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Dl sicurezza, la manifestazione di Roma

Tra piazza e dubbi

Dl sicurezza, al corteo di Roma solita tiritera: e da un balcone c’è chi li sfotte con una bandiera della X Mas (video)

La manifestazione di Roma tra schemi triti e ritriti lascia spazio al dubbio di una contestazione di parte. Il solito rituale ideologico che, tra sfide disattese e occasioni perse, porta in scena lo schema ideologico (e militante) della sinistra in prima linea

Politica - di Lorenza Mariani - 31 Maggio 2025 alle 19:59

«Siamo 150mila a Roma e al governo Meloni facciamo una promessa: questo decreto sicurezza ve lo smontiamo». Lo annunciano minacciosamente dai megafoni gli organizzatori del corteo a Roma contro il dl sicurezza. E ancora una volta, le strade di Roma si trasformano, oggi, nel palcoscenico militante di una manifestazione di protesta contro un provvedimento varato dal governo. Un corteo animato da sigle della sinistra radicale, associazioni e collettivi, ha sfilato tra slogan triti e striscioni ritriti, nel tentativo di delegittimare un’iniziativa che, numeri alla mano e sentire comune confermato dai sondaggi, risponde a un’esigenza sempre più sentita di ordine e legalità.

Dl sicurezza, la manifestazione di Roma grida vendetta

Un corteo «contro un governo autoritario, siamo migliaia, una marea di vita, di umanità, il nostro obiettivo è mandarvi a casa. Alla repressione del governo Meloni noi rispondiamo con la partecipazione. Ma vi assicuriamo una cosa: non finisce qui. È una promessa», millantano gli organizzatori dal camion alla testa del corteo aperto dallo striscione «alziamo la testa contro lo Stato di paura».

Solite bandiere, soliti slogan Pro-Pal…

In mezzo alle solite bandiere della pace e della Palestina, spuntano anche cartelli come “Manganelli fallimento di Stato”. Presente, non a caso, la rete no dl, la Cgil, Avs, Pd, una delegazione del M5s. E così, mentre sfilava il corteo dei soliti noti, da un palazzo di Via Labicana è stata esposta una bandiera della X Mas. E come facilmente prevedibile, al comparire del vessillo, immediatamente dai manifestanti in strada sono partiti cori e slogan del tenore «siamo tutti antifascisti». La polizia, come da rigore e da protocollo, ha identificato l’autore del gesto, e la sua posizione è al vaglio della Questura per l’adozione di eventuali provvedimenti.

E irrompe sulla scena l’inquilino con la bandiera della X Mas…

Insomma, la retorica che ha permeato la giornata è stata quella di sempre: accusa di “repressione”, di “limitazione delle libertà”, di un’Italia che virerebbe una curva verso un presunto “autoritarismo”. Un copione logoro, che ignora deliberatamente il contesto e le motivazioni di un Decreto pensato per garantire maggiore serenità e protezione ai cittadini. Le parole d’ordine gridate in piazza – “No al Decreto Sicurezza”, “Libertà per tutti” – suonano stonate di fronte a una realtà che vede il Paese alle prese con sfide complesse: dalla gestione dell’immigrazione clandestina, al contrasto della criminalità diffusa. Temi che il governo sta affrontando con impegno e determinazione.

Dl sicurezza, la manifestazione di Roma e il dubbio della contestazione contro il sentire comune

È singolare, allora, e forse preoccupante, notare come questa opposizione di piazza si concentri su un decreto che, come dimostrato dai recenti sondaggi (Noto e non solo), trova un consenso trasversale nella popolazione. Persino tra ampie fasce dell’elettorato di centrosinistra. L’incremento delle pene per le truffe agli anziani; l’inasprimento per le lesioni a pubblici ufficiali durante le manifestazioni; il daspo urbano: misure che, lungi dall’essere strumenti repressivi, rappresentano risposte concrete a fenomeni che minano la convivenza civile e la sicurezza quotidiana. Eppure, da parte di chi sfilava oggi, si torna a contrapporre un muro di ideologia preconcetta che mira a impedire ogni riflessione pragmatica.

Dl sicurezza, manifestazione di Roma: il solito rituale ideologico

La manifestazione odierna, dunque, appare più come un rituale ideologico. Come un’affermazione di principi astratti e spesso slegati dalle reali necessità del Paese, piuttosto che un’autentica proposta di alternative costruttive. Mentre il governo lavora per dare risposte concrete ai cittadini, preoccupati per la propria incolumità e per la tenuta del tessuto sociale, la piazza della contestazione preferisce aggrapparsi a narrazioni superate. Dipingendo scenari apocalittici che non trovano riscontro nella vita di milioni di italiani.

Sfide disattese e occasioni perse

In un momento come quello attuale, allora, che richiederebbe pragmatismo e collaborazione per affrontare sfide complesse, la protesta contro il Decreto Sicurezza si configura come un’occasione persa per un dialogo costruttivo. Preferendo, di contro, la via dello scontro frontale e della demonizzazione. Un atteggiamento che, alla luce dei dati e del sentire comune, rischia di isolare ulteriormente chi innalza barricate ideologiche, lontano dalla realtà e dalle priorità di un’Italia che chiede soprattutto sicurezza e stabilità.

 

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di Lorenza Mariani - 31 Maggio 2025