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Elio Germano

Lagna rossa ai David

Elio Germano, insulto vergognoso al governo: “Piazzano i loro uomini come i clan”. FdI: Sia umile, il suo film è stato un flop

Alla premiazione dei David di Donatello parte la lezioncina antigovernativa dell'attore di "Confidenza". Federico Mollicone: "Irricevibile sillogismo, solidarietà a Giuli e a Bergonzoni. Bravo attore ma gli consiglieremmo più modestia"

Politica - di Gabriele Alberti - 8 Maggio 2025 alle 08:24

Alla premiazione dei David di Donatello arriva l’insulto vergognoso di Elio Germano che paragona la politica per lo spettacolo del governo ai clan e prende di mira il ministro della Cultura Alessandro Giuli. Attore peraltro bravissimo che tuttavia non perde occasione per esporsi alla solita lagna antigovernativa. Il suo paragone ha oltrepassato la misura, è irricevibile Nel  mirino mette il ministro della Cultura: “Fastidioso ascoltarlo”. “Meno male che c’è il presidente Sergio Mattarella- ha detto a la Presse- perché io ho fatto fatica invece ad ascoltare il rappresentante della cultura del nostro paese, il ministro”. Giuli era intervenuto alla cerimonia parlando dello stato del cinema e del lavoro dell’esecutivo per facilitarne la ripresa.  “Vorrei che il ministro si confrontasse con i diversi rappresentanti della nostra categoria” ha detto Germano nel sui comizietto: “Il cinema è davvero in crisi e noi crediamo per grossa responsabilità del ministero della Cultura“.  Secondo Elio Germano “sentirci dire che le cose vanno bene, in questo modo tra l’altro bizzarro, è dal mio punto di vista fastidioso”.

Il paragone vergognoso di Elio Germano

Il paragone osceno arriva adesso: “Mi piacerebbe che invece di piazzare i loro uomini nei posti chiave come fanno i clan – ha continuato Elio Germano a margine dei David – si preoccupasse di fare il bene della nostra comunità mettendo le persone competenti nei posti giusti”, incontrando i rappresentanti di categoria. “Non sono solo le armi che aumentano il Pil del paese – ha esclamato l’attore. Non si fa attendere la replica: “Troviamo irricevibile il sillogismo di Elio Germano sui clan. È un bravo attore ma un pessimo politico”. A rispondere per le rime è il presidente della Commissione cultura della Camera e Responsabile Nazionale cultura e innovazione di Fratelli d’Italia Federico Mollicone. 

Mollicone: “Elio Germano bravo attore, pessimo politico”

“Dopo anni di gestione faziosa, il governo Meloni sta restituendo al mondo del cinema un sistema più equo e competitivo; rilanciando Cinecittà, investendo nelle sale cinematografiche e nel consumo culturale. Il confronto parte sempre dal rispetto personale. Solidarietà al ministro Giuli e al sottosegretario Borgonzoni per questo duro e immotivato attacco”. E ha aggiunto: “Anche Germano, che consideriamo un bravissimo attore, invece di dare ‘lezioncine’, dovrebbe avere più umiltà, dato il flop di ‘Confidenza’”. Ci vuole rispetto, ma anche più umiltà e meno narcisismo. “L’ultimo film diretto da Daniele Luchetti in cui era protagonista Germano – ha  affondato il colpo Mollicone-  ha ottenuto, a fronte di un costo di 6 milioni e mezzo, oltre 2,7 milioni di fondi ministeriali, incassandone solo 1,5 milioni. Gli riconosciamo certo la qualità attoriale, testimoniata anche dal Globo d’oro. Ma gli consiglieremmo più modestia. Il cinema italiano non può vivere solo di intellettualismi ma deve essere competitivo”.

L’attore: “L’intervento di Giuli fastidioso”

Il ministro Giuli durante il suo intervento alla cerimonia dei David di Donatello al Quirinale aveva annunciato di avere “messo a disposizione una squadra di 30 tecnici dedicati ad accelerare il processo di erogazione basato sui diritti acquisiti da coloro che hanno ottenuto il riconoscimento degli incentivi”. “Ci stiamo dotando di risorse ulteriori – aveva aggiunto-  per dare le risposte più tempestive: perché quella tra il ministero della Cultura e il cinema non può che essere una storia d’intesa e d’amore”. Non sappiamo cosa trovi di fastidioso Elio Germano in questo impegno. Il momento della lagna è con ogni probabilità  dovuto alla razionalizzazione delle risorse per il cinema. Che  conflige con uno status quo che fin’ora non ha tenuto conto del rapporto spesa-competitività. Favorendo i soliti noti. Tra l’altro Giuli ha ricordato “il recente decreto correttivo sul Tax Credit,  che ha recepito favorevolmente molte delle istanze di coloro che nel settore hanno bisogno soprattutto di certezze, di trasparenza, di chiarezza nelle procedure”.

 

 

 

 

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di Gabriele Alberti - 8 Maggio 2025