
Sacro elettrico
Gregotechno, monaci elettronici nelle trame digitali. La musica sacra irrompe nel futuro
Scovata nelle trame digitali, esiste una realtà che sta provando a recuperare la musica liturgica, con l’audace tentativo di farla incontrare con le sonorità elettroniche.
Cultura - di Andrea Moi - 11 Maggio 2025 alle 07:00
Con l’arrivo del nuovo pontefice, in questi giorni si è parlato molto del ruolo della Chiesa nella società. Uno dei temi emersi (in verità un leitmotiv riguardante le questioni religiose degli ultimi anni) è la relazione tra fede e futuro. Tradizionalisti e progressisti, fuori e dentro le mura, scagliano invettive, pubblicano lettere e sostengono tesi ragionando attorno a un’idea di cristianità capace di calarsi nel presente, senza che questa perda la sua identità
Musica sacra e società medievale
Uno dei campi in cui si è storicamente dispiegato il messaggio religioso è stato quello della musica. Fino a quando società e religione hanno corso sugli stessi binari, la musica sacra e quella popolare si sono fuse. L’immaginario collettivo era permeato dalla cristianità ed era quindi impossibile pensare una musica senza il sacro ed un sacro senza musica. Prima della secolarizzazione i canti pastorali e popolari (oggi sapientemente riportati sui palchi da Ambrogio Sparagna, Nando Citarella e Peppe Barra) viaggiavano allo stesso modo in case, chiese ed osterie.
Che fine ha fatto la musica sacra?
Ma il presente è una storia diversa. L’elemento spirituale è sempre più periferico in questa parte del pianeta terra e immaginare una musica permeata dagli elementi religiosi, può sembrare un’utopia. Eppure, scovata nelle trame digitali, esiste una realtà che sta provando a recuperare la musica liturgica, con l’audace tentativo di farla incontrare con le sonorità elettroniche. Sintetizzatori virtuali e cori si intrecciano portandoci in un’inedita dimensione musicale.
Monaci elettronici
L’esperimento è quello di Gregotechno, un progetto che nasce dalla riscoperta del canto gregoriano ibridato dalla musica elettronica. In molti non si aspetteranno una felice riuscita di questo esperimento eppure le profonde sonorità medievali si fondono magicamente con i rumori sintetizzati. A chi sente aria di sacrilegio consigliamo l’ascolto di uno dei brani del collettivo spagnolo. La riattualizzazione dell’antico canto liturgico riesce a trasportare l’ascoltatore in un’atmosfera verticale. I Gregotechno si presentano ai live con abiti monacali ma in loro non traspare alcuna intenzione blasfema. Il presentarsi dell’estetica cristiana medievale ben si adatta a una live immersiva che fonde storia e futuro.
La voce antica di Bruno
Nessuna riattualizzazione invece nel progetto Ecole grégorienne, creato dal 30enne francese Bruno de Labriolle. A direzione di una scuola di canto gregoriano a Lione, Labriolle racconta sui social la riscoperta della musica liturgica. I suoi video segnano l’incontro tra arte e divulgazione. La sua incantevole voce, legge gli antichi spartiti monacensi e getta tra gli abissi dell’algoritmo spazi di intensa spiritualità.
L’irruzione nel futuro di Kali
C’è poi chi cerca di trasportare la musica sacra in un futuro lontano, quasi distopico e lo fa sintetizzando suoni di campane, voci, chitarre e vibrazioni elettroniche. Kali Malone è una compositrice sperimentale ed è stata scelta alla Biennale dell’arte di Venezia, per accompagnare l’installazione del padiglione Italia. Quella dell’artista americana è una sfida culturale e una ricerca costante che fonde antropologia e spiritualità. Il suo ultimo disco “All life long” ha l’organo come strumento protagonista. L’accompagnamento di cori e fiati portano l’ascoltatore in una dimensione estatica antica e, al contempo, completamente nuova.
Senza paura di sbagliare
Gregotechno, Ecole grégorienne, Kali Malone e tanti altri come loro vivono lontano dal mainstream ma sono la testimonianza di come la musica possa portarci verso una dimensione spirituale anche quando è capace di rinnovarsi e incontrare, senza paura, un futuro che spaventa nostalgici e puristi.
di Andrea Moi