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La Romania torna al voto: la destra punta su George Simion, favorito in tutti i sondaggi

Presidenziali

La Romania torna al voto: la destra punta su George Simion, favorito in tutti i sondaggi

Esteri - di Gabriele Caramelli - 3 Maggio 2025 alle 20:51

Gli elettori romeni torneranno alle urne nella giornata di domani, a 6 mesi dalle elezioni in Romania dello scorso novembre, cancellate in seguito dalla Corte Costituzionale a causa delle presunte ingerenze russe. Il voto che si svolgerà in un solo giorno, con i seggi aperti dalle 7 alle 21 e con la possibilità per i cittadini della “diaspora” di votare già da ieri, sarà necessario per scegliere il successore dell’attuale presidente Klaus Iohannis. Se nessun candidato dovesse ricevere la maggioranza assoluta, si andrà al ballottaggio previsto per il 18 maggio. Il sistema romeno prevede l’elezione diretta del presidente, con un ruolo istituzionale fondamentale: la figura del capo dello Stato in Romania possiede poteri importanti nella politica estera e nella sicurezza, oltre ad incidere direttamente sull’indirizzo del governo.

Dopo l’esclusione del leader di destra Calin Georgescu, primo classificato nel voto annullato mesi fa, altri 5 candidati hanno deciso di presentarsi per guidare la Romania. Secondo un sondaggio Flashdata rilanciato da Euronews cinque giorni prima del voto, l’esponente favorito alle prossime elezioni sarà George Simion leader del partito sovranista e conservatore Aur (Alleanza per l’Unione dei Romeni), che si attesta al 29% nelle intenzioni di voto. Lo insegue il socialdemocratico Crin Antonescu al 26% nei sondaggi, che ha già ricoperto il ruolopresidente ad interim nel 2012 e adesso  èsostenuto dalla sinistra del Psd, dai liberali del Pnl e e dall’Unione della minoranza ungherese (Udmr). Al terzo posto c’è Nicusor Dan, al 23%, un sindaco indipendente di Bucarest che ha ricevuto l’appoggio informale dall’opposizione riformista.

Più lontano da tutti gli altri c’è invece l’ex premier socialdemocratico Victor Ponta, il quale potrebbe raggiungere l’8% dei consensi: attualmente si ritrova da solo come candidato indipendente. Dietro di lui soltanto il sindaco liberale e volto del partito Usr Elena Lasconi, al 7,5% nelle ipotesi di preferenza.

Elezioni in Romania, George Simion: «la nuova tornata è uno spartiacque per il Paese»

Il candidato della destra George Simion ha descritto le elezioni presidenziali in Romania come «un voto spartiacque per il nostro Paese», evidenziando che il rischio adesso è alto a causa della disillusione diffusa dopo l’annullamento delle consultazioni precedenti. All’Adnkronos ha dichiarato che il suo piano politico gira attorno alla «trasparenza nella spesa pubblica, lotta alla corruzione e indipendenza del sistema giudiziario». Poi ha anche promesso di dare voce a chi si è sentito tagliato fuori dal sistema, affermando che «milioni di elettori si sono sentiti traditi e ora tocca a noi dare loro una nuova speranza per il futuro».

Invece, l’ex presidente socialdemocratico Victor Ponta ha continuato la propria campagna con lo slogan «Romania first», per poi rivendicare un approccio pragmatico, attento all’economia e alle relazioni internazionali. «Dobbiamo ridare fiducia ai cittadini e rilanciare la nostra economia – ha detto in un’intervista all’Adnkronos – la Romania ha tutte le potenzialità per essere un Paese all’avanguardia in Europa e nel mondo, ma ha bisogno di leadership lungimiranti». A proposito di fiducia nel popolo, a ridosso delle elezioni l’ex premier ha ammesso che l’annullamento del voto precedente sia stato un «grave errore», che ha privato la popolazione «della libertà democratica più importante, quella di scegliere il proprio presidente».

I candidati favoriti e gli altri scenari

Secondo le simulazioni sul secondo turno sviluppate da Flashdata, nel caso di un ballottaggio Antonescu sarebbe favorito su Simion, ma quest’ultimo vincerebbe su Dan. In un eventuale sfida tra Antonescu e Dan, riuscirebbe a spuntarla il primo. I dati, raccolti su un campione di 7.500 persone maggiorenni, indicano quindi un panorama ancora incerto, ma improntato da una tendenza verso una divisione tra establishment e sovranismo. L’importanza della Romania non è indifferente, poiché questa è un paese chiave dell’Ue e della Nato, oltre ad essere confinante con l’Ucraina. Il suo esito non avrà dunque una conseguenze esclusivamente interna ma anche esterna soprattutto in Europa dove cresce il consenso per la destra anche a Bruxelles.

 

 

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di Gabriele Caramelli - 3 Maggio 2025