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A 47 anni dall'omicidio

Fausto e Iaio: il Gip riapre l’inchiesta sull’omicidio. La Russa: «Ne sono contento»

Il presidente del Senato aveva citato i due militanti del Leoncavallo uccisi nel 1978 anche nel suo discorso di insediamento. La nuova inchiesta era stata chiesta dalla Procura lo scorso anno

Politica - di Sveva Ferri - 6 Maggio 2025 alle 16:16

Si riapre ufficialmente l’indagine sull’omicidio di Fausto Tinelli e Lorenzo Iannucci, Fasto e Iaio, i due militanti del centro sociale Leoncavallo uccisi a Milano il 18 marzo 1978. La Gip di Milano, Maria Idria Gurgo di Castelmenardo, ha accolto la richiesta avanzata dalla Procura di Milano nel gennaio dello scorso anno. L’ultima archiviazione del caso avvenne venticinque anni fa. A questo risultato si arriva sull’onda anche di un impegno politico bipartisan, che dal discorso di insediamento di Ignazio La Russa al Senato a un voto unanime in Consiglio comunale a Milano, ha sollecitato giustizia per i due ragazzi. «Sono contento che la magistratura abbia deciso di riaprire le indagini per fare chiarezza e individuare i colpevoli degli omicidi di Fausto e Iaio», ha commentato oggi La Russa.

Il Gip di Milano riapre l’indagine sull’omicidio di Fausto e Iaio

L’indagine riparte dalla rilettura complessiva degli atti dell’inchiesta, che ha portato alla necessità, per gli inquirenti, di fare nuovi accertamenti. All’epoca la pista più rilevante era quella dell’estrema destra eversiva romana, alla luce di un volantino di rivendicazione trovato il giorno dopo i funerali di Fausto e Iaio in una cabina telefonica di via Leone IV a Roma, in zona Prati, e firmato “Esercito nazionale rivoluzionario – Brigata combattente Franco Anselmi”.

Da lì la Procura riparte per cercare di mettere ordine su quanto accaduto la sera del 18 marzo 1978 quando i due militanti di sinistra, entrambi di 19 anni, furono uccisi a colpi d’arma da fuoco in via Mancinelli a Milano. La riapertura dell’indagine, secondo quanto emerso, si basa su «atti documentali» e si muove sempre negli ambienti della destra. Affidata ai pm Francesca Crupi e Leonardo Lesti, guarda dunque alle carte e alle testimonianze, più che sulla possibilità che l’arma utilizzata per uccidere i sue giovani e persa da uno degli assassini sia ricollegabile ad altri delitti negli anni del terrorismo. L’obiettivo è cercare di identificare i tre ignoti che aprirono il fuoco, uccidendo Iaio sul colpo e lasciando Fausto gravemente ferito sul selciato prima della morte accertata in ospedale.

Quando La Russa citò Fausto e Iaio nel suo discorso di insediamento al Senato

Nel suo discorso di insediamento alla presidenza del Senato, Ignazio La Russa ricordò Fausto e Iaio insieme a Sergio Ramelli, indicandoli come vittime innocenti della «drammatica stagione delle violenze, del terrorismo politico». «Le loro storie rappresentano un portato che ancora oggi è e deve essere una stella polare per tutti noi», disse nell’ambito di un discorso che complessivamente dedicò ampio spazio al tema della pacificazione. Di Fausto e Iaio ricordò anche che «gli assassini non sono mai stati trovati».

La visita di Frassinetti al liceo di Fausto e il voto unanime in Comune

Nel maggio successivo il consiglio comunale di Milano approvò una mozione del Pd per la riapertura delle indagini. Fu votata all’unanimità. Ad aprile dello stesso il sottosegretario all’Istruzione Paola Frassinetti si era recata in visita prima alla scuola di Sergio Ramelli e poi a quella di Fausto, accompagnata dal fratello di quest’ultimo Bruno Tinelli.

L’auspicio di «una stagione di solidarietà e di pacificazione»

Quando l’anno scorso la Procura ha presentato l’istanza per la riapertura delle indagini, La Russa ha fatto sapere attraverso i propri social di aver appreso «con soddisfazione la decisione». «L’auspicio, così come già affermai nel discorso di insediamento alla Presidenza del Senato, è quello di riuscire ad avere al più presto giustizia per le famiglie e per la memoria dei due ragazzi, i cui assassini non sono mai stati trovati», aggiunse. In occasione delle recenti commemorazioni per Sergio Ramelli ha ribadito che «vorremmo che nel nome di tutti questi ragazzi si aprisse una stagione di solidarietà e di pacificazione». A sinistra, invece, si continuavano a fare distinguo, precisazioni, ad alzare paletti, a dire opporre qualche “ma”. C’è stato anche chi ha tirato in mezzo Fausto e Iaio, sostenendo in sintesi che erano più vittime di Ramelli perché non avevano avuto giustizia. Molti non l’hanno avuta, tutti dovrebbero averla. E tutti questi ragazzi dovrebbero essere ricordati per quello che furono: vittime incolpevoli. L’auspicio è che la riapertura delle indagini su Fausto e Iaio possa servire anche a questo.

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di Sveva Ferri - 6 Maggio 2025