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Deja vu

Il sogno genovese di Elly: «Fossi in Meloni inizierei a preoccuparmi: uniti si vince». Ma Conte fa lo gnorri e parla d’altro

Il trionfalismo dopo la vittoria di Genova ricorda quello seguito al voto in Sardegna e invecchiato malissimo. La segretaria dem continua a crederci, Conte la gela dribblando e parlando di civismo

Politica - di Sveva Ferri - 27 Maggio 2025 alle 09:46

«Fossi in Giorgia Meloni comincerei a preoccuparmi, è il sintomo che qualcosa nel suo rapporto con il Paese si è rotto». All’indomani della vittoria del centrosinistra a Genova, Elly Schlein sfodera non solo il più convinto trionfalismo, ma la certezza che quel voto amministrativo sia un segnale, l’inizio dell’agognata spallata al governo. Legittimo, per carità: ognuno fa o si aggrappa a quel che può. La sensazione fuori dal perimetro della sinistra politica e d’opinione – non mancano anche editoriali in questo senso, ovviamente – è però di trovarsi di fronte a un deja vu: toni e auspici sono in tutto e per tutto simili a quelli che seguirono il voto in Sardegna. Poi è andata com’è andata, con tutti i problemi del “campo largo” rimasti irrisolti e, anzi, acuiti e la tenuta del governo neanche lontanamente scalfita dai venti dell’Isola. E con la non secondaria freddezza verso i potenziali alleati dimostrata da Giuseppe Conte anche in questa occasione.

Genova e il sogno di Schlein

Ma, si diceva, ognuno fa quel che può e si aggrappa a quel che ha. Ed Elly in questo, le va riconosciuto, manifesta una ostinata convinzione. Pari almeno al refrain che «uniti si vince», che ripete ovviamente anche stavolta potendolo sventolare convincendo per lo meno se stessa. «La cosa ormai è chiara: il centrodestra esulta per i sondaggi, noi però vinciamo le elezioni», ha detto la segretaria dem in un’intervista a Repubblica, dopo che sulla battuta ha prodotto anche una grafica social.

L’analisi del sondaggista: «Sul piano nazionale non cambia nulla»

Poi, certo, intervistato dal Tempo, il sondaggista Antonio Noto, ha ricordato, da tecnico, che le cose non stanno esattamente così e che «le elezioni amministrative sono e restano locali» e che il voto dei giorni scorsi «sul piano nazionale non cambia proprio nulla». Anche perché, e qui si arriva all’analisi sull’unità del campo largo, «i fatti dimostrano che l’elettorato del M5S si mobilita con più convinzione se il partito corre da solo» e che «la somma numerica delle forze non basta: serve una visione comune che al momento non c’è».

Schlein costretta ad arrampicarsi sugli specchi per essere «testardamente unitaria»

Epperò Elly ci crede, e del resto non può fare altrimenti, sebbene l’eco degli scricchiolii si avverta anche nelle sue parole così cariche di fiducia, quando insiste per esempio sulla necessità di «cercare di porre al centro le tante cose che ci uniscono, facendo sintesi dei diversi punti di vista, che pure ci sono. Dove governiamo insieme sta già funzionando». Giovanna Vitale, che firma l’intervista, chiede quindi se alle regionali d’autunno il campo largo correrà unito. «Vittorie così significative sono la migliore premessa per lavorare a coalizioni altrettanto forti per la tornata che ci aspetta fra qualche mese. Il lavoro è già ben avviato. Sono ottimista», ha risposto Schlein, rifugiandosi ancora una volta nella speranza.

La freddezza di Conte che tace sul campo largo e parla di società civile

Peccato che il segnale arrivato da Giuseppe Conte sia tutt’altro che incoraggiante per i sogni di unità politica di Elly: «Auguri di buon lavoro a Silvia Salis, neo-sindaca di Genova. La sua vittoria è la dimostrazione che progetti nati dal basso ed inclusivi delle proposte della società civile sono percepiti dai cittadini come più vicini alle proprie esigenze – e, per questo, meritori di fiducia ed entusiasmo», è stato il commento del leader M5S, che nel resto della dichiarazione si è concentrato esclusivamente sui risultati del suo partito.

La grafica lunare su Genova postata da Elly Schlein sui propri social

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di Sveva Ferri - 27 Maggio 2025