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Dove l’anima della Sicilia si fa paesaggio: Custonaci, città del “Perlato”, si candida come patrimonio dell’Unesco

La custodia dell'equilibrio

Dove l’anima della Sicilia si fa paesaggio: Custonaci, città del “Perlato”, si candida come patrimonio dell’Unesco

Cultura - di Alberto Samonà - 25 Maggio 2025 alle 07:00

In un angolo di Sicilia dove il tempo sembra essersi fermato, Custonaci, cittadina in provincia di Trapani, si prepara a compiere un passo che potrebbe rivelarsi decisivo per mostrarsi al mondo: candidare il proprio paesaggio culturale a Patrimonio Mondiale dell’Umanità. Il 28 maggio, nella sala Spadolini del Ministero della Cultura, a Roma, sarà presentata la candidatura, che aspira a iscrivere questa terra nella lista propositiva nazionale dell’Unesco. Una terra che ha in sé i caratteri di un racconto vivente di ciò che siamo stati e, forse, di ciò che potremmo tornare ad essere. Immaginate il Monte Cofano vegliare sulla baia di Cornino, con la maestosità delle sue forme scolpite dal vento che si affacciano su un mare che ha la trasparenza del pensiero puro.

Custonaci, si candida a diventare patrimonio dell’Unesco

La natura qui non è soltanto uno sfondo, ma è la vera protagonista: è dea generatrice, e, al contempo, è memoria geologica e anche scenografia cosmica. E poi la Grotta Mangiapane, una cavità naturale che sembra custodire il respiro degli antenati: un libro aperto sulle epoche, dove l’uomo ha scritto la propria presenza con il fuoco, con l’arte, con il gesto quotidiano della sopravvivenza. Luogo di riti, silenzi e rivelazioni. Qui, nel periodo natalizio, le sue forme uniche diventano teatro di uno dei presepi viventi più belli e affascinanti d’Italia. La candidatura di Custonaci è un tributo alla bellezza, ma va anche oltre: è un atto di coscienza culturale, perché come ricorda la Convenzione Unesco del 1992, il “paesaggio culturale” è frutto di creazione congiunta tra uomo e natura.

L’unicità del paese siciliano

Solo a Custonaci, ad esempio, si può trovare il “Perlato di Sicilia”, marmo estratto dalle cave di questa zona, dal colore inconfondibile, caratterizzato da una tonalità di fondo dal colore avorio chiaro con macchie bianche di calcite e striature marroni derivanti dalla presenza di microfossili nel marmo, o giallo-brune, effetto di minerali argillosi e ossidi di ferro. Non uno sfruttamento, ma una perfetta armonia: Custonaci racconta una simmetria invisibile, quella che unisce la fatica dell’uomo alla pazienza della terra. E poi ancora, il senso di tradizioni sempre vive: lì, dove molti di noi si recano da visitatori incantati, ancora oggi, proprio come un tempo, si muovono pastori, contadini, pescatori. Ogni sentiero è una via sacra, che ricorda come in passato ogni gesto quotidiano era rito. Quello stesso sapere antico che, nei profumi della macchia mediterranea, nel silenzio che avvolge la pietra, riecheggia, perché non è stato dimenticato, ma trasmesso per risonanza.

Custonaci, la candidata come patrimonio Unesco è la custode dell’equilibro

Custonaci è Sicilia ed è archetipo, è idea platonica di ciò che il Mediterraneo ha rappresentato per l’umanità intera. In un tempo in cui le città si fanno labirinti elettronici, devastando spesso il territorio, e la natura viene ridotta a mera cornice turistica, Custonaci rimane icona di equilibrio, santuario dell’essere e di una Terra che crede al proprio riscatto, offrendo se stessa. La candidatura Unesco è, dunque, un’occasione per dire al mondo che esistono luoghi dove la bellezza non è un lusso, ma un diritto ancestrale, e la cultura è un albero che continua a fiorire. Nel paesaggio di questo suggestivo borgo che possiede poco più di cinquemila abitanti, la storia si nutre del Mito, la geografia si fa poesia e l’uomo torna a essere ciò per cui è nato: custode del mistero e della totalità che lo avvolge. Il riconoscimento internazionale sarebbe un passo importante. Ma già il solo cammino per ottenerlo è un invito a osservare questo territorio con occhi nuovi. Custonaci non chiede soltanto di essere ammirata, ma anche e soprattutto di essere ascoltata, di essere compresa, proprio come si fa con le verità rivelate nei sogni.

Le parole del sindaco di Custonaci: «Un percorso virtuoso»

«L’identificazione, la protezione, la tutela e la trasmissione alle generazioni future del patrimonio culturale e naturale di tutto il mondo rientrano – sottolinea il Sindaco di Custonaci Fabrizio Fonte – tra le missioni principali dell’Unesco. Nel nostro caso l’eccezionale valore universale è riscontrabile nell’area che comprende la riserva naturale “Orientata di Monte Cofano”, il “borgo marinaro” di Cornino e, in particolare, la “Grotta Mangiapane”, che è sempre stata al centro delle attività dell’uomo, dal Paleolitico superiore fino ai giorni nostri, rendendo in effetti questo luogo un unicum nel suo genere».

Poi prosegue: «Tant’è vero che, nel corso dei decenni, è stato abbondantemente studiato, sia dal punto di vista archeologico che da quello etnoantropologico, anche a livello internazionale. Alla luce di queste considerazioni, e con il supporto dell’Assessorato regionale dei beni culturali e dell’identità diciliana, del parco archeologico di Segesta, dell’Università «Kore» di Enna, del Libero consorzio comunale di Trapani, dell’Unione dei comuni Elimo-Ericini, del distretto turistico Sicilia occidentale e del club per l’Unesco Trapani, si è voluto intraprendere, mediante degli studi di carattere accademico, l’iter per il riconoscimento Unesco per il paesaggio culturale». «Un percorso, certamente, articolato e complesso, ma al contempo – conclude il primo cittadino – senza dubbio alcuno, decisamente virtuoso per promuovere e per valorizzare sempre di più i beni naturalistici e culturali della «Città di Custonaci», che ormai da diverso tempo vedono, tra l’altro, sempre più visitatori apprezzarne la sostenibilità paesaggistica e ambientale».

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di Alberto Samonà - 25 Maggio 2025