
Lezione agli intolleranti
Feltri, schiaffo morale alla censura rossa al festival di Lodi: «Se non mi vogliono non vengo»
FdI: La giunta di Lodi è in ostaggio della sinistra radicale. In città se non sei allineato con la cultura del pensiero unico, vieni messo da parte. Avere uno come lui nella kermesse libraria sarebbe stato un arricchimento
Si parla di libri e si torna a parlare di censura da parte dei “veri” democratici. Ne è vittima Vittorio Feltri. Prima presente nel cartellone degli ospiti del festival “Il fiume dei libri”, poi assente e al centro di polemiche. La presenza del direttore editoriale del Giornale ha mandato su tutte le furie la maggioranza, guidata dal sindaco Andrea Furegato, del Partito Democratico. La potente lista Lodi Comune solidale, che a inizio mese lo offese definendolo “misogino, razzista, e volgare, con cui si possono al massimo fare diverbi da bar a tarda ora”. Spalleggiato da qualche cattocomunista locale che ha chiesto l’esclusione di Feltri. Che certo, come suo costume non piagnucola e non fa la lagna, anzi, dà un lezione al sinistrume allergico al confronto e ai libri.
Feltri: “Non vengo a fare un dispetto a nessuno”
“Se non mi vogliono io non vengo, figuriamoci – dice al quotidiano locale Il Cittadino -: non sono né misogino, né quanto dicono loro,. Ma poi di quello che pensano di me non mi importa niente. Un altro impegno non esiste: sarei venuto a Lodi, ma dopo che ho saputo ciò che pensa di me una parte della coalizione, è chiaro che non vengo a fare un dispetto a nessuno”. Chiaro, schietto. La sinistra resti nel suo bagno di intolleranza.
All’anima della libertà d’espressione
Fuoco di critiche da parte del centrodestra cittadino, con Fratelli d’Italia in prima fila. “Chi ha chiesto l’esclusione di Vittorio Feltri dovrebbe riflettere su cosa significhi davvero libertà di espressione – spiega Fabio Raimondo, eletto nel collegio di Lodi-. La cultura non può essere selettiva, né timorosa del dissenso. Un festival letterario degno di questo nome dovrebbe accogliere il confronto, anche acceso, anche scomodo. Oggi è Feltri, domani potrebbe toccare a chiunque non si allinei al pensiero dominante. Un rischio che non possiamo permetterci, ma non mi stupisco che sia questa la libertà d’espressione che ha in mente la sinistra”.
Feltri rinuncia ad andare al Festival librario di Lodi
Tranchant il presidente provinciale di Fratelli d’Italia, Francesco Filipazzi: “Ancora una volta abbiamo la dimostrazione che la giunta di Lodi è in ostaggio della sinistra radicale. Oggi vediamo che l’assessorato alla cultura non può proporre un festival letterario se non paga dazio alla componente più ideologizzata e retriva della coalizione. Vittorio Feltri è un grande del giornalismo italiano: averlo a Lodi sarebbe stato un arricchimento. Non si capisce che paura si può avere, se non quella di confrontarsi con un punto di vista diverso”.
Sinistra allergica al pluralismo
Interviene anche Giulia Baggi, capogruppo di Fratelli d’Italia in consiglio comunale a Lodi: “La rinuncia di Vittorio Feltri è semplicemente il risultato di pressioni politiche, perché a Lodi, se non sei allineato con la cultura del pensiero unico, vieni messo da parte. Il festival doveva essere uno spazio aperto, invece, è bastato che una parte della maggioranza storcesse il naso perché Feltri venisse fatto fuori dal programma. La cultura vera è tutt’altro: è confronto, è anche scontro se necessario, è pluralismo e, soprattutto, libertà”.