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Roma Macron

Scivoloni diplomatici

Macron a Roma tra gaffe, cene segrete e sogni “papali”: il galletto di Francia inciampa in tragicomici disastri

Un turista allo sbaraglio: peccato fosse il presidente francese, in visita nella Capitale per i funerali del Papa. Tra cene a Piazza del Popolo e un album di figuracce, Macron farebbe meglio a rientrare in patria

Politica - di Alice Carrazza - 28 Aprile 2025 alle 16:33

A Emmanuel Macron non ne va dritta una, riesce sempre e comunque a inciampare da solo. L’ultimo capolavoro di diplomazia? Volare a Roma per i funerali del Papa e trasformare un’occasione di lutto e raccoglimento in una fiera di incontri, pranzi, ammiccamenti e, ça va sans dire, un gran bella dose di gaffe. E mentre la laicità repubblicana — vanto scolpito nel dna francese — chiedeva sobrietà, Monsieur le Président ha pensato bene di improvvisarsi come tifoso pure per il Conclave, seminando imbarazzo a destra, a sinistra e pure oltre confine.

Dalla promessa solenne alla “sarabanda romana”

Venerdì, con la mano sul cuore, l’Eliseo aveva annunciato: «in questo periodo il presidente della Repubblica non effettuerà alcun incontro diplomatico a margine delle esequie di sua Santità il Papa Francesco». Non era ancora atterrato che già armeggiava al Bolognese, pizzicato a cena con la première dame Brigitte e Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio. Da lì, una sarabanda degna di un turista in vacanza.

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Roma accoglie i leader mondiali per i funerali di Papa Francesco: Macron a cena con Andrea Riccardi Roma si prepara a ospitare i funerali di Papa Francesco, previsti per sabato 26 aprile 2025 nella Basilica di San Pietro. La città è già al centro dell’attenzione internazionale, con l’arrivo di circa 50 capi di Stato e sovrani e oltre 130 delegazioni ufficiali. Tra i leader già giunti nella capitale, il presidente francese Emmanuel Macron è stato avvistato a cena “Dal Bolognese” in Piazza del Popolo, in compagnia di Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio. Video X @domenico_marocchi #politica #macron #roma

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Macron, tra pacche e diplomazia spiccia

Sabato, a San Pietro, eccolo immortalato mentre accarezza con fare paternalistico la spalla di Volodymyr Zelensky. Ma il vero divertimento arriva dopo, con l’esilarante “gioco delle sedie”: Donald Trump, pronto a conversare con il presidente ucraino, viene bruscamente interrotto da Macron, che scambia la terza sedia per un invito personale. Peccato che fosse riservata all’interprete. Risultato: il gallo di Francia viene gentilmente — ma fermamente — invitato a farsi da parte. Nulla, però, lo scoraggia. Così, continua a destreggiarsi tra strette di mano, abbracci e sorrisi di circostanza in un carosello di diplomazia spiccia, che del contegno ostentato alla vigilia non conserva neppure il ricordo. Tanto che, tra una pacchetta e l’altra, ha trovato persino il tempo per concedersi un incontro con l’uomo più odiato d’Italia: Matteo Renzi.

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L’assalto al Conclave: il galletto alla conquista del Vaticano

E non è finita. Dopo le esequie in Vaticano, Macron si è spostato a Villa Bonaparte — già dimora di Paolina sorella di Napoleone e oggi ambasciata francese presso la Santa Sede — per un tête-à-tête, prima con Zelensky poi con i cardinali transalpini. Alla faccia della neutralità religiosa: qui si trattava di tastare il polso ai “grandi elettori” del prossimo Conclave. Jean-Marc Aveline, arcivescovo di Marsiglia e cavallo su cui Macron punta senza troppa discrezione,  a seguire il vescovo di Ajaccio François Bustillo, il nunzio apostolico negli Stati Uniti Christophe Pierre e Philippe Barbarin, arcivescovo emerito di Lione, reduce da vicende giudiziarie per aver coperto abusi su minori. Unico assente nella rosa del presidente: Dominique Mamberti, impegnato a Santa Maria Maggiore per la sepoltura di Francesco.

“Il Pontefice francese”: questo il sogno ricorrente di Monsieur Macron. Ma la Chiesa, a quanto pare, ha sempre preferito guardare altrove. Non è un caso se Bergoglio aveva sistematicamente declinato i suoi inviti: impegni improvvisi, priorità altrove, mai una visita a Parigi, nemmeno per l’attesissima riapertura della cattedrale di Notre-Dame. In quell’occasione, anzi, il Papa scelse di andare in Corsica — una settimana più tardi — lasciando Macron e la sua ambizione a consumarsi nell’attesa.

La laicité presa a schiaffi: polemiche e mormorii

Peccato che, mentre l’Eliseo muoveva le sue pedine, i francesi in Patria si strappavano i capelli. Laicité violata, bandiere listate a lutto contestate, e l’impressione che Macron, più che comportarsi da presidente, stesse recitando la parte del protagonista in una commedia degli equivoci. Non solo la sinistra brontolava: persino i cattolici tradizionalisti, riuniti attorno al giornale La Tribune Chrétienne, mormoravano. Infatti, secondo quest’ultima, il cardinale ungherese Péter Erdö, come riportato dal Corriere della Sera, avrebbe lanciato l’allarme sui contatti recenti fra il presidente e i cardinali francesi, sospettando un piano per «sbarrare la strada alla candidatura di Robert Sarah» il porporato guineano caro al mondo conservatore.

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di Alice Carrazza - 28 Aprile 2025