uniti possano comprare Gaza”.

La posizione dell’Italia resta pragmatica: «Il nostro obbiettivo è quello di due popoli e due Stati e siamo, come siamo sempre stati, a favore del progetto egiziano per la ricostruzione di Gaza», aveva già dichiarato ieri il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani.

Le reazioni: da Pechino a Parigi, un coro di condanne

Tuttavia, le condanne non sono tardate ad arrivare. La Cina ha appena espresso «ferma contrarietà» alla conquista militare di Gaza. Pechino «si oppone alle azioni militari in corso» e chiede il ritorno al cessate il fuoco. Dura anche l’Unione europea: «Israele sta distruggendo Gaza e attuando un piano inaccettabile di sostituzione della popolazione», ha dichiarato il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa. L’Ue chiede il rispetto del diritto internazionale e sostiene il piano della Lega Araba per la ricostruzione. 

Anche la Francia commenta. «Inaccettabile», dice il ministro degli Esteri Jean-Noël Barrot, accusando Israele di violare il diritto umanitario. L’Onu, per bocca di António Guterres, denuncia: «L’operazione porterà inevitabilmente a un numero incalcolabile di altri civili uccisi e all’ulteriore distruzione di Gaza».

Hamas: “Niente negoziati con chi affama”

Dal fronte opposto, Hamas ha dichiarato finita ogni possibilità negoziale tramite il membro dell’ufficio politico delle milizie Bassem Naim. Gli Houthi promettono «una risposta imminente, dolorosa e sorprendente» ai raid israelo-americani sul porto di Hodeidah, dove Israele ha sganciato 50 bombe, uccidendo due persone e ferendone 42.

L’Iran si dice pronto a «una risposta rapida, proporzionata e legittima» in caso di attacchi da parte di Israele o Stati Uniti, lo ha scritto in una lettera all’Onu l’ambasciatore iraniano Saeed Iravani.

A Gaza “vince solo la fame”

Secondo Emergency, a Gaza «vince solo la fame, manca tutto». Il 65% dei 52.567 morti palestinesi sono donne e bambini. Il sistema sanitario è al collasso e la Caritas Gerusalemme, con il sostegno di Caritas Svezia, ha riconvertito la papamobile in una clinica mobile destinata ai bambini rimasti senza assistenza. Sarà operativa non appena verrà riaperto il corridoio umanitario e trasporterà test diagnostici, forniture mediche, ossigeno e vaccini. Era l’ultimo desiderio di Papa Francesco. «Questo veicolo rappresenta l’amore e la cura di Sua Santità per i più vulnerabili».

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di Alice Carrazza - 6 Maggio 2025