
Il vertice di Tirana
Albania, Rama in ginocchio per Giorgia (video). E la Meloni scuote l’Europa: “Radici e identità contro il declino”
Arriva Giorgia Meloni e Edi Rama si inginocchia. La presidente del Consiglio è arrivata al vertice della Comunità Politica Europea a Tiranaec è stata accolta dal primo ministro albanese Edi Rama. Quest’ultimo si è reso protagonista di un siparietto curioso inginocchiandosi davanti alla leader italiana, un gesto già visto in precedenza: anche lo scorso gennaio, ad Abu Dhabi, Rama aveva salutato Meloni nello stesso modo.
Davanti alle telecamere e agli obiettivi dei fotografi riuniti in piazza Skanderbeg, Meloni ha reagito con una battuta al gesto di Rama, invitando scherzosamente il primo ministro albanese a inginocchiarsi “solo quando siamo da soli”. “Edi, no… La devi smettere – ha aggiunto Meloni-. Lo fa per sembrare alto come me…”. Poi, durante la sessione plenaria del summit della Comunità Politica Europea, a Tirana, Giorgia Meloni con Rama e con gli altri leader ha parlato di cose serie. Come l’orgoglio delle radici europee e le legittime aspirazioni dell’Albania.
Meloni dall’Albania sferza l’Europa
Se l’Europa vuole combattere il declino deve “innanzitutto recuperare consapevolezza. Una consapevolezza che parte da noi stessi, da ciò che siamo, da che cos’è la civiltà europea, e da quali grandi conquiste ha portato nella storia dell’umanità. Una sintesi di valori nata dall’incontro tra la filosofia greca, il diritto romano e l’umanesimo cristiano”, ha detto la premier Giorgia Meloni, in un passaggio del suo intervento durante la sessione plenaria del summit della Comunità Politica Europea, a Tirana.
“Una sintesi di valori – ha scandito la presidente del Consiglio – che ha permesso alla civiltà europea di concepire un mondo in cui la persona è al centro, la vita è sacra e gli esseri umani sono liberi e uguali. Una civiltà che rispetta le identità altrui senza rinnegare la propria, e che costruisce la pace dove altri vedono solo distruzione. Questo siamo noi. Siamo questo, prima di ogni altra cosa. E credo che dobbiamo ricordarcelo ogni giorno, se vogliamo costruire un’Europa all’altezza del ruolo che la storia ci ha assegnato”, ha proseguito Meloni.
“Costruire una nuova Europa in un nuovo mondo, come propone questa sessione, significa, a mio avviso, prima ancora di parlare di ciò che dobbiamo fare, partire dalle nostre fondamenta e riflettere su chi siamo. Nessuno di noi è interessato a rafforzare qualunque forma di unione tra Stati europei, se non per difendere ciò che siamo e ciò che vogliamo continuare a essere nei prossimi decenni e nei prossimi secoli, in un mondo che cambia così rapidamente”.
Le prospettive di una Unione allargata
“Essere qui oggi significa compiere un passo avanti nel processo storico della riunificazione dell’Europa. Perché, se vogliamo davvero costruire una nuova Europa in un nuovo mondo, questo è il punto da cui partire”, ha detto la premier Giorgia Meloni, intervenendo durante la sessione plenaria del summit Cpe a Tirana, dopo che in mattinata aveva difeso anche l’operazione dei migranti ospitati dall’Albania.
“L’Albania è, ovviamente, Europa, proprio come lo sono l’Italia, la Serbia o la Norvegia, indipendentemente dal fatto che facciano parte di questa o quella organizzazione. È per questo che sorrido sempre quando qualcuno pretende di avere il diritto di decidere chi è europeo e chi non lo è. Perché – ha scandito la presidente del Consiglio – se a volte l’Europa si dimostra incapace di affrontare le grandi sfide, non è colpa di altri. È una nostra responsabilità. Ed è compito nostro scegliere se rassegnarci al declino oppure combatterlo”.
La proiezione verso i Balcani
“Se davvero vogliamo costruire ‘una nuova Europa in un nuovo mondo’, non possiamo immaginarla senza i Balcani occidentali, senza i loro popoli, senza le loro identità e i loro percorsi storici. I Balcani occidentali non si trovano ai margini dell’Europa, né al di fuori del nostro continente. Sono nel cuore stesso del nostro continente; sono la regione ponte tra Oriente e Occidente, tra quelli che San Giovanni Paolo II amava chiamare i ‘due polmoni’ dell’Europa”, è stato un altro passaggio del discorso della Meloni. “Per questo”, ha proseguito la presidente del Consiglio, “l’Italia è impegnata, a Bruxelles, ad affermare un approccio strategico verso i Balcani occidentali, per tenere debitamente conto – nonostante le complesse sfide che la regione pone – della necessità di fornire a questi Paesi una chiara prospettiva di integrazione nell’Ue. Naturalmente, l’allargamento comporta nuove sfide, ma sono convinta che l’integrazione europea dei Balcani occidentali – così come quella verso Est – rappresenti anche un investimento strategico nella sicurezza dell’Europa stessa, tanto più alla luce di quanto sta accadendo ai nostri confini”, ha rimarcato Meloni.