
Quindici coltellate
Femminicidio a Settala, il marito killer al gip: “Mi dispiace, dopo il primo colpo non ho capito più nulla”
“Sono dispiaciuto queste cose non si fanno, la vita non si toglie”. Sono le parole pronunciate da Khalid Achak, accusato di aver ucciso a coltellate la moglie Amina sotto gli occhi della figlia di 10 anni, davanti al gip di Milano Emanuele Mancini. L’uomo. 50 anni di origini marocchine, nell’interrogatorio di convalida dell’arresto ha ammesso il femminicidio, già confessato al momento del fermo. “Dalla rabbia non ho capito più niente. Ho preso il coltello e dopo il primo colpo non ho capito più nulla e non ricordo altro”. Dopo la prima coltellata l’uomo dice di aver avuto un “vuoto di memoria”. Ricorda di essere andato in camera della figlia per cercarla, non per “farle del male”. Ha parlato di un matrimonio combinato, senza amore, e delle tensioni in casa.
Femminicidio, il marito al giudice: mi dispiace, la vita non si toglie
La donna è stata uccisa sabato sera nella sua abitazione a Settala, paese nell’hinterland sud est di Milano, con almeno quindici coltellate. Le urla disperate della bambina “Papà, no” sono state sentite anche da un vicino intorno alle 22. È stata proprio la bimba di 10 anni, che ha assistito all’omicidio di sua mamma per mano del padre ubriaco e fuori di sé, ad avvisare il 118 e a far arrestare l’uomo. “La mamma è morta, papà l’ha uccisa”, ha detto al telefono mentre il padre le toglieva il telefono di mano insultando pesantemente l’operatrice del 118 e chiudendo la telefonata. Quando i carabinieri sono arrivati per Amina non c’era più niente da fare. Achak ha subito confessato: “L’ho ammazzata”. Secondo una prima ricostruzione, la donna sarebbe stata colpita prima delle 22. Ma l’allarme è stato dato un’ora dopo dalla figlia che, quando si è svegliata, ha trovato il corpo della madre in camera da letto. La donna era in pigiama e sarebbe stata accoltellata poco prima di andare a dormire
Le urla della figlia di dieci anni: “Papà no”
La donna era stata spesso vittima della violenza del marito, oggi in carcere a San Vittore per omicidio aggravato. Agli atti risulta una denuncia nel 2022 per maltrattamenti. Una sera di novembre era stata minacciata di morte e picchiata. La donna, 43 anni, aveva fatto ricorso alle cure mediche in ospedale. Ed era stata attivata la procedura del codice rosso e la segnalazione giunta anche al tribunale dei minori che ha portato a far attivare i servizi sociali. Ma non è arrivato alcun provvedimento cautelare. Poi nessuna nuova segnalazione o denuncia. Fino al femminicidio di sabato 3 maggio.
La bimba in stato di choc è affidata allo zio materno
Ora la bambina, illesa e in forte stato di choc, è affidata allo zio materno. “Il pensiero di una bambina che ha dovuto affrontare quell’orrore ci lascia sgomenti”, si legge in un messaggio di cordoglio del Comune di Settala. “Purtroppo questi drammi sono all’ordine del giorno delle cronache nere e nonostante fiumi di parole, di intitolazioni, di panchine rosse e di manifestazioni pubbliche, il dramma continua a ripetersi ogni giorno”.