
Proprio non va...
Amadeus, flop senza fine: neanche la programmazione “multipla” salva “Like a Star” dal naufragio su La Nove. E ora?
Neppure la programmazione "simulcast" salva il conduttore dalla debàcle. Anche il secondo episodio di "Like a Star" fa un buco nell'acqua. E ora chi salverà presentatore e programma dall'abisso degli ascolti tv?
Eccoci qua: siamo all’ennesimo flop. All’ultimo (?) capitolo della parabola discendente di Amadeus, l’ex re Mida di Rai1, approdato con furore nel più piccolo ma ambizioso universo di Warner Bros. Discovery. Il secondo episodio di Like a Star, il suo show di punta sul Nove, ha affossato ulteriormente le già deboli speranze di rilancio del conduttore, registrando ascolti che sanno di sentenza definitiva con Ama sulla Nove fanalino di coda degli ascolti. E il dato, già di per sé impietoso, assume contorni ancora più drammatici se si considera la “strategia della disperazione” messa in campo dal colosso americano: il simulcast.
Amadeus, ancora un flop: proprio non va…
Come anticipato da Movieplayer e puntualmente verificatosi a partire già dal 21 maggio, Like a Star è stato proiettato in contemporanea non solo sull’ammiraglia Nove, ma su tutte le reti del gruppo Discovery: Real Time, Giallo, WarnerTV, DMAX, HGTV, Food Network e MotorTrend. Un’operazione senza precedenti, un vero e proprio bombardamento mediatico volto a saturare l’etere con la presenza di Amadeus, quasi a voler imporre al pubblico la visione di un prodotto che, evidentemente, non riesce a bucare lo schermo con le sue sole forze.
Neanche la programmazione “simulcast” lo salva dal flop
«La speranza – scrive Il Giornale sul caso – all’alba della decisione, era quella di riunire il pubblico di riferimento di ogni rete, nella speranza che questo sforzo congiunto potesse risollevare gli ascolti del programma e farlo uscire dalle acque impantanate del debutto. Il risultato? Un flop annunciato; un buco nell’acqua che conferma l’erosione dell’appeal di un conduttore, un tempo intoccabile. Se l’obiettivo era sommare gli ascolti per raggiungere una massa critica, l’operazione si è rivelata un autogol clamoroso. Il pubblico, evidentemente, non si è lasciato ingannare dalla moltiplicazione delle frequenze, preferendo altre proposte televisive.
E neppure talento, nome e esperienza bastano…
Infatti, come scrive il quotidiano milanese citato, dati di ascolto alla mano, la strategia messa in atto non ha ottenuto i risultati sperati. «La seconda puntata di Like a Star ha attratto solo 497.000 spettatori su Nove (2.8% di share). Mentre l’insieme delle altre reti fa salire il totale a 942.000 spettatori per il 5.3% di share, che è un risultato ancora mostruosamente basso, soprattutto se si tiene conto della “forza” di Amadeus come volto pubblico del piccolo schermo». Una possibile “giustificazione” per il flop della serata del 21 maggio potrebbe essere additata nella finale di Europa League tra Tottenham e Manchester United, in onda su TV8, che ha conquistato 1.722.000 spettatori di media, con alcuni picchi nel secondo tempo che hanno fatto raggiungere il 10.1%.
Ennesimo flop per Amadeus: gli ascolti
E di sicuro, il programma televisivo che vede in giuria Elio, Serena Brancale e Rosa Chemical, ha dovuto anche affrontare la concorrenza robusta di Chi l’ha visto? su Rai 3 e il nuovo episodio de L’isola dei famosi su Canale 5 che, nonostante il calo d’ascolti registrato, ha comunque incassato il 15.7 % di share. Ma, alla fine della fiera, quel che resta sul tavolo è il dato per cui l’operazione simulcast, lungi dal rappresentare un’innovazione vincente, si configura piuttosto come un grido d’allarme. Come la palese ammissione di un problema di fondo. Se per sostenere uno show e il suo conduttore di punta si deve ricorrere a un dispiegamento di forze così massiccio, significa che la fiducia nel prodotto e nel suo testimonial è ormai ai minimi storici.
Il secondo episodio di “Like a Star”: gli ascolti affossano lo show di La Nove
Cosa resta, dunque, di Amadeus? L’immagine di un professionista che, dopo anni di successi a Viale Mazzini, fatica a trovare una nuova dimensione e a replicare il consenso. Il suo passaggio a Discovery, salutato da alcuni come la mossa del secolo, si sta rivelando, puntata dopo puntata, un’incognita sempre più grande. Il simulcast di Like a Star è l’ennesima prova che le alchimie televisive sono complesse e che il carisma, una volta spento, è difficile da riaccendere con la sola forza bruta della programmazione o di un dito capace di fare la differenza sul telecomando.
E ora? Che si fa?
Warner Bros. Discovery dovrà riflettere attentamente sul futuro di questo progetto e sulla sua strategia complessiva. Perché se persino il simulcast non riesce a salvare Amadeus dal baratro degli ascolti, forse è tempo di ripensare non solo lo show, ma l’intera direzione artistica. Intanto, il pubblico ha già emanato il suo verdetto.